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Notifica all’irreperibile: niente traduzione dell’atto

Una cittadina straniera, dichiarata irreperibile, ha contestato la mancata traduzione integrale di un ordine di esecuzione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che in caso di notifica all’irreperibile, l’atto viene consegnato al difensore e l’obbligo di traduzione viene meno, poiché tale condizione deriva da una scelta consapevole dell’interessata. La notifica al legale è sufficiente a garantire la conoscenza dell’atto.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica all’irreperibile: la traduzione dell’atto non è dovuta

Il diritto alla traduzione degli atti processuali per l’imputato straniero è un pilastro del giusto processo. Ma cosa accade quando l’imputato si rende volontariamente irreperibile? La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha chiarito che in caso di notifica all’irreperibile, l’obbligo di traduzione viene meno. Analizziamo questa importante decisione.

I fatti del caso

Una cittadina straniera, condannata in via definitiva a una pena detentiva, proponeva ricorso contro un’ordinanza del Tribunale di Firenze. Quest’ultimo aveva rigettato la sua istanza di nullità dell’ordine di esecuzione della pena. La ricorrente lamentava l’omessa traduzione integrale dell’atto nella sua lingua madre, sostenendo che ciò le avesse impedito di comprendere appieno il titolo esecutivo e di orientare le proprie scelte difensive. Il Tribunale, dal canto suo, aveva osservato che la parte dell’atto relativa alla facoltà di richiedere misure alternative era stata tradotta e che, essendo la condannata irreperibile, l’atto era stato correttamente notificato al suo difensore, il quale aveva poi effettivamente presentato istanza per una misura alternativa.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. La decisione si basa su un orientamento giurisprudenziale consolidato, che bilancia il diritto di difesa con il comportamento processuale dell’imputato o condannato.

La notifica all’irreperibile e l’obbligo di traduzione

Il punto centrale della sentenza riguarda le conseguenze della condizione di irreperibilità. La Corte afferma che l’obbligo di traduzione degli atti processuali per l’imputato alloglotta è escluso quando quest’ultimo si sia volontariamente posto in tale condizione. In questi casi, la legge prevede che la notifica venga effettuata mediante consegna di copia dell’atto al difensore. Questo adempimento legale è considerato sufficiente a portare l’atto nella sfera di conoscibilità dell’interessato.

Il ruolo del difensore nella notifica all’irreperibile

La notifica al difensore, in lingua italiana, è vista come il meccanismo che la legge predispone per superare l’impossibilità di raggiungere direttamente la persona, impossibilità causata dalla sua stessa scelta di rendersi irreperibile. Sarà poi il difensore, nell’ambito del mandato professionale, a veicolare l’informazione al suo assistito. Secondo la Corte, non si può pretendere un adempimento (la traduzione) a favore di chi ha consapevolmente reso impossibile la notifica personale.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che il comportamento dell’interessato è determinante. La scelta di rendersi irreperibile non può tradursi in un vantaggio processuale, come quello di poter eccepire la nullità di un atto per mancata traduzione. L’ordinamento giuridico, prevedendo la notifica al difensore, assicura comunque un canale di informazione. La Corte ha inoltre evidenziato come, nel caso di specie, il difensore avesse prontamente richiesto una misura alternativa alla detenzione, dimostrando che lo scopo informativo della notifica era stato pienamente raggiunto e che le garanzie difensive non erano state in alcun modo compromesse dalla parziale traduzione dell’atto originale.

Le conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: chi si sottrae volontariamente al processo, rendendosi irreperibile, non può poi dolersi delle conseguenze procedurali che derivano dal suo stesso comportamento. Il diritto alla traduzione, pur essendo essenziale, non è assoluto e trova un limite nella necessità di garantire il corretto svolgimento della giustizia. La notifica all’irreperibile effettuata al difensore è un adempimento che soddisfa le esigenze di conoscibilità dell’atto, escludendo l’obbligo di una traduzione integrale per il destinatario finale.

È obbligatorio tradurre un atto processuale notificato al difensore di un imputato straniero irreperibile?
No. Secondo la sentenza, se il condannato alloglotta si è posto volontariamente in condizione di irreperibilità, l’obbligo di traduzione dell’atto è escluso. La notificazione in lingua italiana al difensore è considerata un adempimento legale sufficiente.

Perché la condizione di irreperibilità incide sull’obbligo di traduzione?
Perché l’impossibilità di notificare l’atto direttamente all’interessato deriva da un suo comportamento consapevole. La legge, in questo caso, prevede la notifica al difensore come meccanismo per garantire la conoscibilità dell’atto, e tale adempimento, eseguito in italiano, è ritenuto valido.

La richiesta di misure alternative da parte del difensore ha avuto un peso nella decisione?
Sì, la Corte ha considerato che il fatto che il difensore abbia tempestivamente richiesto una misura alternativa alla detenzione dimostra che lo scopo informativo della notifica è stato raggiunto e che le garanzie difensive non sono state compromesse, nonostante la mancata traduzione integrale dell’atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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