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Mandato di arresto europeo: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello che concedeva la consegna di un soggetto alla Germania in esecuzione di un mandato di arresto europeo per traffico di stupefacenti. Il ricorrente sosteneva che il reato fosse stato commesso in Belgio, non in Germania. La Suprema Corte chiarisce che il rifiuto della consegna è possibile solo se il reato è commesso fuori dallo Stato emittente e la legge italiana non ne consente la punizione. In questo caso, trattandosi di importazione, il reato è punibile anche per la parte di condotta avvenuta all’estero, rendendo la consegna legittima.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato di Arresto Europeo: La Cassazione chiarisce i limiti del rifiuto di consegna

Un recente pronunciamento della Corte di Cassazione, la sentenza n. 31398/2024, offre un’importante delucidazione sui criteri di applicazione del mandato di arresto europeo, in particolare riguardo ai motivi facoltativi di rifiuto della consegna. Il caso analizzato riguarda un’ipotesi di traffico internazionale di stupefacenti e la questione della competenza territoriale dello Stato che ha emesso il mandato. Questa decisione ribadisce la solidità del sistema di cooperazione giudiziaria europea e definisce con precisione i confini entro cui uno Stato può negare la consegna di una persona ricercata.

I Fatti del Caso: Il Traffico Internazionale di Stupefacenti

La vicenda ha origine da un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità giudiziarie tedesche nei confronti di un cittadino albanese. L’accusa era di aver partecipato a un’operazione di traffico di ingenti quantità di cocaina ed eroina. Secondo la ricostruzione, l’indagato si sarebbe occupato del confezionamento della sostanza stupefacente in Belgio. Successivamente, un complice sarebbe stato fermato dalla polizia di frontiera in Germania alla guida di un’autovettura contenente circa 17,2 kg di miscela di cocaina e 20,7 kg di eroina. La Corte di Appello di Bari, investita della questione, aveva disposto la consegna del soggetto all’autorità tedesca.

Il Ricorso in Cassazione: La Questione sulla Competenza Territoriale

L’indagato ha proposto ricorso per cassazione, basando la sua difesa su un’interpretazione dell’art. 18-bis della legge n. 69/2005, che recepisce la normativa sul mandato di arresto europeo. La tesi difensiva sosteneva che, poiché la condotta contestata (il confezionamento) era avvenuta in Belgio, il reato si sarebbe consumato al di fuori del territorio dello Stato membro di emissione (la Germania). Di conseguenza, secondo il ricorrente, la Corte italiana avrebbe dovuto rifiutare la consegna o, quantomeno, richiedere ulteriori informazioni alla Germania per accertarne la competenza territoriale.

Il Mandato di Arresto Europeo e i motivi di rifiuto

L’articolo 18-bis, comma 1, lett. a), della legge n. 69/2005 prevede un motivo facoltativo di rifiuto della consegna quando il reato è stato commesso al di fuori del territorio dello Stato membro di emissione. Tuttavia, per poter applicare tale rifiuto, è necessaria una condizione ulteriore: la legge italiana non deve consentire l’azione penale per lo stesso reato se commesso al di fuori del territorio nazionale. Questo è il punto cruciale su cui si è concentrata l’analisi della Suprema Corte.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno chiarito che il ricorrente invocava in modo improprio la norma. La Corte ha spiegato che, anche ammettendo la tesi difensiva secondo cui il confezionamento fosse avvenuto in Belgio, la condotta complessiva configurava una fattispecie di importazione di sostanze stupefacenti dal Belgio alla Germania. Un reato di questo tipo, per sua natura transnazionale, è punibile secondo la legge italiana anche per le porzioni di condotta realizzate in un altro Stato. Pertanto, non sussisteva la condizione necessaria per applicare il motivo di rifiuto previsto dalla legge. La Corte ha sottolineato che dal mandato di arresto europeo non emergeva alcun elemento che indicasse una consumazione del reato interamente al di fuori del territorio tedesco. Di conseguenza, la decisione della Corte d’Appello di concedere la consegna è stata ritenuta corretta e immune da vizi.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa sentenza consolida un principio fondamentale nella cooperazione giudiziaria europea: i motivi di rifiuto alla consegna di un ricercato devono essere interpretati restrittivamente per non vanificare l’efficacia del mandato di arresto europeo. La decisione chiarisce che, in caso di reati transnazionali come il traffico di droga, la localizzazione di una singola fase della condotta in uno Stato diverso da quello emittente non è sufficiente a bloccare la consegna, se l’ordinamento nazionale dello Stato di esecuzione (in questo caso l’Italia) prevede la punibilità per quel tipo di reato transfrontaliero. La pronuncia rafforza quindi la lotta alla criminalità organizzata che opera oltre i confini nazionali, garantendo che i meccanismi di cooperazione giudiziaria funzionino in modo efficace e coerente.

Quando può essere rifiutata la consegna di una persona sulla base di un mandato di arresto europeo per un reato commesso all’estero?
La consegna può essere rifiutata se il reato è stato commesso fuori dal territorio dello Stato che ha emesso il mandato e, contemporaneamente, la legge italiana non consente di procedere penalmente per quello stesso fatto se commesso fuori dall’Italia.

Perché in questo caso specifico il ricorso è stato respinto?
Il ricorso è stato respinto perché, anche se una parte della condotta (il confezionamento della droga) è avvenuta in Belgio, il reato nel suo complesso configurava un’importazione di stupefacenti in Germania. La legge italiana punisce il traffico internazionale di stupefacenti, quindi non era soddisfatta la condizione per il rifiuto della consegna.

È rilevante che il mandato di arresto europeo non indicasse con precisione il luogo di consumazione del reato?
No, secondo la Corte non era rilevante in questo caso. Il mandato descriveva i fatti in modo sufficientemente preciso e non conteneva elementi che suggerissero che il reato fosse stato consumato interamente fuori dal territorio tedesco. La Corte territoriale ha quindi ritenuto correttamente che non fosse necessario richiedere ulteriori chiarimenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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