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Notifica avviso udienza: quando è valida la nullità?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’indagata che lamentava la mancata notifica dell’avviso di udienza a uno dei suoi due difensori. Secondo la Corte, l’eccezione di nullità era stata respinta con un’ordinanza non impugnata specificamente nel ricorso, rendendo quest’ultimo infondato. Il caso verteva su un sequestro preventivo nell’ambito di un’indagine per associazione a delinquere, reati tributari e riciclaggio.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica Avviso Udienza: Quando la Mancata Comunicazione al Difensore Invalida il Processo?

La corretta notifica dell’avviso di udienza ai difensori è un pilastro fondamentale del diritto di difesa. Ma cosa succede se, in presenza di due avvocati, la comunicazione viene inviata solo a uno di essi? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 15249/2025, offre chiarimenti cruciali su questo tema, sottolineando l’importanza delle modalità con cui le eccezioni di nullità vengono sollevate e contestate nel corso del procedimento. Questo caso ci permette di analizzare le conseguenze procedurali di un vizio di notifica e come la strategia difensiva possa influenzare l’esito del ricorso.

I Fatti del Caso: un Sequestro Preventivo e un’Eccezione di Nullità

La vicenda ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Macerata che, in sede di riesame, confermava un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari. Il sequestro era stato disposto nell’ambito di un’indagine per reati gravi, tra cui associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, riciclaggio e autoriciclaggio, a carico di una cittadina di origine cinese.

L’indagata, attraverso i suoi legali, ha presentato ricorso per cassazione, basandolo su un unico motivo: la violazione di legge per l’omesso rinvio dell’udienza di riesame. La difesa sosteneva che l’avviso di fissazione dell’udienza non era stato notificato a uno dei due difensori di fiducia, nominato in un secondo momento durante l’interrogatorio di garanzia. Durante l’udienza camerale, il difensore presente aveva eccepito la nullità per mancata notifica e chiesto un rinvio per garantire i termini a difesa, richiesta che il Tribunale del riesame aveva respinto.

La notifica dell’avviso di udienza e la decisione del tribunale

Il nucleo del ricorso si concentrava sulla presunta lesione del diritto di difesa causata dalla mancata notifica dell’avviso di udienza a uno dei due legali. La difesa sosteneva che tale omissione avrebbe dovuto portare alla nullità del procedimento e, di conseguenza, a un rinvio per sanare il vizio.

Tuttavia, il Tribunale del riesame, dopo aver ascoltato l’eccezione del difensore presente in udienza, aveva deciso di rigettarla con un’ordinanza emessa direttamente in camera di consiglio. Il procedimento era quindi proseguito fino alla decisione finale di conferma del sequestro.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, concentrandosi non tanto sulla questione della mancata notifica in sé, quanto sul modo in cui la difesa ha gestito proceduralmente l’eccezione. Gli Ermellini hanno evidenziato un punto cruciale: dall’esame del fascicolo processuale è emerso che il Tribunale del riesame si era già pronunciato sull’eccezione di nullità con un’ordinanza di rigetto emessa durante l’udienza camerale.

Questa ordinanza, secondo la Corte, costituiva un provvedimento autonomo che la difesa avrebbe dovuto impugnare specificamente nel ricorso per cassazione. Invece, il ricorso si limitava a lamentare genericamente l’omesso rinvio dell’udienza, senza contestare nel merito le ragioni per cui il Tribunale aveva respinto l’eccezione di nullità. Poiché l’ordinanza di rigetto non è stata impugnata, la questione sollevata è diventata inammissibile. La Corte, in sostanza, non ha potuto riesaminare la legittimità della decisione del Tribunale sulla notifica perché la difesa non ha utilizzato lo strumento processuale corretto per contestarla.

Conclusioni

La sentenza in esame offre una lezione di grande importanza pratica per la strategia processuale. Dimostra che non è sufficiente sollevare un’eccezione di nullità, come quella per la mancata notifica dell’avviso di udienza, ma è essenziale impugnare specificamente ogni provvedimento con cui il giudice respinge tale eccezione. Omettere di contestare un’ordinanza interlocutoria che decide su una questione procedurale preclude la possibilità di far valere quel vizio in una fase successiva del giudizio, come nel ricorso per cassazione. Questo principio rafforza la necessità di una difesa attenta e meticolosa in ogni fase del procedimento, poiché un errore procedurale può compromettere irrimediabilmente la tutela di un diritto fondamentale come quello di difesa.

La mancata notifica dell’avviso di udienza a uno dei due difensori rende sempre nullo il procedimento?
Non necessariamente. Secondo la sentenza, se il giudice si pronuncia sull’eccezione di nullità con un’ordinanza di rigetto e questa non viene specificamente impugnata, la questione non può essere riproposta con il ricorso per cassazione avverso la decisione finale.

Cosa avrebbe dovuto fare la difesa per far valere la nullità?
La difesa avrebbe dovuto impugnare con il ricorso per cassazione non solo il provvedimento finale di conferma del sequestro, ma anche, e specificamente, l’ordinanza con cui il Tribunale del riesame aveva rigettato l’eccezione di nullità per mancata notifica.

Qual è il principio di diritto che emerge da questa sentenza?
Il principio è che un’eccezione di nullità procedurale, una volta respinta dal giudice con un provvedimento autonomo (come un’ordinanza emessa in udienza), deve essere oggetto di specifica impugnazione. In caso contrario, la questione non può essere validamente sollevata in un momento successivo del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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