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Mezzi fraudolenti: la Cassazione esclude il falso

Un imprenditore, condannato per aver presentato una falsa dichiarazione sui propri requisiti in una gara d’appalto, vede la sua condanna per turbativa d’asta annullata. La Cassazione chiarisce che tale falsità non costituisce uno dei mezzi fraudolenti idonei a turbare la gara, ma un reato diverso. Il reato di falso ideologico viene invece dichiarato estinto per prescrizione.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Mezzi fraudolenti: quando la falsa dichiarazione non turba la gara

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 35032/2024) offre un chiarimento fondamentale sulla distinzione tra la presentazione di una dichiarazione falsa per partecipare a una gara d’appalto e l’effettiva turbativa della gara stessa. La Corte ha stabilito che una falsa attestazione sui requisiti personali, pur costituendo un illecito, non integra di per sé i mezzi fraudolenti richiesti per il reato di turbata libertà degli incanti, previsto dall’art. 353 del codice penale.

Il Caso: Una Dichiarazione Falsa in una Gara d’Appalto

La vicenda riguarda un imprenditore che, per partecipare a una procedura negoziata per la gestione di un impianto sciistico, aveva presentato una dichiarazione in cui attestava di non avere a carico condanne penali ostative, come richiesto dalla normativa sugli appalti pubblici (all’epoca l’art. 38 del D.Lgs. 163/2006). In realtà, l’imprenditore aveva riportato numerose condanne definitive, tra cui una per tentato riciclaggio, reato che avrebbe comportato la sua automatica esclusione.

Nonostante la sua società si fosse classificata seconda, era risultata aggiudicataria in seguito alla rinuncia della prima classificata. Tuttavia, una volta scoperta la falsità della dichiarazione, l’ente appaltante aveva revocato l’aggiudicazione. L’imprenditore era stato quindi condannato nei primi due gradi di giudizio per falso ideologico (art. 483 c.p.) e per turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.).

La Decisione della Cassazione e l’analisi dei mezzi fraudolenti

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici di merito per quanto riguarda il reato di turbativa d’asta, annullando la sentenza senza rinvio “perché il fatto non sussiste”. Ha invece dichiarato estinto per prescrizione il reato di falso ideologico.

La Distinzione tra Falsità Documentale e Turbativa d’Asta

Il punto centrale della sentenza risiede nella definizione di mezzi fraudolenti. Secondo la Corte, per configurare il reato di turbativa d’asta, la condotta fraudolenta deve incidere direttamente sul meccanismo competitivo della gara, alterandone il regolare svolgimento e minacciando concretamente la libera concorrenza tra i partecipanti. Si tratta di condotte che influenzano l’andamento della procedura una volta che questa è stata avviata, come il ricorso a prestanomi, la diffusione di informazioni scorrette agli altri concorrenti o la presentazione di preventivi falsi per dimostrare la congruità di un’offerta.

Il Reato di Falso Ideologico: Prescrizione

Per quanto riguarda l’accusa di falso ideologico (art. 483 c.p.), la Corte, pur ritenendo infondate le difese dell’imputato sulla presunta mancanza di dolo, ha dovuto prendere atto dell’avvenuto decorso dei termini di prescrizione. Calcolando il tempo necessario, comprensivo degli aumenti per la recidiva e dei periodi di sospensione, il reato è risultato estinto prima della pronuncia della sentenza d’appello.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di un’interpretazione rigorosa dell’art. 353 c.p., ancorata ai principi di offensività e determinatezza della fattispecie penale.

Perché la Falsa Dichiarazione non è un Mezzo Fraudolento?

I giudici hanno spiegato che le condotte meramente antecedenti all’allestimento della gara, come la presentazione di documenti falsi per attestare il possesso dei requisiti di partecipazione, non sono di per sé idonee a determinare una concreta minaccia per la libera concorrenza. Tali falsità incidono sulla legittimità amministrativa dell’ammissione del concorrente alla procedura, ma non turbano il confronto competitivo tra le offerte presentate. In altre parole, il mendacio documentale è un atto che si colloca a monte della competizione e non ne altera le dinamiche interne.

Il Principio di Offensività nel Reato di Turbativa

La turbata libertà degli incanti è un reato di pericolo concreto. Ciò significa che non è sufficiente un comportamento astrattamente scorretto, ma è necessario che tale comportamento abbia creato un rischio effettivo per il bene giuridico tutelato, ovvero la correttezza e la trasparenza della gara e la parità di condizioni tra i concorrenti. La falsa dichiarazione sui requisiti, pur essendo un reato (quello di falso, appunto), non espone a pericolo immediato il corretto svolgimento della competizione, che potrà essere turbata solo da condotte successive e diverse.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza traccia un confine netto tra illeciti diversi. La presentazione di una falsa dichiarazione per accedere a una gara pubblica resta un reato (falso ideologico, art. 483 c.p.), ma non può essere automaticamente qualificata come turbativa d’asta. Per contestare quest’ultimo, più grave reato, l’accusa deve provare l’esistenza di specifici mezzi fraudolenti che abbiano concretamente inciso sul regolare andamento della competizione. Questa distinzione è cruciale per garantire la proporzionalità della sanzione penale e per evitare un’eccessiva dilatazione della nozione di turbativa d’asta a condotte che, seppur illecite, non ledono direttamente la libera concorrenza.

Presentare una falsa dichiarazione sui propri requisiti per partecipare a una gara d’appalto costituisce il reato di turbativa d’asta?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mera falsità (ideologica o materiale) realizzata per accedere a una gara, pur incidendo sulla legittimità amministrativa della procedura, non configura il reato di turbata libertà degli incanti. Integra, piuttosto, una distinta figura di reato, come il falso ideologico.

Cosa si intende per ‘mezzi fraudolenti’ nel reato di turbata libertà degli incanti?
Si intendono tutte quelle attività ingannevoli e artificiose (diverse da violenza, minacce o collusioni) che sono direttamente idonee a incidere sul corretto svolgimento di una gara già avviata, alterandone il regolare funzionamento e pregiudicando la libera concorrenza. Esempi includono l’uso di prestanomi, la diffusione di informazioni scorrette agli altri partecipanti o la presentazione di documenti falsi per influenzare la valutazione delle offerte.

Perché il reato di falso ideologico a carico dell’imputato è stato dichiarato estinto?
Il reato di falso ideologico è stato dichiarato estinto per prescrizione. La Corte ha calcolato che il termine massimo previsto dalla legge per perseguire tale reato, tenuto conto degli aumenti per la recidiva e delle sospensioni del processo, era già decorso prima che venisse emessa la sentenza d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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