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Notifica imputato detenuto: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di eleggere domicilio con l’atto di appello, introdotto dalla Riforma Cartabia, non si applica all’imputato detenuto. La Corte d’Appello aveva erroneamente dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto detenuto per altra causa. La Suprema Corte ha annullato tale decisione, affermando che la notifica imputato detenuto deve sempre avvenire presso il luogo di detenzione, rendendo superflua l’elezione di domicilio.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica Imputato Detenuto: La Cassazione Annulla un’Inammissibilità d’Appello

Con la sentenza n. 25913/2024, la Corte di Cassazione interviene su una questione cruciale della procedura penale, modificata dalla recente Riforma Cartabia: la notifica all’imputato detenuto. La Suprema Corte ha chiarito che l’obbligo di depositare la dichiarazione o elezione di domicilio insieme all’atto di impugnazione non si applica a chi si trova in stato di detenzione. Si tratta di un principio fondamentale per garantire il diritto di difesa e la corretta celebrazione del processo d’appello.

I Fatti di Causa: Un Appello Dichiarato Inammissibile

Il caso trae origine dalla decisione di una Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile l’impugnazione presentata da un imputato avverso una sentenza di condanna per detenzione di sostanze stupefacenti. La Corte territoriale aveva motivato la propria decisione sulla base del mancato adempimento di un nuovo onere processuale, introdotto dal d.lgs. n. 150/2022 (c.d. Riforma Cartabia).

Nello specifico, l’art. 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale, prevede che, a pena di inammissibilità, con l’atto di impugnazione sia depositata una dichiarazione o elezione di domicilio ai fini della notificazione del decreto di citazione a giudizio. Poiché nel caso di specie tale adempimento era mancato, la Corte d’Appello aveva ritenuto di non poter procedere con l’esame del merito del ricorso. Tuttavia, l’imputato, al momento della proposizione dell’appello, si trovava detenuto per un’altra causa.

La Questione Giuridica: Obbligo di Elezione di Domicilio per l’Imputato Detenuto?

L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo la violazione delle norme processuali. La tesi difensiva era chiara: essendo egli detenuto, le notifiche dovevano essere obbligatoriamente eseguite presso l’istituto penitenziario, come previsto dall’art. 156 c.p.p. Di conseguenza, l’obbligo di eleggere un domicilio sarebbe stato un adempimento superfluo e non applicabile alla sua condizione. Il ricorso sollevava quindi una questione di interpretazione sistematica delle nuove norme in relazione alla specifica condizione della notifica all’imputato detenuto.

Le Motivazioni della Cassazione: Notifica Imputato Detenuto e la Riforma Cartabia

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza di inammissibilità e restituendo gli atti alla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno operato una lettura coordinata e sistematica delle disposizioni processuali, evidenziando come l’interpretazione della Corte d’Appello fosse errata.

La Suprema Corte ha sottolineato che la ratio dell’obbligo di elezione di domicilio è quella di evitare i ritardi nella celebrazione del giudizio di impugnazione, un’esigenza che si pone per l’imputato libero, la cui reperibilità può essere incerta. Tale esigenza, invece, non sussiste per l’imputato detenuto, la cui posizione è certa e stabile.

La decisione si fonda su tre pilastri normativi:

1. L’art. 156 c.p.p.: Questa norma, anch’essa modificata dalla Riforma Cartabia, stabilisce che le notifiche all’imputato detenuto sono effettuate “sempre” nel luogo di detenzione. L’uso dell’avverbio “sempre” non lascia spazio a interpretazioni alternative.
2. L’art. 157-ter c.p.p.: Questa nuova disposizione regola le notifiche degli atti introduttivi nei confronti dell’imputato “non detenuto”, collegandole esplicitamente al domicilio eletto ai sensi dell’art. 581, comma 1-ter. L’esplicito riferimento all’imputato “non detenuto” rende evidente, a contrario, che la norma non si applica a chi si trova in carcere.
3. L’art. 164 c.p.p.: Questa norma, che disciplina l’efficacia della dichiarazione o elezione di domicilio, fa espressamente “salvo il disposto dell’art. 156, comma 1”, confermando la prevalenza della regola speciale per i detenuti.

Le Conclusioni: L’Inapplicabilità dell’Art. 581 co. 1-ter all’Imputato Detenuto

In conclusione, la Corte di Cassazione ha affermato un principio di diritto chiaro: l’onere di depositare una dichiarazione o elezione di domicilio con l’atto di impugnazione, previsto a pena di inammissibilità dall’art. 581, comma 1-ter, c.p.p., si applica esclusivamente all’imputato libero e non a quello detenuto. Per la notifica all’imputato detenuto, vale la regola speciale e inderogabile dell’art. 156 c.p.p., che impone l’esecuzione della notifica presso l’istituto di pena. Di conseguenza, l’ordinanza di inammissibilità è stata annullata e il processo dovrà tornare in Corte d’Appello per la celebrazione del giudizio di merito.

L’obbligo di eleggere domicilio con l’atto di appello, introdotto dalla Riforma Cartabia, si applica anche a un imputato detenuto?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che tale obbligo, previsto dall’art. 581, comma 1-ter, cod.proc.pen., non si applica all’imputato che si trovi in stato di detenzione, anche se per una causa diversa da quella del procedimento in corso.

Come devono essere effettuate le notifiche a un imputato detenuto durante il giudizio di impugnazione?
Le notifiche devono essere “sempre” effettuate presso il luogo di detenzione, con consegna di copia alla persona, come stabilito dall’art. 156, comma 1, cod.proc.pen. Questa regola specifica prevale su quella generale relativa all’elezione di domicilio.

Qual è la ragione per cui la legge distingue tra imputato libero e imputato detenuto per le notifiche dell’atto di appello?
La ragione (ratio) della norma che impone l’elezione di domicilio è quella di evitare ritardi nella celebrazione del giudizio di impugnazione per gli imputati liberi. Questa esigenza non sussiste per l’imputato detenuto, la cui reperibilità è certa presso l’istituto penitenziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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