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Notifica al difensore: quando decorre il termine?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un detenuto, il cui reclamo era stato dichiarato inammissibile per tardività. La Corte ha stabilito che la notifica al difensore nominato al momento dell’emissione del provvedimento è valida ai fini della decorrenza dei termini per l’impugnazione, anche se successivamente viene nominato un nuovo legale. L’esame degli atti ha infatti confermato la correttezza della notifica originaria, rendendo infondata la doglianza del ricorrente.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica al Difensore: la Cassazione Conferma la Decorrenza dei Termini

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 5061 del 2024, affronta un tema cruciale della procedura penale: la validità della notifica al difensore ai fini della decorrenza dei termini per impugnare un provvedimento. Il caso riguarda un detenuto che si è visto dichiarare inammissibile un reclamo perché presentato in ritardo. La questione centrale era stabilire se la notifica effettuata al legale precedente, e non a quello nominato successivamente, fosse sufficiente a far scattare il conto alla rovescia per l’impugnazione. La risposta della Suprema Corte è stata affermativa, fornendo chiarimenti importanti per avvocati e assistiti.

I Fatti di Causa

Un detenuto, che stava scontando una pena detentiva, aveva presentato un reclamo ai sensi dell’art. 35-ter dell’ordinamento penitenziario per violazione delle condizioni di detenzione. Il Magistrato di Sorveglianza accoglieva parzialmente la sua richiesta, concedendogli una riduzione di pena di 22 giorni e un risarcimento di 56 euro.

Contro questa decisione, il detenuto, tramite un nuovo avvocato, proponeva reclamo al Tribunale di Sorveglianza. Quest’ultimo, tuttavia, dichiarava il reclamo inammissibile per tardività, ovvero per essere stato presentato oltre i termini di legge. La base di questa decisione era che il provvedimento del Magistrato era stato regolarmente notificato, facendo così decorrere il termine per l’impugnazione.

Il Ricorso in Cassazione: il Problema della Notifica al Difensore

Il detenuto ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un vizio procedurale fondamentale. Secondo la difesa, il provvedimento del Magistrato di Sorveglianza era stato erroneamente notificato a un avvocato che non era più il suo legale di fiducia. Il nuovo difensore, non avendo ricevuto alcuna notifica, non avrebbe avuto conoscenza ufficiale della decisione e, di conseguenza, il termine per presentare il reclamo non sarebbe mai iniziato a decorrere. Si lamentava, in sostanza, una violazione di legge derivante dall’omessa notifica al difensore legittimato, che avrebbe dovuto portare all’annullamento della declaratoria di inammissibilità.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Gli Ermellini hanno innanzitutto ribadito un principio fondamentale: quando si denuncia un error in procedendo, la Corte di legittimità ha il potere-dovere di accedere agli atti del processo per verificare direttamente la correttezza della decisione impugnata, indipendentemente dalle motivazioni addotte dal giudice di merito.

Procedendo a tale verifica, la Corte ha accertato che:

1. L’ordinanza del Magistrato di Sorveglianza era stata notificata a un avvocato che, al momento della notifica, risultava essere il difensore regolarmente nominato dall’interessato.
2. Il reclamo era stato presentato successivamente da un nuovo legale, nominato in un momento successivo alla decisione e alla sua notifica.
3. All’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza era presente il primo avvocato, quello che aveva ricevuto la notifica.

Sulla base di questi elementi fattuali, la Cassazione ha concluso che l’assunto difensivo era infondato. La notifica al difensore che risultava nominato in quel preciso momento storico era perfettamente valida e idonea a far decorrere i termini per l’impugnazione. Il fatto che l’interessato avesse successivamente nominato un altro avvocato non poteva avere l’effetto di invalidare una notifica già perfezionatasi correttamente.

Conclusioni

La sentenza rafforza un principio di certezza del diritto nelle procedure giudiziarie. La validità di una notificazione deve essere valutata con riferimento alla situazione esistente al momento in cui essa viene eseguita. La nomina di un nuovo difensore non ha effetto retroattivo e non può sanare la tardività di un’impugnazione i cui termini sono già decorsi a seguito di una notifica regolare al precedente legale. Questa decisione sottolinea l’importanza per l’imputato e per i suoi difensori di monitorare attentamente lo stato del procedimento e di gestire con tempestività i passaggi di consegne tra legali, poiché le scadenze processuali, una volta avviate, non ammettono deroghe se non nei casi espressamente previsti dalla legge.

La notifica di un provvedimento al difensore nominato in quel momento è valida anche se l’imputato nomina un nuovo avvocato subito dopo?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la notifica è valida se effettuata al difensore che risulta formalmente nominato al momento della notificazione stessa. La nomina successiva di un altro legale non invalida la notifica già perfezionata e non fa ripartire i termini per l’impugnazione.

Cosa si intende per “error in procedendo”?
È un errore relativo alle norme procedurali seguito da un giudice nel corso di un processo. Quando viene lamentato questo tipo di vizio, la Corte di Cassazione ha il potere di esaminare direttamente gli atti del procedimento per verificare se l’errore sia effettivamente avvenuto e se abbia inciso sulla correttezza della decisione.

Cosa comporta la tardività di un’impugnazione?
La tardività, ovvero la presentazione di un’impugnazione (come un reclamo o un appello) oltre il termine perentorio fissato dalla legge, ne determina la declaratoria di inammissibilità. Ciò significa che il giudice non esaminerà il merito delle questioni sollevate, ma si limiterà a respingere l’atto perché presentato fuori tempo massimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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