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Motivi nuovi appello: i limiti secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3488/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso basato su ‘motivi nuovi appello’ presentati tardivamente. La Corte ha stabilito che tali motivi non possono introdurre censure completamente nuove rispetto a quelle dell’atto di impugnazione originario, ma devono limitarsi a sviluppare o chiarire i punti già dedotti. Nel caso specifico, i nuovi motivi contestavano l’utilizzabilità di una testimonianza, un tema mai sollevato prima. La Corte ha inoltre specificato che, in ogni caso, la testimonianza era legittima poiché la fonte era un co-imputato, fattispecie non coperta dalle limitazioni sulla testimonianza indiretta.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Motivi Nuovi Appello: Quando un’Argomentazione Tardiva è Inammissibile

Nel processo penale, la presentazione dei motivi nuovi appello rappresenta uno strumento a disposizione della difesa per approfondire le proprie argomentazioni, ma il suo utilizzo è soggetto a limiti rigorosi. Con l’ordinanza in commento, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: i motivi nuovi non possono servire a introdurre censure completamente inedite, pena la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una persona, condannata in primo grado, presentava appello avverso la sentenza. Successivamente, la difesa depositava dei ‘motivi nuovi’ con cui sollevava per la prima volta una questione specifica: l’inutilizzabilità delle dichiarazioni di un testimone. Secondo la difesa, tale testimonianza era ‘de relato’ (indiretta), in quanto il teste aveva riferito circostanze apprese da un co-imputato. La Corte d’Appello confermava la condanna e la questione giungeva dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La decisione si fonda su una duplice e convergente linea argomentativa, che tocca sia aspetti procedurali che di merito.

Le Motivazioni: Un Doppio Binario tra Procedura e Sostanza

La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile sotto più profili, offrendo chiarimenti cruciali sulla corretta redazione degli atti di impugnazione.

Il Limite Procedurale dei Motivi Nuovi Appello

Il primo profilo, di natura strettamente procedurale, è decisivo. La Cassazione ha ricordato che i motivi nuovi, per essere ammissibili, devono avere ad oggetto i capi o i punti della decisione già impugnati con l’atto principale. Essi possono rappresentare uno sviluppo, una migliore esposizione o l’aggiunta di ragioni giuridiche diverse, ma sempre rimanendo all’interno del perimetro (il cosiddetto petitum) tracciato con l’impugnazione originaria.

Nel caso di specie, la difesa aveva introdotto un tema completamente nuovo – l’inutilizzabilità della testimonianza – che non era stato menzionato nell’atto di appello iniziale. Questo tentativo di ‘allargare’ l’ambito del giudizio in un momento successivo è stato considerato una violazione delle regole procedurali, rendendo i motivi inammissibili.

L’Irrilevanza della Questione di Merito: La Testimonianza Indiretta

Anche se i motivi fossero stati proceduralmente ammissibili, la Corte ha specificato che sarebbero stati comunque infondati nel merito. Questo secondo profilo, definito ‘concorrente e assorbente’, chiarisce un importante aspetto della prova testimoniale.

La disciplina sulla testimonianza indiretta (art. 195 c.p.p.), che prevede specifici oneri per l’utilizzabilità delle dichiarazioni ‘de relato’, non trova applicazione quando la fonte diretta della notizia è un co-imputato nello stesso procedimento o in un procedimento connesso. Poiché il testimone aveva riferito quanto appreso direttamente da un co-imputato, la sua deposizione era pienamente utilizzabile senza necessità di applicare le cautele previste per la testimonianza indiretta da fonti terze. La doglianza, quindi, era priva di fondamento giuridico.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza della Cassazione offre una lezione fondamentale per gli operatori del diritto: l’atto di impugnazione deve essere completo e ben strutturato sin dalla sua prima redazione. L’istituto dei motivi nuovi appello non è una ‘seconda occasione’ per sollevare questioni dimenticate o non considerate, ma solo uno strumento per affinare e approfondire le censure già tempestivamente formalizzate. L’introduzione di temi nuovi non solo porta all’inammissibilità del motivo, ma espone l’imputato al rischio concreto di una condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso in esame, a sottolineare la gravità di un’impugnazione irrituale.

È possibile presentare argomenti completamente nuovi dopo aver depositato l’atto di appello?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che i ‘motivi nuovi’ devono essere uno sviluppo o una migliore esposizione dei punti già indicati nell’atto di impugnazione originario e non possono introdurre censure completamente nuove che allarghino l’oggetto del giudizio.

La regola sulla testimonianza indiretta (o ‘de relato’) si applica sempre?
No. Secondo l’ordinanza, la disciplina dell’art. 195 cod. proc. pen. sulla testimonianza indiretta non si applica quando la fonte di riferimento è un soggetto che ha la qualità di imputato nello stesso procedimento o in un procedimento connesso.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per colpa?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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