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Mandato specifico impugnazione: appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal difensore d’ufficio di un imputato assente e irreperibile. La decisione si fonda sulla mancanza di un mandato specifico impugnazione, rilasciato dopo la sentenza, come richiesto dall’art. 581 c.p.p., norma volta a garantire la conoscenza del processo da parte dell’imputato.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato Specifico Impugnazione: La Cassazione e la Difesa dell’Assente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale, introdotto dalla Riforma Cartabia: la necessità di un mandato specifico impugnazione da parte dell’imputato assente. Questa regola, volta a garantire che l’imputato sia effettivamente a conoscenza delle fasi cruciali del processo che lo riguarda, ha conseguenze dirette sulla validità dei ricorsi presentati dai difensori. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso per cassazione proposto dal difensore d’ufficio di un imputato. Quest’ultimo era stato dichiarato assente e irreperibile nel giudizio di appello, conclusosi con una sentenza di condanna. Il difensore, agendo nell’interesse del suo assistito, aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello deducendo vizi di motivazione e violazioni di legge. Tuttavia, l’atto di impugnazione non era supportato da un mandato specifico rilasciato dall’imputato dopo l’emissione della sentenza di secondo grado.

Il Principio del Mandato Specifico Impugnazione

Il cuore della questione risiede nell’applicazione dell’articolo 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta dall’art. 33 del d.lgs. n. 150/2022, stabilisce che il difensore di un imputato assente può proporre impugnazione solo se munito di un mandato specifico, rilasciato dopo la pronuncia della sentenza. La ratio di questa disposizione è chiara: assicurare che l’imputato, pur essendo assente, abbia piena e sicura conoscenza della progressione del procedimento e possa esprimere una volontà consapevole circa l’opportunità di impugnare.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato che il difensore, pur essendo nominato d’ufficio, era privo dello specifico mandato richiesto dalla legge per poter validamente impugnare la sentenza per conto del suo assistito assente.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando il chiaro tenore letterale dell’art. 581, comma 1-quater, c.p.p. Ha specificato che questa norma è una disposizione funzionale a garantire un diritto fondamentale dell’imputato: la conoscenza dell’andamento del processo. Pertanto, la sua applicazione non può essere derogata. Inoltre, la Cassazione ha chiarito, citando precedenti giurisprudenziali, che tale requisito si estende anche al ricorso per cassazione e non è limitato al solo giudizio d’appello. La mancanza di questo specifico atto di volontà da parte dell’imputato rende l’impugnazione priva di un presupposto essenziale di ammissibilità.

Le Conclusioni

La pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale per la difesa tecnica. Per gli avvocati, emerge l’obbligo tassativo di ottenere un mandato specifico e posteriore alla sentenza per poter impugnare per conto di un cliente dichiarato assente. In assenza di tale mandato, qualsiasi iniziativa processuale in tal senso è destinata all’inammissibilità, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Questa ordinanza serve da monito: la tutela del diritto di difesa dell’assente passa necessariamente attraverso la prova della sua effettiva e consapevole partecipazione alle decisioni che riguardano il suo percorso processuale.

È valido il ricorso per cassazione presentato dal difensore d’ufficio per un imputato assente senza un incarico specifico?
No, secondo la Corte il ricorso è inammissibile. L’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale richiede che l’imputato assente conferisca al difensore uno specifico mandato a impugnare, rilasciato successivamente alla sentenza.

La regola del mandato specifico per l’impugnazione si applica solo al giudizio d’appello o anche a quello di cassazione?
La Corte di Cassazione ha chiarito che questa regola si applica anche al giudizio di cassazione, poiché è una disposizione funzionale a garantire all’imputato la sicura conoscenza dell’avanzamento del processo.

Quali sono le conseguenze se il difensore presenta un ricorso senza il mandato specifico richiesto?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Inoltre, l’imputato (il ricorrente) viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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