LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Notifica all’irreperibile: niente traduzione dell’atto

La Corte di Cassazione ha stabilito che non sussiste l’obbligo di traduzione degli atti giudiziari per il condannato straniero che si rende irreperibile. In questi casi, la notifica all’irreperibile effettuata presso il difensore è pienamente valida e non viene pregiudicata dalla mancata traduzione, poiché l’impossibilità di informare direttamente l’interessato deriva dal suo stesso comportamento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica all’irreperibile: la traduzione dell’atto non è necessaria

Il diritto alla traduzione degli atti giudiziari per uno straniero è un pilastro del giusto processo. Ma cosa succede se il destinatario si rende irreperibile? Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta proprio il tema della notifica all’irreperibile, stabilendo un principio chiaro: se il condannato non è rintracciabile, l’obbligo di traduzione dell’atto notificato al difensore viene meno. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un cittadino straniero, condannato con sentenza definitiva, proponeva ricorso contro un’ordinanza del Tribunale di Napoli. L’oggetto del contendere era la mancata traduzione di un decreto di sospensione dell’ordine di esecuzione della pena. Il ricorrente sosteneva che la mancata traduzione del provvedimento in una lingua a lui nota violasse i suoi diritti di difesa. Il giudice dell’esecuzione, tuttavia, aveva rigettato l’istanza per due motivi principali: in primo luogo, da un verbale di arresto emergeva una conoscenza della lingua italiana da parte dell’interessato; in secondo luogo, e in modo decisivo, l’atto non era mai stato notificato direttamente al condannato a causa della sua irreperibilità, ma unicamente al suo difensore di fiducia.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. I giudici hanno confermato la validità della procedura seguita, chiarendo che la condizione di irreperibilità del destinatario dell’atto processuale modifica il quadro degli obblighi procedurali, incluso quello relativo alla traduzione.

Le Motivazioni: la notifica all’irreperibile e le sue conseguenze

Il fulcro della motivazione della Corte risiede nel principio consolidato secondo cui l’obbligo di traduzione degli atti processuali, previsto dall’art. 143 del codice di procedura penale, è escluso quando l’imputato o condannato si sia posto volontariamente in una condizione di irreperibilità.

La legge, in questi casi, prevede che la notificazione avvenga mediante consegna di una copia dell’atto al difensore. Questa forma di notifica è un meccanismo legale che supplisce all’impossibilità di raggiungere direttamente l’interessato. Secondo la Corte, tale impossibilità deriva da un comportamento consapevole dello stesso soggetto, che sceglie di sottrarsi alla reperibilità da parte dell’autorità giudiziaria.

Di conseguenza, la funzione informativa dell’atto viene assolta attraverso la figura del difensore, il quale ha il compito di veicolare l’informazione al proprio assistito nell’ambito del mandato professionale. La Corte sottolinea come questa soluzione garantisca un equilibrio tra i diritti della difesa e la necessità di assicurare il proseguimento dell’iter giudiziario. Il fatto che l’informazione non arrivi direttamente all’interessato in una lingua a lui comprensibile è una conseguenza diretta della sua scelta di rendersi irreperibile. Questo orientamento, precisa la Corte, è valido e consolidato anche dopo le modifiche legislative introdotte in attuazione della Direttiva europea 2010/64/UE sul diritto all’interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un punto fondamentale: i diritti processuali, incluso quello alla traduzione, devono essere bilanciati con i doveri di collaborazione del soggetto sottoposto a procedimento penale. La scelta di rendersi irreperibili ha conseguenze giuridiche precise. In pratica, un condannato straniero non può eccepire la mancata traduzione di un atto se questo gli è stato notificato presso il difensore a causa della sua irreperibilità. La notifica al legale è considerata un adempimento sufficiente a garantire la conoscibilità legale dell’atto, trasferendo sul rapporto tra avvocato e assistito l’onere di comunicarne il contenuto. Questa decisione consolida un principio di auto-responsabilità: chi si sottrae alla giustizia non può poi lamentare le conseguenze procedurali che la sua stessa condotta ha generato.

È obbligatorio tradurre un atto giudiziario per un condannato straniero che si è reso irreperibile?
No. Secondo la sentenza, se il condannato si pone in una condizione di irreperibilità, l’obbligo di traduzione dell’atto viene meno, poiché la legge prevede la notifica al difensore come modalità sostitutiva.

La notifica all’irreperibile presso l’avvocato è valida anche se l’atto non è tradotto?
Sì. La Corte di Cassazione conferma che la notifica al difensore, nei casi di irreperibilità del condannato, è pienamente valida ed efficace anche in assenza di traduzione, poiché adempie alla funzione di portare legalmente a conoscenza l’atto.

Il comportamento del condannato influisce sul suo diritto alla traduzione degli atti?
Sì, in modo decisivo. La sentenza stabilisce che il diritto alla traduzione è escluso quando la mancata notifica diretta è causata dalla condizione di irreperibilità in cui il soggetto stesso si è posto, rendendo impossibile la comunicazione diretta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati