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Notifica al difensore: quando non è nulla?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso basato sulla mancata notifica al difensore di fiducia del decreto di citazione in appello. La Corte chiarisce che se la notifica è stata regolarmente effettuata al difensore precedente, non sussiste alcun obbligo di rinnovarla al legale nominato successivamente, specie se la nuova nomina indica la già avvenuta conoscenza della data d’udienza. Viene quindi confermato il principio per cui il cambio di difensore non può invalidare atti procedurali già perfezionati.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica al Difensore: Cosa Succede se si Cambia Avvocato a Processo Iniziato?

La corretta notifica al difensore degli atti processuali è un pilastro fondamentale del diritto di difesa. Ma cosa accade se l’imputato decide di cambiare il proprio avvocato dopo che la data dell’udienza è già stata comunicata? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 36360/2025, offre un chiarimento decisivo, stabilendo che non vi è alcun obbligo per l’ufficio giudiziario di ripetere la notifica al nuovo legale. Analizziamo questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di evasione, confermata dalla Corte di Appello. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando un’unica, cruciale questione di carattere procedurale: la nullità della sentenza d’appello per omessa notificazione del decreto di citazione al suo nuovo difensore di fiducia. Secondo la tesi difensiva, questa omissione avrebbe violato il suo diritto di essere assistito, come previsto dall’articolo 178, lettera c), del codice di procedura penale.

La questione della notifica al difensore e la decisione della Corte

Il ricorrente sosteneva che la mancata comunicazione dell’udienza al suo nuovo avvocato avesse inficiato la validità del giudizio d’appello. La Suprema Corte, tuttavia, ha rigettato completamente questa prospettiva, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza.

Il punto centrale della decisione risiede nell’analisi temporale degli eventi. La Corte ha osservato che la nomina del nuovo difensore era avvenuta successivamente alla regolare notifica del decreto di citazione al legale precedente. Ancor più determinante, lo stesso atto di nomina del nuovo avvocato menzionava esplicitamente la data dell’udienza d’appello. Questo dettaglio, secondo i giudici, dimostrava in modo inequivocabile che il nuovo difensore era già a conoscenza della pendenza del giudizio e della sua data di svolgimento.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza. Una volta che la notifica del decreto di citazione è stata regolarmente e validamente eseguita nei confronti del difensore all’epoca incaricato, l’ufficio giudiziario ha adempiuto al proprio obbligo. Il successivo cambio del legale rappresentante è una scelta che rientra nella sfera dell’imputato e non può far sorgere un nuovo obbligo di notifica in capo alla cancelleria.

In altre parole, la procedura si è perfezionata con la prima notifica. L’eventuale revoca del precedente mandato e la nomina di un nuovo avvocato non hanno l’effetto di invalidare retroattivamente un atto già compiuto correttamente. L’omissione di una seconda notifica, in questo contesto, non costituisce una causa di nullità. La Corte ha citato precedenti conformi (tra cui Cass. n. 30185/2020 e n. 14700/2013), sottolineando la coerenza di tale interpretazione, volta a garantire la certezza dei rapporti processuali e a prevenire manovre dilatorie. L’onere di informarsi sullo stato del procedimento grava sul nuovo difensore al momento dell’accettazione dell’incarico.

Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un importante principio di efficienza e responsabilità processuale. La scelta di cambiare difensore è un diritto dell’imputato, ma non può essere utilizzata per paralizzare o ritardare il corso della giustizia. La notifica correttamente eseguita al difensore originariamente nominato è sufficiente a garantire la validità del procedimento. Spetta poi al nuovo legale, in collaborazione con il proprio assistito e il collega che lo ha preceduto, acquisire tutte le informazioni necessarie per esercitare pienamente il mandato difensivo, inclusa la conoscenza delle udienze già fissate. Questa decisione serve da monito: la diligenza professionale e la corretta comunicazione tra le parti sono essenziali per il corretto svolgimento del processo penale.

La mancata notifica al nuovo difensore di fiducia è sempre causa di nullità della sentenza?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se la notifica del decreto di citazione è stata regolarmente effettuata al difensore precedentemente nominato, l’ufficio giudiziario non ha l’obbligo di effettuare una nuova notifica al legale subentrato. Di conseguenza, l’omissione non determina alcuna nullità.

Cosa dimostra che il nuovo difensore era a conoscenza dell’udienza?
Nel caso specifico, lo stesso atto di nomina del nuovo difensore, allegato al ricorso, indicava espressamente la data di svolgimento dell’udienza d’appello. Questo ha costituito per la Corte una prova decisiva del fatto che la difesa era pienamente a conoscenza della data del processo.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del proponente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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