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Mandato specifico appello: quando è inammissibile

Un imputato, condannato per lesioni stradali, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato l’appello inammissibile perché il difensore ha agito senza un mandato specifico ad impugnare, rilasciato dall’imputato assente dopo la sentenza. Questa decisione conferma che la regola, introdotta dalla Riforma Cartabia per garantire una partecipazione consapevole al processo, si applica anche ai giudizi di legittimità.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: l’importanza del mandato specifico ad impugnare

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale introdotto dalla Riforma Cartabia: l’inammissibilità del ricorso presentato dal difensore se privo del mandato specifico ad impugnare rilasciato dall’imputato assente dopo la sentenza. Questa decisione, la n. 4541/2024, chiarisce come la nuova normativa miri a garantire una partecipazione più consapevole e volontaria dell’imputato al processo, anche nelle sue fasi finali.

I fatti del caso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di lesioni stradali. La Corte d’Appello di Genova, in parziale riforma della sentenza di primo grado, aveva rideterminato la pena in due mesi di reclusione, concedendo le attenuanti generiche, la sospensione condizionale e la non menzione nel casellario giudiziale. L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di ricorrere in Cassazione, lamentando il mancato riconoscimento della legittima difesa.

La decisione della Corte e le regole sul mandato specifico ad impugnare

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito della questione. Il motivo è puramente procedurale e si fonda sull’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, introdotto dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022).

La norma stabilisce che, nel caso di imputato giudicato in assenza, l’atto di impugnazione del difensore deve essere accompagnato, a pena di inammissibilità, da un mandato specifico ad impugnare. Questo documento deve essere rilasciato dopo la pronuncia della sentenza e deve contenere la dichiarazione o l’elezione di domicilio dell’imputato.

L’applicabilità della norma al giudizio di Cassazione

Il punto centrale chiarito dalla Corte è che questa regola si applica non solo alle impugnazioni di merito (appello), ma anche al ricorso per Cassazione. Sebbene la norma menzioni la ‘citazione a giudizio’, un atto tipico dei gradi di merito, la sua ratio e la sua collocazione sistematica nel libro delle impugnazioni la rendono applicabile anche al giudizio di legittimità. L’obiettivo del legislatore è quello di assicurare che l’impugnazione sia espressione di un interesse personale e consapevole dell’imputato, e non una scelta quasi automatica del difensore.

Le motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato che l’intero impianto della Riforma Cartabia è permeato dall’esigenza di garantire una partecipazione consapevole dell’imputato. L’impugnazione, quindi, deve rappresentare una scelta ponderata e personale. Questo requisito non lede il diritto di difesa, poiché l’imputato che dimostri di non aver avuto conoscenza incolpevole del processo ha a disposizione altri rimedi per essere reintegrato nei suoi diritti. Nel caso di specie, il difensore aveva presentato ricorso per conto del suo assistito, libero e assente, senza depositare lo specifico mandato richiesto dalla legge, determinando così l’inevitabile declaratoria di inammissibilità.

Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un orientamento giurisprudenziale ormai chiaro: il mandato specifico ad impugnare è un requisito formale imprescindibile per tutti i gradi di giudizio quando l’impugnazione è proposta nell’interesse di un imputato assente. Gli avvocati devono prestare la massima attenzione a questo adempimento, poiché la sua omissione comporta una sanzione processuale grave come l’inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Che cos’è il mandato specifico ad impugnare introdotto dalla Riforma Cartabia?
È un atto con cui l’imputato giudicato in assenza deve conferire espressamente al proprio difensore il potere di presentare un’impugnazione. Deve essere rilasciato dopo la sentenza e contenere una dichiarazione o elezione di domicilio, per garantire che l’impugnazione sia una sua scelta consapevole.

Questo requisito si applica anche ai ricorsi in Corte di Cassazione?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, nonostante la norma faccia riferimento alla ‘citazione a giudizio’, la sua finalità e la sua posizione nel codice la rendono pienamente applicabile anche al giudizio di legittimità.

Cosa succede se il difensore presenta un ricorso per un imputato assente senza questo specifico mandato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che i giudici non esamineranno il merito delle questioni sollevate e il ricorrente sarà condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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