LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Marchio non registrato: la Cassazione sulla tutela penale

Un commerciante era stato condannato per la vendita di prodotti con un marchio non ancora registrato. La Corte di Cassazione ha annullato la condanna, stabilendo che la tutela penale per l’usurpazione di titoli di proprietà industriale, prevista dall’art. 517-ter c.p., si applica solo dopo l’effettiva concessione del marchio. Il semplice deposito della domanda di registrazione non è sufficiente a configurare il reato. La sentenza sottolinea l’importanza della registrazione per la conoscibilità del diritto da parte di terzi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Tutela del marchio non registrato: Quando scatta il reato?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43869/2024, ha offerto un chiarimento fondamentale in materia di proprietà industriale, specificando i presupposti per la configurabilità del reato di fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517-ter c.p.). La pronuncia stabilisce un principio cardine: la tutela penale per un marchio non registrato non può essere accordata. È necessaria la registrazione effettiva del marchio perché si possa parlare di reato. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: La Vendita di Giocattoli con Marchio in Attesa di Registrazione

Il caso trae origine dal ricorso di un commerciante, condannato nei gradi di merito per aver detenuto e messo in vendita 393 giocattoli recanti un marchio ritenuto contraffatto. La particolarità della vicenda risiedeva nella tempistica: al momento del controllo e del sequestro da parte della Guardia di Finanza, avvenuto nel giugno 2017, la società titolare del marchio aveva solamente depositato la domanda di registrazione (maggio 2017). La concessione ufficiale del marchio da parte dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi era intervenuta solo successivamente, nel marzo 2018.

La Decisione della Corte d’Appello

La Corte territoriale aveva confermato la condanna, ritenendo che la tutela penale potesse estendersi anche a un marchio per il quale era stata semplicemente presentata la richiesta di registrazione. Secondo i giudici di secondo grado, la presentazione della domanda era sufficiente a integrare il presupposto del reato. Inoltre, avevano desunto la consapevolezza (elemento soggettivo) dell’imputato dal fatto che, durante il controllo, il personale del negozio non era stato in grado di esibire la documentazione che legittimasse la commercializzazione dei prodotti.

L’Analisi della Cassazione sulla tutela del marchio non registrato

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’imputato, annullando la sentenza con rinvio e ribaltando l’interpretazione dei giudici di merito. Il ragionamento della Cassazione si fonda su due pilastri fondamentali.

La Necessità della Registrazione Effettiva

Il reato previsto dall’art. 517-ter c.p. punisce l’usurpazione di un ‘titolo di proprietà industriale’. La Corte chiarisce che un ‘titolo’ esiste giuridicamente solo quando è stato effettivamente concesso dall’autorità competente. La mera presentazione della domanda avvia una procedura amministrativa che potrebbe anche concludersi con un diniego. Di conseguenza, fino al momento della registrazione, non esiste un diritto di privativa che possa essere ‘usurpato’ penalmente. Citando un precedente consolidato (Cass. n. 2932/2021), i giudici hanno ribadito che ‘non è sufficiente per la configurabilità del reato che prima della sua consumazione sia stata depositata la domanda tesa ad ottenere il titolo di privativa, ma è invece necessario che questo sia stato effettivamente conseguito’.

La Conoscibilità del Diritto e l’Elemento Soggettivo

La norma incriminatrice richiede che l’agente possa ‘conoscere dell’esistenza del titolo di proprietà industriale’. Questa conoscibilità, secondo la Corte, deriva dal sistema di pubblicità legale legato alla registrazione del marchio. Prima della registrazione e della relativa pubblicazione, un terzo non può essere a conoscenza dell’esistenza di un diritto esclusivo. Nel caso di specie, la comunicazione della richiesta di registrazione era avvenuta nell’ottobre 2017, ben dopo i fatti contestati (giugno 2017). Pertanto, era impossibile per l’imputato conoscere l’esistenza del diritto che avrebbe violato. La Corte ha inoltre ritenuto illogica la motivazione sull’elemento soggettivo, basata sulla mancata esibizione di documenti da parte di un dipendente, giudicandola insufficiente a provare la consapevolezza della violazione.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte di Cassazione si concentrano sul principio di tassatività e determinatezza della legge penale. Estendere la tutela a un marchio non registrato significherebbe applicare la norma penale a una situazione non ancora giuridicamente consolidata, creando incertezza del diritto. La registrazione costituisce il momento in cui il diritto di privativa sorge e diventa opponibile erga omnes, ovvero nei confronti di tutti. Solo da quel momento la sua violazione può assumere rilevanza penale ai sensi dell’art. 517-ter c.p. La Corte ha evidenziato come l’apparato giustificativo della sentenza impugnata fosse carente sia sul piano oggettivo (l’esistenza del titolo al momento del fatto) sia su quello soggettivo (la prova della consapevolezza dell’imputato), rendendo necessario l’annullamento.

Le Conclusioni

La sentenza in commento riafferma un principio di certezza giuridica fondamentale nel diritto penale industriale. La protezione penale contro la contraffazione e l’usurpazione di marchi scatta solo con la registrazione effettiva. Gli imprenditori che depositano una domanda di marchio non possono beneficiare della tutela penale fino alla conclusione positiva dell’iter amministrativo. Questa decisione impone una riflessione sull’importanza di completare il processo di registrazione prima di intraprendere azioni legali in sede penale e delimita chiaramente il perimetro applicativo di una norma cruciale per la protezione della proprietà intellettuale.

Quando un marchio riceve tutela penale ai sensi dell’art. 517-ter del codice penale?
Secondo la sentenza, la tutela penale per il reato di usurpazione di titoli di proprietà industriale sorge solo quando il marchio è stato effettivamente registrato e il relativo titolo di privativa è stato conseguito. Non prima.

È sufficiente aver depositato la domanda di registrazione per essere protetti penalmente contro la contraffazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la mera presentazione della domanda di registrazione non è sufficiente a integrare i presupposti del reato, in quanto il diritto di privativa non è ancora sorto e non è opponibile a terzi.

Come si valuta la conoscenza dell’usurpazione del titolo di proprietà industriale da parte dell’imputato?
La conoscenza deve essere desumibile da elementi fattuali concreti. La Corte ha ritenuto che la mancata esibizione di documenti di acquisto da parte di un dipendente non sia, di per sé, un elemento sufficiente a dimostrare la consapevolezza del titolare dell’esercizio commerciale circa l’usurpazione del marchio, specialmente se il marchio non era ancora registrato e quindi non pubblicamente conoscibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati