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Mandato specifico difensore: quando il ricorso è nullo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18448/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato da un difensore privo di un mandato specifico, rilasciato dopo la pronuncia della sentenza. La decisione sottolinea come questa regola, introdotta per tutelare l’imputato assente, si applichi anche ai giudizi di legittimità e possa essere decisa con una procedura semplificata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato Specifico Difensore: la Cassazione conferma l’inammissibilità del ricorso

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di impugnazioni penali, la cui inosservanza può costare cara: la necessità del mandato specifico al difensore per poter presentare ricorso. Questa regola, rafforzata dalla recente riforma legislativa, è pensata per garantire che l’imputato, specialmente se giudicato in assenza, sia pienamente consapevole della progressione del procedimento a suo carico. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne i dettagli e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Bologna nei confronti di un imputato, giudicato in sua assenza. Avverso tale decisione, il difensore proponeva ricorso per cassazione. Il problema cruciale, sollevato dalla Suprema Corte, risiedeva nel fatto che il legale agiva senza essere in possesso di un mandato specifico a impugnare, che l’imputato avrebbe dovuto rilasciargli successivamente alla pronuncia della sentenza d’appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha applicato con rigore la disposizione dell’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. Tale inammissibilità ha comportato non solo la fine del procedimento, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la centralità del mandato specifico difensore

La Corte ha fondato la sua decisione su argomentazioni chiare e in linea con recenti orientamenti giurisprudenziali. Il collegio ha riaffermato che la norma che impone al difensore di munirsi di un mandato specifico difensore, rilasciato dopo la sentenza, è pienamente applicabile anche nel giudizio di cassazione. Lo scopo di questa previsione è funzionale: garantire all’imputato assente una ‘sicura conoscenza’ dell’andamento del processo e della volontà di proseguire con l’impugnazione.

Inoltre, i giudici hanno chiarito un importante aspetto procedurale. L’inammissibilità per tale vizio può essere dichiarata attraverso un procedimento semplificato, cosiddetto de plano, previsto dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa procedura non prevede un’udienza con la partecipazione delle parti, ma si basa unicamente sull’esame degli atti. La Corte ha ritenuto che la mancanza di legittimazione del difensore, dovuta all’assenza del mandato specifico, rientri a pieno titolo tra i casi risolvibili con questa modalità accelerata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Avvocati e Imputati

La pronuncia in esame rappresenta un monito per la difesa. Per l’imputato giudicato in assenza che intende impugnare una sentenza di condanna, non è più sufficiente il mandato inizialmente conferito al proprio legale. È indispensabile e obbligatorio, a pena di inammissibilità, rilasciare un nuovo e specifico mandato dopo la decisione che si intende contestare. Gli avvocati devono quindi prestare la massima attenzione a questo requisito formale, attivandosi tempestivamente per ottenere il mandato post-sentenza, al fine di evitare che l’impugnazione venga bloccata sul nascere, con conseguente condanna del proprio assistito alle spese e a una sanzione pecuniaria.

È necessario un nuovo mandato per il difensore per impugnare una sentenza se l’imputato era assente?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, impone al difensore di ottenere un mandato specifico per impugnare, rilasciato dall’imputato assente solo dopo la pronuncia della sentenza, pena l’inammissibilità del ricorso.

Cosa succede se il difensore propone ricorso senza questo mandato specifico?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo significa che la Corte non entra nel merito dei motivi di impugnazione e il provvedimento impugnato diventa definitivo. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

L’inammissibilità del ricorso può essere decisa senza un’udienza formale?
Sì, la Corte ha stabilito che la mancanza del mandato specifico è una causa di inammissibilità che può essere dichiarata con un procedimento semplificato e non partecipato (de plano), come previsto dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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