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Notifica estratto contumaciale: a chi va comunicata?

La Corte di Cassazione ha confermato che la notifica dell’estratto contumaciale deve essere effettuata esclusivamente all’imputato e non anche al suo difensore. Di conseguenza, un appello presentato oltre il termine di 45 giorni da tale notifica è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ribadito che la mancata notifica al legale non viola il diritto di difesa, poiché spetta all’imputato, una volta informato, conferire il mandato per l’impugnazione.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica Estratto Contumaciale: Decisiva la Comunicazione al Solo Imputato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale della procedura penale: la notifica dell’estratto contumaciale della sentenza di primo grado deve essere fatta esclusivamente all’imputato per far decorrere i termini per l’appello. La mancata notifica al difensore non incide sulla decorrenza di tali termini, rendendo tardiva e quindi inammissibile un’impugnazione presentata oltre la scadenza. Questa decisione riafferma la centralità del ruolo dell’imputato nell’attivare il proprio diritto di difesa in fase di impugnazione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale nel 2014 per guida in stato di ebbrezza. L’imputato, giudicato in contumacia, aveva proposto appello avverso tale decisione. Tuttavia, la Corte d’Appello, con sentenza del marzo 2023, dichiarava l’impugnazione inammissibile per tardività. Il termine di 45 giorni per appellare era infatti decorso dalla data di notifica dell’estratto contumaciale all’imputato, avvenuta il 9 settembre 2022, a fronte di un atto di appello depositato solo il 29 novembre 2022.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha quindi proposto ricorso per cassazione, sollevando due questioni principali:
1. L’erronea applicazione della legge processuale, sostenendo che la notifica dell’estratto contumaciale dovesse essere effettuata anche al difensore.
2. Il mancato rilievo, da parte della Corte d’Appello, dell’intervenuta prescrizione del reato.

La questione giuridica della notifica dell’estratto contumaciale

Il fulcro del ricorso verteva sull’interpretazione dell’articolo 548, comma 3, del codice di procedura penale. Secondo la difesa, per garantire un pieno diritto di difesa, la notifica dell’estratto della sentenza emessa in contumacia dovrebbe raggiungere sia l’imputato sia il suo legale. Solo in questo modo, si argomentava, il difensore sarebbe messo nelle condizioni di valutare tempestivamente i motivi di impugnazione.

La Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha invece concluso per l’inammissibilità del ricorso, sostenendo la correttezza della decisione della Corte d’Appello, in linea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, rigettando le argomentazioni della difesa. I giudici hanno chiarito che il termine per l’impugnazione decorre inequivocabilmente dalla notificazione dell’estratto contumaciale al solo imputato. La normativa, in particolare l’art. 548 c.p.p., non prevede un obbligo di notifica anche al difensore.

La Corte ha inoltre precisato che tale interpretazione non lede il diritto di difesa garantito dall’articolo 24 della Costituzione. La logica del sistema processuale, infatti, risiede nel fatto che il difensore, per poter proporre un’impugnazione, necessita di un mandato specifico da parte del suo assistito, come previsto dall’art. 571 c.p.p. La notifica all’imputato serve proprio a metterlo al corrente della condanna e a consentirgli di conferire tale mandato al proprio legale. È onere dell’imputato, una volta ricevuto l’atto, attivarsi e contattare il proprio avvocato per predisporre l’eventuale appello.

Di conseguenza, essendo l’appello stato correttamente dichiarato inammissibile in secondo grado, la Corte di Cassazione non ha potuto esaminare la seconda doglianza relativa alla prescrizione del reato. L’inammissibilità dell’impugnazione, infatti, preclude qualsiasi valutazione sul merito della vicenda processuale, rendendo definitiva la sentenza di primo grado.

Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale in materia di impugnazioni penali: la responsabilità di attivare il processo di appello ricade primariamente sull’imputato contumace a seguito della ricezione della notifica dell’estratto contumaciale. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, questa pronuncia sottolinea l’importanza di una comunicazione tempestiva tra assistito e difensore. Una volta ricevuta la notifica, l’imputato deve agire senza indugio per non rischiare di veder preclusa la possibilità di contestare la sentenza di condanna a causa del mero decorso dei termini procedurali.

Per far decorrere i termini di appello, l’estratto contumaciale di una sentenza deve essere notificato anche al difensore?
No, la legge prevede che la notifica al solo imputato contumace sia sufficiente per far partire il termine per l’impugnazione.

Cosa succede se l’appello viene presentato dopo la scadenza del termine?
L’appello viene dichiarato inammissibile e la sentenza di primo grado diventa definitiva, senza che il giudice d’appello possa esaminare il merito della questione, come ad esempio l’eventuale prescrizione del reato.

Perché la notifica dell’estratto contumaciale non è prevista per il difensore?
Perché il difensore, per poter proporre impugnazione, necessita di un mandato specifico che solo l’imputato, una volta a conoscenza della sentenza, può conferirgli. La notifica all’imputato lo mette in condizione di attivarsi per tale scopo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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