Notifica Fissazione Udienza: a Chi Va Inviata se Cambia l’Avvocato?
La corretta notifica fissazione udienza è un pilastro del diritto di difesa. Ma cosa succede se l’imputato nomina un nuovo avvocato dopo che la comunicazione è già stata inviata al precedente difensore? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce una risposta chiara, basata sul principio della ‘cristallizzazione’ degli atti processuali, confermando la validità della notifica effettuata al legale in carica al momento dell’invio.
I Fatti del Caso
Un imputato presentava ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello. L’unico motivo del ricorso era la presunta violazione di legge per mancata notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza al suo nuovo difensore di fiducia.
Dagli atti emergeva una precisa sequenza temporale:
1. Il 2 dicembre 2022, la cancelleria notificava la data dell’udienza al difensore d’ufficio allora in carica.
2. Successivamente, il 27 gennaio 2023, l’imputato nominava un nuovo difensore di fiducia.
La difesa sosteneva che la notifica avrebbe dovuto essere effettuata al nuovo legale, ritenendo invalida quella inviata al precedente difensore.
La Decisione della Corte sulla Notifica Fissazione Udienza
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno stabilito che nessuna notifica era dovuta al nuovo avvocato, poiché la nomina era avvenuta in un momento successivo all’invio dell’avviso di fissazione dell’udienza.
Il principio cardine applicato è quello secondo cui la validità della notifica si valuta con riferimento alla situazione esistente al momento in cui la cancelleria emette e invia l’avviso. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Sentenza
La Corte ha basato la propria decisione su un orientamento consolidato, richiamando una sentenza delle Sezioni Unite (n. 24630 del 2015). Il ragionamento giuridico è il seguente: con l’emissione dell’avviso di fissazione dell’udienza, si ‘cristallizza’ la situazione processuale relativa agli adempimenti di cancelleria.
Questo significa che la cancelleria adempie correttamente al proprio obbligo notificando l’atto al difensore che risulta ufficialmente incaricato in quel preciso istante, sia esso d’ufficio o di fiducia. L’eventuale successiva nomina di un nuovo legale non ha l’effetto di invalidare retroattivamente una notifica già perfezionata. Tale principio garantisce la certezza e la stabilità degli atti procedurali, evitando che continue sostituzioni difensive possano paralizzare o ritardare il corso della giustizia.
L’inammissibilità del ricorso, non essendo stata ravvisata un’assenza di colpa da parte del ricorrente, ha comportato non solo la condanna alle spese, ma anche l’applicazione della sanzione pecuniaria, come previsto dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un’importante regola procedurale: la notifica fissazione udienza è valida ed efficace se inviata al difensore formalmente in carica al momento dell’invio. Per l’imputato e il nuovo difensore, ciò implica la necessità di attivarsi per informarsi sullo stato del procedimento al momento dell’assunzione dell’incarico. La responsabilità di acquisire le informazioni necessarie, inclusa la data di un’udienza già fissata, ricade sulla nuova difesa, non potendo essa eccepire un vizio di notifica per un atto compiuto correttamente prima del suo insediamento.
A chi deve essere inviata la notifica di fissazione dell’udienza se l’imputato cambia avvocato?
La notifica deve essere inviata al difensore (d’ufficio o di fiducia) che risulta in carica nel momento in cui la cancelleria del tribunale emette l’avviso.
La nomina di un nuovo avvocato rende nulla la notifica inviata al precedente difensore?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la nomina di un nuovo difensore in un momento successivo all’invio della notifica non invalida quest’ultima, poiché la situazione processuale si considera ‘cristallizzata’ al momento dell’adempimento da parte della cancelleria.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, può comportare anche il pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8200 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8200 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 15/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 30/01/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME – con cui si deduce, co unico motivo, la violazione di legge con riguardo al difetto di notifica della fissazione di al difensore nominato di fiducia -, è manifestamente infondato, atteso che, come risulta verbale di udienza del 30 gennaio 2023, nessuna notifica di fissaziane dell’udienza spetta all’AVV_NOTAIO, poiché la medesima era stata nominata difensore di fiducia dell’imputato con atto depositato in cancelleria il 27 gennaio 2023, quindi successivamente al notifica al precedente difensore d’ufficio, avvenuta il 2 dicembre 2022, dovendosi, al proposito, ribadire il principio giusto il quale l’avviso di fissazione dell’udienza deve essere effe difensore di fiducia dell’imputato che rivestiva tale qualità all’atto di fissazione dell’ non anche all’avvocato che abbia acquistato successivamente tale veste, in quanto con l’emissione dell’avviso si cristallizza la situazione processuale relativa agli adempime cancelleria (Sez. U, n. 24630 del 26/03/2015, Maritan, Rv. 263600);
stante l’inammissibilità del ricorso, non ravvisandosi assenza di colpa nella determinazi della causa di inammissibilità (Corte Cost. sent. n. 186 del 13/06/2000), alla condanna ricorrente al pagamento delle spese del procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura, ritenuta equa, di 3.000 euro in Favore della Cassa del ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di C 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 15 dicembre 2023.