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Motivi nuovi in Cassazione: appello inammissibile

Un soggetto, condannato per tentato furto aggravato, ha presentato ricorso in Cassazione contestando l’applicazione della recidiva. Poiché si trattava di motivi nuovi in Cassazione, non sollevati nel precedente grado di appello, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione riafferma il principio che non è possibile introdurre nuove questioni per la prima volta nel giudizio di legittimità, pena l’inammissibilità del gravame.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivi Nuovi in Cassazione: Quando il Ricorso Diventa Inammissibile

L’esito di un processo penale dipende non solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole procedurali che governano i diversi gradi di giudizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la strategia difensiva debba essere attentamente pianificata fin dal primo grado di appello, evidenziando le conseguenze della presentazione di motivi nuovi in Cassazione. Questo principio, noto come effetto devolutivo dell’appello, stabilisce che il giudice superiore può pronunciarsi solo sulle questioni che gli sono state specificamente sottoposte. Vediamo nel dettaglio il caso e la decisione della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: La Condanna per Tentato Furto

Il percorso giudiziario ha inizio con una sentenza del Tribunale che riconosce un imputato colpevole dei reati di tentato furto aggravato e di evasione. In applicazione dell’istituto della continuazione tra i reati e tenendo conto della riduzione prevista per il rito processuale scelto, l’imputato veniva condannato alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione, oltre a una multa di 1.200,00 euro. Tale decisione veniva successivamente confermata in toto dalla Corte d’Appello competente.

Il Ricorso e i Decisivi Motivi Nuovi in Cassazione

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa proponeva ricorso per cassazione, affidandolo a un unico motivo. La critica mossa alla sentenza d’appello riguardava l’erronea applicazione della legge penale e l’inidoneità della motivazione in relazione a un punto specifico: l’applicazione della recidiva. Tuttavia, questa censura rappresentava una novità assoluta nel processo. Si trattava, infatti, di motivi nuovi in Cassazione, in quanto la questione della recidiva non era stata sollevata nei motivi di gravame presentati dinanzi alla Corte d’Appello.

La Decisione della Suprema Corte: Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza entrare nel merito della questione sollevata. La decisione si fonda su un principio consolidato della procedura penale: non è possibile introdurre per la prima volta nel giudizio di legittimità argomenti che non sono stati precedentemente sottoposti all’esame del giudice d’appello.

Le Motivazioni: il Rispetto del Principio Devolutivo

La Corte ha spiegato che ammettere motivi nuovi in Cassazione comporterebbe un’alterazione delle regole processuali. Il rischio sarebbe quello di annullare una sentenza (quella d’appello) con riferimento a un punto della decisione che, di fatto, è stato intenzionalmente sottratto alla cognizione del giudice di secondo grado. Se alla Corte d’Appello non viene chiesto di pronunciarsi su un determinato aspetto, non le si può imputare un difetto di motivazione su quel punto. Di conseguenza, la Corte di Cassazione non può a sua volta riesaminarlo. Questo meccanismo garantisce l’ordine e la coerenza tra i vari gradi di giudizio. La Corte ha richiamato un suo precedente (Sez. 2, n. 29707 del 08/03/2017), che ribadisce come il giudizio di legittimità non possa trasformarsi in una terza istanza di merito dove far valere doglianze non tempestivamente formulate. A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Strategia Difensiva

Questa ordinanza è un monito fondamentale per gli operatori del diritto. Dimostra in modo inequivocabile l’importanza di strutturare una strategia difensiva completa e lungimirante sin dal primo atto di appello. Ogni potenziale punto di contestazione della sentenza di primo grado deve essere esplicitato nei motivi di gravame, poiché le omissioni non potranno essere sanate nel successivo ricorso per cassazione. La preclusione processuale che scatta è rigida e comporta non solo il rigetto del ricorso, ma anche ulteriori oneri economici per l’imputato. Una difesa efficace è, dunque, una difesa che sa giocare d’anticipo, prevedendo tutte le possibili argomentazioni e sottoponendole al giudice competente nel momento processuale corretto.

È possibile presentare per la prima volta un motivo di ricorso davanti alla Corte di Cassazione?
No, la Corte di Cassazione, con la pronuncia in esame, ha ribadito che non sono deducibili con il ricorso questioni che non abbiano già costituito oggetto dei motivi di gravame nel precedente grado di appello.

Perché un motivo di ricorso non presentato in appello rende inammissibile il ricorso in Cassazione?
Perché si deve evitare il rischio che in sede di legittimità venga annullato un provvedimento per un punto che è stato intenzionalmente sottratto alla conoscenza del giudice d’appello, il quale, di conseguenza, non ha potuto sviluppare una motivazione al riguardo.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente se il ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata determinata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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