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Mutamento giudice: quando la sentenza resta valida?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario basato sulla nullità di una sentenza di primo grado per mutamento del giudice. Secondo la Corte, in procedimenti di criminalità organizzata, la rinnovazione del dibattimento tramite lettura degli atti è sufficiente se le difese non articolano specifiche esigenze probatorie nuove, respingendo l’argomento del mutamento giudice come causa di nullità automatica. La decisione sottolinea che le norme procedurali specifiche, come l’art. 190-bis c.p.p., prevalgono sull’aspirazione generica ad essere giudicati dal medesimo organo che ha assunto le prove.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mutamento Giudice: la Cassazione fissa i paletti per la nullità

Il principio di immutabilità del giudice è un caposaldo del giusto processo, ma cosa succede quando la composizione del collegio giudicante cambia a processo in corso? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione analizza proprio un caso di mutamento giudice, chiarendo quando questo non comporta la nullità della sentenza. La decisione offre spunti fondamentali sulla rinnovazione del dibattimento e sulle deroghe previste in specifici contesti, come i processi di criminalità organizzata.

I Fatti Processuali

Il caso nasce da un ricorso straordinario presentato da quattro imputati contro una precedente sentenza della stessa Corte di Cassazione. Gli imputati lamentavano un vizio procedurale avvenuto nel giudizio di primo grado: dopo la chiusura dell’istruttoria dibattimentale e le conclusioni del Pubblico Ministero e delle parti civili, ma prima delle conclusioni dei difensori, la composizione del collegio giudicante era cambiata. Secondo i ricorrenti, questa circostanza avrebbe dovuto comportare la rinnovazione delle discussioni finali, cosa che non era avvenuta, viziando la sentenza di primo grado con una nullità assoluta e insanabile.

La Decisione della Corte di Cassazione sul mutamento del giudice

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi manifestamente infondati e quindi inammissibili. I giudici hanno sottolineato come la questione del mutamento giudice fosse già stata esaminata e correttamente risolta nella precedente sentenza di legittimità.

La Corte ha ribadito che, nel caso di specie, si trattava di un procedimento regolato dall’articolo 190-bis del codice di procedura penale, applicabile ai processi di criminalità organizzata. Questa norma prevede che l’esame di testimoni già sentiti in precedenza sia ammesso solo se il giudice lo ritiene assolutamente necessario. Tale disciplina, secondo un orientamento consolidato, si applica anche all’ipotesi di rinnovazione del dibattimento per mutamento giudice.

Nel caso specifico, il Tribunale, a seguito del cambio di composizione e di fronte all’opposizione delle difese, aveva correttamente disposto la rinnovazione tramite la lettura dell’attività istruttoria già svolta. Le difese, d’altro canto, non avevano argomentato fatti o circostanze nuove che giustificassero una nuova audizione, limitandosi a esprimere una generica “aspirazione” a essere giudicati dallo stesso giudice che aveva raccolto le prove.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha precisato che la semplice richiesta di essere giudicati dal medesimo giudice non può portare a un’interpretazione che abroghi di fatto una precisa norma del codice di rito. L’articolo 190-bis c.p.p. stabilisce condizioni specifiche per la rinnovazione degli esami, e in assenza di tali condizioni, la procedura seguita dal Tribunale (rinnovazione tramite lettura degli atti) è stata ritenuta adeguata e corretta.

Inoltre, la Corte ha smontato l’argomentazione dei ricorrenti secondo cui non vi sarebbe stata nemmeno la lettura degli atti. Dal verbale di udienza emergeva chiaramente che, dopo la disposta rinnovazione per lettura, “le parti si riportano alle conclusioni già rassegnate”. Questo passaggio dimostra che le parti stesse avevano accettato la modalità di rinnovazione, rendendo la doglianza infondata non solo in diritto ma anche in fatto.

Infine, la Cassazione ha ricordato un principio pacifico: la violazione dell’obbligo di dare lettura degli atti del fascicolo del dibattimento non determina alcuna nullità o inutilizzabilità, a meno che non vi siano specifiche previsioni sanzionatorie. Tale omissione non rientra nelle cause generali di nullità previste dall’art. 178 c.p.p.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma un importante principio di bilanciamento tra il diritto di difesa e le esigenze di efficienza processuale, specialmente in contesti complessi come i processi di criminalità organizzata. La decisione chiarisce che il mutamento giudice non è una formula magica per ottenere la nullità della sentenza. La rinnovazione del dibattimento può avvenire con modalità semplificate, come la lettura degli atti, se la difesa non è in grado di indicare specifiche e concrete ragioni probatorie che impongano una nuova escussione. Questo precedente rafforza l’applicazione dell’art. 190-bis c.p.p. e delimita con precisione gli oneri delle parti processuali in caso di sostituzione di un membro del collegio giudicante.

Cosa succede se un giudice viene sostituito durante un processo penale?
Di norma, il processo dovrebbe essere ripetuto davanti al nuovo giudice. Tuttavia, in specifici procedimenti (come quelli per criminalità organizzata), la legge consente una rinnovazione semplificata, come la lettura degli atti già formati, a meno che non emergano nuove e concrete esigenze probatorie.

È sempre necessario riascoltare tutti i testimoni se cambia il giudice?
No. Secondo la sentenza, in alcuni processi (disciplinati dall’art. 190-bis c.p.p.), la riaudizione è ammessa solo se il giudice la ritiene ‘assolutamente necessaria’. La semplice richiesta della difesa di essere giudicata dallo stesso giudice che ha sentito i testimoni non è sufficiente a imporre la ripetizione dell’esame.

La mancata lettura degli atti dopo il cambio del giudice causa la nullità della sentenza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’omessa lettura degli atti del fascicolo dibattimentale, in assenza di specifiche norme che prevedano una sanzione, non determina alcuna nullità o inutilizzabilità degli atti stessi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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