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Mandato di arresto europeo: limiti del ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo contro la sua consegna al Belgio, richiesta tramite un mandato di arresto europeo per reati di narcotraffico e rapina. L’appellante lamentava la genericità del mandato e l’assenza di informazioni sulla custodia cautelare. La Corte ha chiarito che, a seguito delle recenti riforme, il giudice italiano non deve più valutare nel merito gli indizi di colpevolezza e la mancata indicazione della durata massima della detenzione preventiva non è motivo di rifiuto della consegna.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato di Arresto Europeo: I Nuovi Limiti al Ricorso per Cassazione

Il mandato di arresto europeo (MAE) è uno strumento fondamentale di cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea, basato sul principio del reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie. Tuttavia, quali sono i limiti per opporsi alla consegna? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 36084/2025, offre chiarimenti cruciali, soprattutto alla luce delle riforme legislative che hanno snellito la procedura e ridotto i motivi di ricorso. Il caso in esame riguarda la richiesta di consegna di un cittadino albanese all’autorità giudiziaria del Belgio.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Consegna

La Corte di appello di Lecce aveva autorizzato la consegna di un individuo alle autorità belghe in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Le accuse a suo carico erano particolarmente gravi: importazione e traffico di sostanze stupefacenti, produzione di stupefacenti in forma associata e furto con violenza. Di fronte a questa decisione, l’interessato ha presentato ricorso per cassazione, sollevando questioni sulla legittimità e completezza del mandato stesso.

I Motivi del Ricorso: Genericità e Mancanza di Informazioni

La difesa ha basato il proprio ricorso su due argomenti principali:
1. Genericità del mandato: Secondo il ricorrente, l’euromandato era eccessivamente generico, limitandosi a menzionare le intercettazioni telefoniche come prova a suo carico, senza fornire dettagli sufficienti sul suo effettivo coinvolgimento nei reati contestati.
2. Mancata indicazione della custodia cautelare: Nel mandato mancava un’informazione ritenuta essenziale, ovvero l’indicazione del periodo massimo di custodia cautelare che avrebbe potuto subire in Belgio.

L’Analisi della Corte sul mandato di arresto europeo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo generico, manifestamente infondato e, in parte, meramente esplorativo. La decisione si fonda su un’attenta analisi della normativa vigente, profondamente modificata dal D.Lgs. 2 febbraio 2021, n. 10.

La Valutazione del Quadro Indiziario Non È Più Richiesta

Il punto centrale della sentenza riguarda la valutazione delle prove. La Corte ha sottolineato che, a seguito della riforma, il giudice italiano non è più tenuto a compiere un’autonoma valutazione del quadro indiziario, ovvero dei “gravi indizi di colpevolezza”. Questo requisito è stato eliminato dal testo dell’art. 17 della legge n. 69/2005. Di conseguenza, la presunta carenza di documentazione probatoria allegata al mandato di arresto europeo non costituisce più un motivo legittimo per rifiutare la consegna. La procedura è ora incentrata sulla fiducia reciproca tra gli Stati membri, limitando il controllo dello Stato di esecuzione agli aspetti formali.

L’Indicazione della Custodia Cautelare Non È Obbligatoria

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha chiarito che l’indicazione della durata massima della custodia cautelare non rientra tra le informazioni che devono essere obbligatoriamente inserite nel MAE ai sensi dell’art. 6 della legge n. 69/2005. Inoltre, la stessa riforma del 2021 ha eliminato la possibilità per lo Stato italiano di rifiutare la consegna nel caso in cui la legislazione dello Stato emittente non preveda limiti massimi alla carcerazione preventiva. Questo rafforza ulteriormente l’automatismo del meccanismo di consegna.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Suprema Corte si basano su una stretta interpretazione della normativa post-riforma. Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché i motivi addotti non sono più validi alla luce del nuovo quadro legislativo. La legge ha intenzionalmente ridotto i motivi di rifiuto per accelerare la cooperazione giudiziaria. Il mandato conteneva tutti gli elementi formali richiesti, come una descrizione precisa dei fatti e del ruolo del ricercato. Insistere sulla valutazione degli indizi o sulla mancanza di informazioni non obbligatorie è stato considerato un tentativo esplorativo e infondato di opporsi a un meccanismo che si fonda sulla reciproca fiducia.

Conclusioni: Cosa Cambia per il Mandato di Arresto Europeo

Questa sentenza conferma un orientamento ormai consolidato: lo spazio per contestare un mandato di arresto europeo in Italia si è notevolmente ridotto. Il controllo del giudice italiano è sempre più limitato alla verifica della regolarità formale del mandato e al rispetto dei diritti fondamentali, senza entrare nel merito delle accuse. La rimozione della valutazione sui gravi indizi di colpevolezza e sui limiti della custodia cautelare come motivi di rifiuto segna un passo decisivo verso una maggiore integrazione giudiziaria europea, rendendo il processo di consegna più rapido ed efficiente.

È possibile rifiutare la consegna basata su un mandato di arresto europeo se si ritiene che le prove siano insufficienti?
No. A seguito della riforma introdotta con il d.lgs. n. 10 del 2021, il giudice italiano non è più tenuto a compiere un’autonoma valutazione dei gravi indizi di colpevolezza. La loro mancata o insufficiente indicazione non costituisce più un motivo legittimo per rifiutare la consegna.

La mancanza dell’indicazione della durata massima della custodia cautelare nel mandato di arresto europeo è un valido motivo di ricorso?
No. La Corte ha stabilito che questa informazione non rientra tra quelle obbligatorie ai sensi dell’art. 6 della legge n. 69 del 2005. Inoltre, le modifiche legislative hanno eliminato la possibilità di rifiutare la consegna per la mancata previsione di limiti massimi di carcerazione preventiva nella legislazione dello Stato emittente.

Quali sono i requisiti minimi che un mandato di arresto europeo deve contenere per essere considerato valido in Italia?
Secondo la sentenza, il mandato deve contenere gli elementi richiesti dall’art. 6 della legge n. 69 del 2005. Questi includono una precisa descrizione dei fatti per cui si procede, il ruolo assunto dalla persona richiesta e gli elementi di prova a suo carico, sebbene senza che sia necessaria una valutazione approfondita del loro merito da parte del giudice italiano.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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