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Notifica estratto contumaciale: quando non è dovuta?

La Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato che lamentava la mancata notifica dell’estratto contumaciale. La Corte ha stabilito che se l’imputato, detenuto per altra causa, rinuncia a comparire, la sua posizione si tramuta da contumace ad assente, rendendo non dovuta la notifica e validi i termini di impugnazione.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica Estratto Contumaciale: Quando l’Assenza Sostituisce la Contumacia

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 22522 del 2024, offre un importante chiarimento sulla notifica dell’estratto contumaciale e sulla distinzione tra la condizione di contumacia e quella di assenza nel processo penale. La Corte ha stabilito che la rinuncia a comparire da parte di un imputato detenuto, pur se precedentemente dichiarato contumace, trasforma la sua posizione in ‘assente’, facendo venir meno l’obbligo di notifica della sentenza.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato con sentenza divenuta definitiva, presentava un’istanza per far dichiarare la non esecutività della stessa, sostenendo di non aver mai ricevuto la notifica dell’estratto contumaciale. La sua difesa si basava sul fatto che, essendo stato dichiarato contumace all’inizio del procedimento, aveva diritto a tale comunicazione per poter esercitare il diritto di impugnazione.

Tuttavia, durante il processo, era accaduto un fatto decisivo: in un’udienza successiva alla dichiarazione di contumacia, l’imputato, all’epoca detenuto per un’altra causa, aveva espressamente rinunciato a comparire. In quella sede, il giudice lo aveva dichiarato ‘assente’. Nonostante fosse stata disposta la sua traduzione per l’udienza successiva, questa non era avvenuta a causa della sua scarcerazione nel frattempo. Il ricorrente sosteneva che la dichiarazione di contumacia non era mai stata formalmente revocata, e che quindi le garanzie previste per il contumace, inclusa la notifica, avrebbero dovuto essere applicate.

La Questione Giuridica e la Notifica dell’Estratto Contumaciale

Il nucleo della controversia ruota attorno alla seguente domanda: la rinuncia a comparire di un imputato detenuto è sufficiente a modificare il suo status da contumace ad assente, anche in assenza di un provvedimento formale di revoca della contumacia? E, di conseguenza, in tale scenario, è ancora dovuta la notifica dell’estratto contumaciale?

Il ricorrente invocava una serie di principi legati alle modifiche legislative intercorse nel tempo (leggi n. 67/2014 e n. 118/2014), che hanno portato al superamento dell’istituto della contumacia in favore del processo in assenza. Tuttavia, la Corte ha ritenuto tali principi non pertinenti al caso di specie, poiché la vicenda si era definita sotto la vigenza della normativa precedente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. La motivazione si basa su un principio consolidato in giurisprudenza: la situazione di fatto prevale sulla qualificazione formale.

Il punto chiave, secondo i giudici, è l’udienza in cui l’imputato, pur essendo in stato di detenzione e messo in condizione di partecipare, ha rinunciato a comparire. Tale comportamento consapevole non può essere equiparato alla contumacia, che presuppone una volontaria sottrazione al processo. La rinuncia a comparire configura, invece, una ‘mera assenza’.

La Corte ha affermato che «La mancata comparizione in udienza dell’imputato detenuto, che abbia rinunciato ad essere presente, non dà luogo a contumacia, ma a mera assenza». Di conseguenza, non sussiste l’obbligo di notificare l’avviso di deposito della sentenza, previsto esclusivamente per l’imputato contumace.

Inoltre, la Cassazione ha ribadito che l’omessa revoca esplicita della contumacia è irrilevante. La contumacia cessa di esistere non per un atto formale, ma perché vengono meno i presupposti di fatto che l’avevano determinata. La rinuncia a comparire è proprio uno di quei fatti che determinano il superamento della situazione di contumacia, indipendentemente da un provvedimento ad hoc.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio di responsabilità processuale dell’imputato. La scelta consapevole di non partecipare al processo, quando se ne ha la possibilità (come nel caso del detenuto che rinuncia a essere tradotto in aula), produce effetti giuridici precisi. La sua posizione viene equiparata a quella di chi è presente, e la sua assenza è considerata volontaria ma non contumaciale.

L’implicazione pratica è fondamentale: in questi casi, non è dovuta la notifica dell’estratto contumaciale e i termini per proporre impugnazione decorrono regolarmente dalla scadenza del termine per il deposito della motivazione della sentenza. Questa decisione rafforza l’idea che le garanzie processuali sono bilanciate da oneri di diligenza a carico delle parti, inclusa quella di informarsi sull’esito del procedimento a cui si è scelto di non partecipare.

Se un imputato è dichiarato contumace e poi, essendo detenuto, rinuncia a comparire, è ancora considerato contumace?
No. Secondo la Corte, in questo caso la sua condizione si trasforma in ‘mera assenza’. La rinuncia a comparire, essendo una scelta consapevole, fa venir meno i presupposti della contumacia, anche senza una revoca formale.

In caso di trasformazione da contumacia ad assenza, è dovuta la notifica dell’estratto contumaciale della sentenza?
No, la sentenza chiarisce che la notifica dell’estratto contumaciale è prevista solo per l’imputato contumace. Se la sua condizione è mutata in ‘assenza’ (come nel caso di rinuncia a comparire da detenuto), tale notifica non è più un obbligo.

La mancanza di un provvedimento formale che revochi la dichiarazione di contumacia ha qualche effetto?
No, è irrilevante. La Corte di Cassazione ha stabilito che la contumacia cessa ‘di fatto’ quando vengono meno le condizioni che l’hanno determinata. La situazione sostanziale (la rinuncia a comparire) prevale sull’atto formale della revoca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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