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Notifica al difensore di fiducia: quando è valida?

Un imputato, condannato in assenza, ha richiesto la rescissione del giudicato sostenendo di non aver ricevuto la notifica del processo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che la notifica al difensore di fiducia è valida quando l’imputato si disinteressa volontariamente del processo, omettendo di mantenere i contatti con il proprio legale. La nomina di un avvocato di fiducia, infatti, comporta per l’assistito un preciso onere di informarsi sull’andamento del procedimento a suo carico.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica al difensore di fiducia: La Cassazione chiarisce gli oneri dell’imputato

La corretta notifica degli atti processuali è un pilastro del giusto processo, garantendo all’imputato il diritto di conoscere l’accusa e di difendersi. Ma cosa accade se l’imputato si rende irreperibile e ha nominato un avvocato? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 1866 del 2024, affronta proprio il tema della validità della notifica al difensore di fiducia, stabilendo precisi oneri di diligenza a carico dell’assistito.

I Fatti del Caso: Una Condanna in Assenza

La vicenda riguarda un individuo condannato in via definitiva dal Tribunale per il reato di furto aggravato. L’imputato aveva proposto istanza di rescissione del giudicato, sostenendo di non essere mai venuto a conoscenza del processo.
Durante la fase delle indagini, egli aveva regolarmente eletto domicilio e nominato un proprio legale di fiducia. Tuttavia, al momento di notificare il decreto di citazione a giudizio, l’imputato era risultato irreperibile presso il domicilio dichiarato. La notifica era stata quindi rinnovata e perfezionata presso il difensore di fiducia, il quale, però, non era mai comparso alle udienze. La Corte d’Appello aveva respinto l’istanza, ritenendo che l’imputato avesse l’onere di comunicare eventuali variazioni di domicilio e di tenersi in contatto con il proprio avvocato.

La Decisione della Corte e la validità della notifica al difensore di fiducia

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso. Secondo gli Ermellini, nel momento in cui un imputato nomina un legale, si instaura un rapporto professionale che impone all’assistito un preciso dovere di diligenza.
La Corte ha chiarito che la mancata partecipazione al processo non può considerarsi incolpevole quando dipende da un comportamento negligente o da un volontario disinteresse dell’imputato. La scelta di nominare un avvocato di fiducia non è un atto meramente formale, ma implica l’onere per l’interessato di attivarsi per conoscere le sorti del procedimento che lo riguarda.

Le Motivazioni: Tra Onere di Contatto e Disinteresse Volontario

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione sul principio, ormai consolidato, secondo cui la celebrazione del processo in assenza è legittima quando la mancata comparizione dell’imputato è riconducibile a una sua libera e volontaria rinuncia a partecipare. Tale rinuncia può desumersi anche da comportamenti concludenti.
Nel caso di specie, l’imputato non ha fornito alcuna prova di circostanze che gli avessero reso impossibile o estremamente difficile contattare il proprio legale per informarsi sullo stato del procedimento. La sua inerzia è stata interpretata come un “volontario e consapevole disinteresse” e una “volontaria sottrazione” al processo. Il fatto che lo stesso avvocato, destinatario delle notifiche, abbia poi presentato l’istanza di rescissione, dimostra la continuità del rapporto professionale e, di conseguenza, la possibilità per l’imputato di ottenere informazioni se solo si fosse attivato.
La Corte ha quindi concluso che, fallita la notifica presso il domicilio eletto per irreperibilità, la successiva notifica al difensore di fiducia ai sensi dell’art. 161, comma 4, c.p.p. è pienamente legittima e sufficiente a garantire la conoscenza legale del processo, ponendo a carico dell’imputato le conseguenze della sua negligenza.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per l’Imputato

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la difesa è un diritto, ma anche un onere. L’imputato che nomina un difensore di fiducia non può successivamente invocare la propria ignoranza del processo se questa deriva dalla sua stessa inerzia. È suo dovere mantenere un canale di comunicazione attivo con il proprio legale. In caso contrario, la sua assenza sarà considerata volontaria, legittimando la prosecuzione del processo e precludendo la possibilità di rimettere in discussione una sentenza di condanna divenuta definitiva.

La notifica del decreto di citazione al solo difensore di fiducia è sufficiente se l’imputato risulta irreperibile al domicilio eletto?
Sì. Secondo la Corte, una volta che la notifica al domicilio eletto fallisce per irreperibilità, è legittimo procedere con la notifica presso il difensore di fiducia ai sensi dell’art. 161, comma 4, c.p.p., e tale notifica è idonea a portare legalmente a conoscenza dell’imputato il processo.

L’imputato ha l’obbligo di tenersi in contatto con il proprio avvocato di fiducia?
Sì. La nomina di un difensore di fiducia instaura un rapporto professionale che onera l’imputato dell’obbligo di attivarsi per conoscere le sorti del processo. La sua mancata conoscenza, se dovuta a un’omissione di contatto, è considerata una volontaria sottrazione al processo.

Per ottenere la rescissione del giudicato, basta affermare di non aver saputo del processo?
No, non è sufficiente. L’imputato che ha nominato un difensore di fiducia deve allegare e provare fatti o situazioni concrete che gli abbiano reso impossibile o estremamente difficile informarsi sull’andamento del processo tramite il proprio legale. La semplice inerzia o il disinteresse non costituiscono una valida giustificazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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