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Mandato d’Arresto Europeo: limiti della convalida

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza della Corte d’Appello che aveva negato la convalida di un arresto eseguito su mandato d’arresto europeo. La Suprema Corte ha stabilito che la fase di convalida deve limitarsi a un controllo puramente formale sulla legittimità dell’arresto e sull’identità della persona, senza entrare nel merito delle cause ostative alla consegna, valutazione che spetta alla fase successiva del procedimento.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato d’Arresto Europeo: la Cassazione traccia i confini della convalida

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 15653 del 2025, offre un chiarimento fondamentale sulla procedura di mandato d’arresto europeo (MAE), specificando i limiti del controllo giurisdizionale nella fase iniziale della convalida dell’arresto. La Corte ha stabilito che tale controllo deve essere puramente formale, rimandando ogni valutazione di merito alla successiva fase decisionale sulla consegna della persona richiesta.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso del Procuratore generale presso la Corte di appello di Potenza contro un’ordinanza che aveva rigettato la richiesta di convalida dell’arresto di un cittadino rumeno. L’arresto era stato eseguito dalla Polizia giudiziaria in base a un mandato d’arresto europeo emesso dall’autorità rumena per l’esecuzione di una pena di trenta giorni di reclusione per tentato furto in abitazione.

La Corte d’appello aveva negato la convalida ritenendo che la richiesta di consegna dovesse essere rifiutata. Secondo i giudici di merito, infatti, la legge (art. 7, comma 4, L. 69/2005) vieta l’esecuzione di un MAE se la pena da scontare ha una durata inferiore a quattro mesi. Di conseguenza, l’arresto è stato considerato illegittimo.

Contro questa decisione, il Procuratore generale ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’appello avesse ecceduto le proprie competenze, compiendo una valutazione di merito che non spetta alla fase di convalida dell’arresto.

La Procedura del mandato d’arresto europeo e il controllo del giudice

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e affermando la legittimità dell’arresto. La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: la procedura legata al mandato d’arresto europeo si articola in due fasi distinte con diversi livelli di controllo.

1. Fase della Convalida dell’Arresto: Questa prima fase, che si svolge dinanzi al Presidente della Corte di Appello, ha una natura puramente formale. Il suo scopo è verificare che l’arresto sia avvenuto nei casi previsti dalla legge e che non vi sia stato un errore di persona. Si tratta di un “controllo meramente cartolare”, funzionale a garantire le formalità procedurali.

2. Fase del Giudizio di Consegna: Solo in questa seconda fase la Corte d’appello, in composizione collegiale, entra nel merito della richiesta, valutando la sussistenza di eventuali cause ostative alla consegna, come quella relativa alla durata della pena.

La Corte d’appello, nel caso di specie, ha erroneamente anticipato alla fase di convalida una valutazione che appartiene al successivo giudizio di merito, censurando l’operato della Polizia giudiziaria che, invece, aveva correttamente eseguito un “atto dovuto” sulla base della segnalazione presente nel Sistema Informativo di Schengen (SIS).

Le Motivazioni della Sentenza

La Cassazione ha chiarito che l’arresto eseguito in base a un MAE o a una segnalazione SIS è un atto dovuto per la polizia giudiziaria, il cui unico compito è verificare la corrispondenza tra la persona segnalata e quella arrestata. Di conseguenza, il successivo controllo del Presidente della Corte d’appello per la convalida non può estendersi alla verifica delle condizioni sostanziali per la consegna.

Il controllo giurisdizionale in sede di convalida, secondo la Suprema Corte, si esaurisce in una verifica della legittimità formale dell’operato della polizia, senza influire sull’esito del procedimento di consegna. La valutazione sull’applicabilità di cause di rifiuto, come quella prevista dall’art. 7, comma 4, della legge n. 69 del 2005, è devoluta esclusivamente alla cognizione della Corte di appello nella fase successiva del giudizio. Pertanto, la Corte d’appello aveva illegittimamente sindacato l’assenza di cause ostative, un compito che esorbitava dalle sue attribuzioni in quella specifica fase procedurale.

Conclusioni

La sentenza in commento rafforza il principio di separazione delle fasi procedurali nell’ambito del mandato d’arresto europeo. La convalida dell’arresto è un passaggio necessario e rapido, finalizzato a garantire la correttezza formale della privazione della libertà personale, mentre le complesse valutazioni di merito sulla possibilità di consegnare la persona allo Stato richiedente devono essere affrontate nel contraddittorio del successivo giudizio. Questa distinzione è cruciale per assicurare l’efficienza del sistema di cooperazione giudiziaria europea, evitando che la fase di convalida si trasformi in un’anticipazione del giudizio di merito, con il rischio di paralizzare l’intero meccanismo.

Qual è il ruolo del giudice nella fase di convalida di un arresto eseguito su mandato d’arresto europeo?
Il ruolo del giudice (il Presidente della Corte d’appello) è limitato a un controllo puramente formale, definito “meramente cartolare”. Deve verificare che l’arresto sia stato eseguito nei casi previsti dalla legge e che non ci sia stato un errore sull’identità della persona arrestata, senza entrare nel merito delle ragioni che potrebbero ostacolare la futura consegna.

La Corte d’Appello può rifiutare la convalida dell’arresto se la pena da scontare è inferiore a quattro mesi?
No, non nella fase di convalida. Secondo la Cassazione, la valutazione sulla durata della pena come causa ostativa alla consegna (prevista dall’art. 7, comma 4, della L. 69/2005) è una questione di merito che deve essere esaminata solo nella successiva fase del procedimento di consegna, e non durante la convalida dell’arresto.

Qual è la differenza tra la convalida dell’arresto e il giudizio sulla consegna?
La convalida dell’arresto è una procedura iniziale, rapida e formale, che conferma la legittimità della cattura effettuata dalla polizia. Il giudizio sulla consegna è la fase successiva e di merito, in cui la Corte d’Appello, in composizione collegiale, decide se consegnare o meno la persona allo Stato richiedente, dopo aver valutato tutte le condizioni di legge e le eventuali cause di rifiuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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