LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Mandato specifico impugnazione: appello inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una condanna per ricettazione. La decisione si fonda sulla mancanza del mandato specifico impugnazione, un requisito procedurale introdotto dalla recente riforma per l’imputato giudicato in assenza. La Corte sottolinea che tale mandato è essenziale per garantire la conoscenza effettiva del processo da parte dell’imputato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato Specifico Impugnazione: l’Appello dell’Assente è Inammissibile

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 6862 del 2024, ribadisce un principio fondamentale introdotto dalla riforma del processo penale: la necessità del mandato specifico impugnazione per il difensore che intende appellare una sentenza emessa nei confronti di un imputato giudicato ‘in assenza’. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale volto a garantire che l’imputato sia pienamente consapevole dell’evoluzione del procedimento a suo carico.

Il Caso in Esame: Dalla Ricettazione all’Inammissibilità

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello di Messina nei confronti di un uomo per il reato di ricettazione. La pena inflitta era di quattro mesi di reclusione e duecento euro di multa. È importante sottolineare che l’imputato era stato giudicato ‘in assenza’.

Avverso tale sentenza, il difensore proponeva ricorso per Cassazione, lamentando due principali violazioni di legge:
1. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), giustificato dalla Corte d’Appello con una motivazione ritenuta apparente.
2. La mancata conversione della pena detentiva in pena pecuniaria, decisione basata sulla presunta illogicità che l’imputato, venditore ambulante, non potesse reperire le somme necessarie.

Tuttavia, la Corte di Cassazione non è mai entrata nel merito di tali questioni.

La Questione Procedurale e il Mandato Specifico Impugnazione

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede in un aspetto puramente procedurale. Il collegio ha rilevato che il difensore del ricorrente era privo dello specifico mandato ad impugnare, come richiesto dall’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale.

Questa norma, introdotta dalla cosiddetta ‘Riforma Cartabia’ (d.lgs. n. 150 del 2022), stabilisce che, a pena di inammissibilità, quando l’imputato è giudicato in assenza, il suo difensore può presentare impugnazione solo se munito di un mandato specifico, rilasciato espressamente dopo l’emissione della sentenza da impugnare.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha riaffermato con forza che questa disposizione è pienamente applicabile anche al giudizio di cassazione. La sua funzione è cruciale: assicurare che l’imputato assente abbia una ‘sicura conoscenza dell’incedere della progressione processuale’.

In altre parole, la legge vuole evitare che le impugnazioni vengano portate avanti all’insaputa dell’interessato. Il rilascio di un nuovo e specifico mandato dopo la sentenza di condanna serve a confermare che l’imputato è stato informato della decisione e intende effettivamente contestarla. La mancanza di questo requisito formale, considerato non un mero cavillo ma una garanzia sostanziale, ha portato inevitabilmente alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Le Conclusioni

La sentenza in commento è un monito per la difesa tecnica. La regola sul mandato specifico impugnazione non ammette deroghe. Per gli imputati giudicati in assenza, è imperativo che il difensore, per poter validamente impugnare la sentenza, si procuri un mandato ad hoc, successivo alla pronuncia. In assenza di tale atto, ogni sforzo difensivo risulterà vano, con la conseguenza che l’appello verrà dichiarato inammissibile e la condanna diverrà definitiva. Il ricorrente, in questo caso, è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il difensore dell’imputato, giudicato in assenza, non era in possesso dello specifico mandato ad impugnare previsto dall’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, da rilasciarsi dopo l’emissione della sentenza.

Qual è lo scopo della norma che richiede un mandato specifico per l’impugnazione dell’assente?
Lo scopo è garantire all’imputato la sicura conoscenza della progressione del processo, assicurando che sia informato della sentenza emessa e che manifesti una volontà attuale e concreta di impugnarla, conferendo un apposito mandato al suo legale.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati