LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Mandato di arresto europeo: motivazione apparente

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza della Corte di Appello relativa a un mandato di arresto europeo per traffico di stupefacenti. La decisione è stata criticata per la sua motivazione ‘meramente apparente’, sia nel considerare superato un precedente rifiuto di consegna basato su un procedimento pendente in Italia, sia nel giustificare la custodia in carcere senza un’analisi concreta del pericolo di fuga, ignorando elementi favorevoli all’imputato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato di Arresto Europeo: Quando la Motivazione è solo Apparente

La cooperazione giudiziaria tra Stati membri dell’Unione Europea è un pilastro fondamentale del diritto comunitario, e il mandato di arresto europeo (MAE) ne è uno degli strumenti più incisivi. Tuttavia, il suo utilizzo deve essere sempre bilanciato con la tutela dei diritti fondamentali della persona. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 31401/2024) interviene proprio su questo delicato equilibrio, annullando un’ordinanza che disponeva la custodia in carcere per un cittadino richiesto dal Portogallo, a causa di una motivazione giudicata ‘meramente apparente’.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un cittadino italiano destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità portoghesi per reati legati all’importazione di ingenti quantitativi di cocaina. In precedenza, un altro MAE per gli stessi fatti era stato oggetto di un rifiuto di consegna da parte delle autorità italiane, poiché in Italia era pendente un procedimento penale per i medesimi eventi.

La Corte di Appello di Roma, chiamata a decidere sulla nuova richiesta, aveva ritenuto superata questa condizione ostativa sulla base della semplice presentazione di una richiesta di archiviazione da parte della Procura italiana. Di conseguenza, aveva disposto la misura della custodia cautelare in carcere, motivandola con la gravità dei reati e il pericolo di sottrazione alla procedura di consegna.

La Decisione della Cassazione sul mandato di arresto europeo

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del difensore, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata. La decisione si fonda su due vizi fondamentali riscontrati nella motivazione della Corte di Appello.

L’Errore sulla Pendenza del Procedimento Interno

In primo luogo, la Cassazione ha stabilito che la Corte territoriale ha errato nel considerare definita la procedura italiana. Una semplice richiesta di archiviazione da parte del Pubblico Ministero non equivale alla conclusione del procedimento, che richiede una decisione del giudice. La motivazione della Corte di Appello, che ha omesso di verificare l’effettiva definizione del caso e di argomentare sull’identità dei fatti, è stata ritenuta ‘meramente apparente’, ovvero priva di un reale contenuto logico-giuridico.

Il Pericolo di Fuga e la Motivazione Apparente

Il secondo e cruciale punto riguarda la motivazione sulla necessità della custodia in carcere. La Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la valutazione del pericolo di fuga deve fondarsi su elementi concreti, specifici e attuali. Non è sufficiente fare generico riferimento alla gravità dei reati contestati.

Nel caso specifico, la difesa aveva evidenziato numerosi elementi a favore del proprio assistito: l’assenza di precedenti penali, un buon inserimento sociale, una dimora stabile, legami familiari e il rispetto di una precedente misura di arresti domiciliari. La Corte di Appello ha ignorato completamente questi aspetti, limitandosi a considerazioni astratte sull’effettività della misura, rendendo anche su questo punto la propria motivazione del tutto apparente.

Le motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte fonda la sua decisione su principi consolidati. In tema di mandato di arresto europeo, la motivazione che giustifica una misura cautelare, specialmente quella più afflittiva come la detenzione in carcere, deve essere particolarmente rigorosa. Il giudice non può limitarsi a formule di stile o a richiamare la gravità del titolo di reato, ma deve condurre un giudizio prognostico ancorato a ‘obiettivi elementi concreti della vita del consegnando’.

La sentenza impugnata è stata censurata proprio perché prescindeva da ogni valutazione concreta degli elementi sintomatici del pericolo di fuga, limitandosi a considerazioni generiche. Una motivazione di questo tipo viola la legge perché non permette di comprendere l’iter logico seguito dal giudice per giustificare una così grave limitazione della libertà personale.

Le conclusioni

Questa pronuncia rafforza l’importanza del dovere di motivazione concreta e individualizzata da parte dei giudici. In materia di cooperazione giudiziaria, dove si decide sulla consegna di una persona a un altro Stato, la tutela dei diritti individuali impone un controllo scrupoloso. Non si può applicare la massima misura cautelare basandosi su presunzioni o automatismi legati al tipo di reato. La decisione insegna che ogni elemento fornito dalla difesa, relativo alla vita e alla condotta della persona richiesta, deve essere attentamente vagliato e considerato nel bilanciamento delle esigenze cautelari. Una motivazione apparente equivale a una motivazione assente, e ciò costituisce una grave violazione di legge che giustifica l’annullamento del provvedimento.

Una richiesta di archiviazione è sufficiente a superare il motivo di rifiuto di un mandato di arresto europeo basato su un procedimento pendente in Italia per gli stessi fatti?
No, la Cassazione chiarisce che una mera richiesta di archiviazione non equivale alla definizione del procedimento. La motivazione della corte inferiore che lo ha ritenuto sufficiente è stata giudicata ‘meramente apparente’ perché non ha verificato l’effettiva chiusura del caso.

Come deve essere motivato il pericolo di fuga per applicare la custodia in carcere in un procedimento di mandato di arresto europeo?
Deve essere motivato in modo concreto e attuale. Il giudice deve basarsi su circostanze specifiche e rivelatrici di una reale possibilità di allontanamento, valutando attentamente anche gli elementi personali e di vita del soggetto richiesto (es. incensuratezza, legami familiari, stabilità) e non solo la gravità astratta del reato.

Cosa si intende per ‘motivazione apparente’ in una decisione giudiziaria?
Si intende un’argomentazione che, pur essendo formalmente scritta nel provvedimento, è talmente generica, astratta o tautologica da non spiegare le reali ragioni logiche e giuridiche della decisione. Per la legge, una motivazione apparente equivale a una totale assenza di motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati