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Mandato di Arresto Europeo: Appello Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino contro la sua consegna alla Spagna in esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo. La Corte ha chiarito che, a seguito delle riforme legislative del 2021, il ricorso non può basarsi su vizi di motivazione, come l’errata valutazione del radicamento del soggetto in Italia, ma solo su specifici errori di diritto.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato di Arresto Europeo: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Il Mandato di Arresto Europeo (MAE) è uno strumento fondamentale di cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea, che semplifica e accelera le procedure di consegna delle persone ricercate tra gli Stati membri. Tuttavia, le possibilità di opporsi a una decisione di consegna sono state oggetto di recenti modifiche legislative. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti del ricorso contro tali provvedimenti, sottolineando come le censure relative alla valutazione del radicamento territoriale dell’interessato non siano più ammissibili.

Il Fatto: La Richiesta di Consegna e il Ricorso

Nel caso specifico, la Corte di Appello di Torino aveva disposto la consegna di un individuo alle autorità spagnole, in esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo emesso per il reato di inosservanza della condanna. Il difensore dell’interessato ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse erroneamente applicato la legge (art. 18-bis della L. 69/2005).

Secondo la difesa, i giudici non avrebbero considerato adeguatamente il forte legame del ricorrente con l’Italia, dimostrato da una relazione affettiva consolidata, un matrimonio celebrato poco prima della decisione, e il fatto che fosse stato facilmente rintracciato dalle forze dell’ordine italiane. Questi elementi, a dire del ricorrente, avrebbero dovuto dimostrare il suo radicamento sul territorio nazionale e giustificare un diniego della consegna o, quantomeno, la possibilità di scontare la pena in Italia.

I Limiti al Ricorso sul Mandato di Arresto Europeo

Il cuore della questione risiede nelle modifiche normative introdotte dall’art. 18 del d.lgs. 2 febbraio 2021, n. 10, che ha riformato l’art. 22 della legge n. 69/2005, la quale disciplina proprio il Mandato di Arresto Europeo. Prima di questa riforma, era possibile impugnare la decisione di consegna anche “nel merito”. La nuova formulazione, invece, ha ristretto notevolmente il perimetro del sindacato della Corte di Cassazione.

Oggi, il ricorso è ammesso solo per i motivi specificamente previsti dall’art. 606, lettere a), b) e c) del codice di procedura penale, ovvero per violazione di legge. È stato esplicitamente escluso il ricorso per vizi di motivazione, come la contraddittorietà o la manifesta illogicità. Di conseguenza, la Corte di Cassazione non può più agire come “giudice del merito”, ma deve limitarsi a verificare la corretta applicazione delle norme di diritto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, aderendo a un orientamento ormai consolidato. I giudici hanno spiegato che le doglianze sollevate dal ricorrente, sebbene formalmente presentate come “erronea applicazione della legge”, si risolvevano in realtà in una critica alla valutazione dei fatti e alla motivazione della sentenza della Corte d’Appello.

Contestare il modo in cui i giudici di merito hanno ponderato il “radicamento” dell’individuo in Italia – analizzando la sua relazione affettiva, il matrimonio e le altre circostanze personali – significa entrare nel merito della decisione. Questo tipo di valutazione, dopo la riforma del 2021, è precluso alla Corte di Cassazione in materia di Mandato di Arresto Europeo. Le censure che attengono alla logicità o alla completezza della motivazione non sono più ammissibili.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza conferma in modo netto le conseguenze della riforma del 2021. Chi intende opporsi a una decisione di consegna basata su un Mandato di Arresto Europeo deve essere consapevole che le possibilità di ricorso in Cassazione sono oggi molto limitate. Non è più sufficiente sostenere che la Corte d’Appello abbia mal interpretato i fatti o non abbia dato il giusto peso a determinate circostanze personali.

L’impugnazione avrà successo solo se si riesce a dimostrare una chiara e diretta violazione di una norma di legge. Le argomentazioni basate sulla valutazione del radicamento e delle condizioni personali dell’interessato, se già esaminate dalla Corte d’Appello, non possono essere riproposte in sede di legittimità come vizi di motivazione. Ciò rafforza l’efficacia del MAE, ma allo stesso tempo impone una difesa più tecnica e focalizzata esclusivamente sugli errori di diritto.

È possibile fare ricorso in Cassazione contro una sentenza che dispone la consegna per un Mandato di Arresto Europeo?
Sì, ma solo per specifici motivi di diritto previsti dall’art. 606, lettere a), b) e c) del codice di procedura penale. A seguito della riforma del 2021, non è più ammesso il ricorso per vizi di motivazione, come l’illogicità o la contraddittorietà delle argomentazioni della Corte d’Appello.

Lamentare che la Corte d’Appello non abbia valutato correttamente il mio radicamento in Italia è un motivo valido per il ricorso?
No. Secondo la sentenza, le censure relative alla valutazione del radicamento di un individuo sul territorio (come legami familiari, affettivi o lavorativi) attengono al merito della decisione e alla sua motivazione. Poiché il ricorso per vizi di motivazione è stato escluso dalla legge, tali argomenti sono considerati inammissibili dalla Corte di Cassazione.

Cosa ha cambiato la riforma del 2021 in materia di impugnazione del Mandato di Arresto Europeo?
La riforma, introdotta con il d.lgs. n. 10 del 2021, ha circoscritto il potere di controllo della Corte di Cassazione sulle decisioni di consegna. Ha eliminato la possibilità di ricorrere per vizi di motivazione, limitando l’appello alla sola violazione di legge. Di conseguenza, la Corte non può più riesaminare la valutazione dei fatti compiuta dalla Corte d’Appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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