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Misura cautelare consegna: il pericolo di fuga decide

La Corte di Cassazione ha confermato la custodia in carcere per un cittadino straniero in attesa di consegna alla Francia. La decisione si fonda sulla specificità della procedura di consegna, dove la valutazione del pericolo di fuga è prioritaria. La Corte ha ritenuto irrilevanti le valutazioni fatte in altri procedimenti nazionali, sottolineando come l’uso di diverse generalità e gli spostamenti tra Paesi costituiscano elementi concreti per giustificare la massima misura cautelare consegna per assicurare la ‘traditio in vinculis’.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Misura Cautelare per la Consegna: Quando il Pericolo di Fuga Prevale

Nel contesto della cooperazione giudiziaria europea, la misura cautelare consegna assume un ruolo cruciale per garantire l’efficacia del Mandato di Arresto Europeo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 11729 del 2024, offre importanti chiarimenti su come deve essere valutato il pericolo di fuga in queste procedure, sottolineando la loro specificità rispetto ai procedimenti penali ordinari. Il caso analizzato riguarda la decisione di applicare la custodia in carcere a un cittadino straniero ricercato dalla Francia, una scelta confermata dalla Suprema Corte nonostante le argomentazioni difensive.

I Fatti del Caso

Un cittadino albanese veniva arrestato in Italia in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità francesi. La richiesta di consegna era finalizzata all’esecuzione di una pena di tre anni di reclusione per un furto aggravato commesso in Francia nel 2016. La Corte di appello di Milano convalidava l’arresto e applicava la misura della custodia cautelare in carcere.

La difesa del ricercato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte di merito avesse erroneamente ignorato una serie di documenti provenienti da altri procedimenti italiani. Tali documenti, secondo il ricorrente, dimostravano l’assenza di esigenze cautelari o, quantomeno, l’adeguatezza di una misura meno afflittiva come gli arresti domiciliari. Si faceva riferimento, ad esempio, a un provvedimento del magistrato di sorveglianza che aveva concesso l’esecuzione domiciliare della pena in un altro caso. Inoltre, la difesa contestava la valutazione del pericolo di fuga, definendola immotivata e carente.

L’Analisi della Corte di Cassazione e la Specificità della Misura Cautelare Consegna

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo una chiara interpretazione dei principi che regolano la misura cautelare consegna. I giudici di legittimità hanno innanzitutto ribadito che il loro controllo in materia cautelare è limitato alla violazione di legge, e non può estendersi a una rivalutazione del merito, salvo i casi di motivazione inesistente o meramente apparente.

Il punto centrale della decisione risiede nella specificità della procedura di consegna. A differenza di un procedimento nazionale, il cui scopo è accertare una responsabilità penale, la procedura di consegna ha l’obiettivo primario di assicurare la traditio in vinculis, ovvero la consegna materiale della persona richiesta allo Stato emittente. Di conseguenza, la valutazione dei presupposti per le misure cautelari, in particolare il pericolo di fuga, deve essere condotta alla luce di questa finalità.

La Valutazione del Pericolo di Fuga

La Cassazione ha ritenuto corretta la valutazione della Corte di appello, che aveva individuato elementi concreti e attuali a sostegno del pericolo di fuga:

* La gravità del reato commesso in Francia.
* L’allontanamento dal territorio francese dopo la commissione del fatto.
* L’uso di diverse generalità da parte del ricercato.
* I frequenti spostamenti tra vari Stati (Francia, Spagna, Albania).

Questi elementi, considerati nel loro insieme, delineano una reale possibilità di allontanamento clandestino, rendendo la massima misura cautelare l’unica idonea a garantire la consegna. La Corte ha specificato che le valutazioni compiute in altri procedimenti italiani erano irrilevanti, poiché basate su parametri diversi e non tenevano conto di aspetti cruciali emersi nel contesto della procedura di consegna.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della sentenza impugnata è stata giudicata adeguata e non meramente apparente. La Corte di appello aveva correttamente escluso misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, non solo per l’elevato pericolo di fuga, ma anche per l’inidoneità del domicilio indicato. Le informazioni fornite dalla difesa su una possibile sistemazione “presso un’amica” sono state ritenute generiche e basate su una dichiarazione risalente a oltre un anno prima. Tale valutazione, secondo la Cassazione, non è arbitraria.

Inoltre, la decisione di applicare la custodia in carcere implica un giudizio di inadeguatezza di tutte le altre misure, compreso l’uso di strumenti di controllo elettronico. La personalità negativa del ricorrente, emersa da altri procedimenti penali a suo carico, non offriva alcuna garanzia sulla sua spontanea adesione alle prescrizioni, rafforzando la necessità della misura più restrittiva.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma un principio fondamentale: nelle procedure di consegna basate sul Mandato di Arresto Europeo, la valutazione delle esigenze cautelari segue una logica autonoma e finalizzata a garantire la cooperazione giudiziaria. Il pericolo di fuga deve essere scrutinato con particolare rigore, valorizzando elementi come la mobilità internazionale e l’uso di alias, che potrebbero non avere lo stesso peso in un procedimento puramente nazionale. La decisione sottolinea che la scelta della misura cautelare consegna più appropriata deve basarsi su una prognosi concreta del rischio che la persona si sottragga alla giustizia europea, e la custodia in carcere rimane uno strumento legittimo quando le alternative non offrono garanzie sufficienti.

Qual è l’obiettivo principale di una misura cautelare in una procedura di consegna europea?
L’obiettivo primario è assicurare la consegna fisica della persona richiesta (‘traditio in vinculis’) allo Stato membro che ha emesso il mandato di arresto, neutralizzando ogni concreto pericolo di fuga.

Le valutazioni di un giudice in un procedimento nazionale possono influenzare la decisione sulla misura cautelare per la consegna?
Possono essere considerate, ma non sono vincolanti. Il giudice della consegna deve effettuare una valutazione autonoma e specifica, basata sulle esigenze del procedimento di consegna, che possono portare a conclusioni diverse rispetto a quelle raggiunte in procedimenti nazionali.

Perché in questo caso gli arresti domiciliari sono stati ritenuti inadeguati?
Gli arresti domiciliari sono stati ritenuti inadeguati per due ragioni principali: l’elevato e concreto pericolo di fuga, desunto da elementi come l’uso di diverse identità e gli spostamenti internazionali; e l’inidoneità del luogo indicato per la misura, poiché le informazioni fornite erano generiche e basate su una dichiarazione di disponibilità non recente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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