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Mandato d’arresto europeo: la discrezionalità del giudice

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una decisione della Corte d’Appello che, in un caso di mandato d’arresto europeo, ha negato il rinvio della consegna. La Suprema Corte ribadisce che la scelta di posticipare l’estradizione per consentire di scontare una pena pregressa in Italia rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, se adeguatamente motivata, come nel caso di specie in cui è stata data priorità all’urgenza del processo nello Stato richiedente.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato d’arresto europeo: quando il giudice può negare il rinvio della consegna?

La cooperazione giudiziaria in ambito europeo si fonda su strumenti efficaci come il Mandato d’arresto europeo (MAE), che semplifica le procedure di estradizione tra Stati membri. Tuttavia, sorgono questioni complesse quando la persona richiesta deve scontare altre pene nello Stato in cui si trova. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 15743/2025) fa luce sui poteri discrezionali del giudice italiano nel decidere se posticipare o meno la consegna, dando priorità al processo nello Stato richiedente.

I fatti del caso

Un cittadino italiano era oggetto di un Mandato d’arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria tedesca per un’accusa di furto aggravato. La Corte di Appello di Brescia autorizzava la consegna alla Germania, ma con una condizione: al termine del processo, l’uomo sarebbe dovuto rientrare in Italia per scontare l’eventuale pena.

Tuttavia, la difesa del ricercato presentava ricorso in Cassazione. Il motivo della doglianza non riguardava la consegna in sé, ma la decisione della Corte d’Appello di non avvalersi della facoltà, prevista dall’art. 24 della legge n. 69/2005, di rinviare la consegna per permettere al suo assistito di scontare prima una pena già inflittagli in Italia per un altro reato. Secondo il ricorrente, questa scelta, non adeguatamente motivata, ledeva sia la garanzia di esecuzione della pena in Italia sia il diritto di accedere a misure alternative alla detenzione.

La discrezionalità del giudice sul Mandato d’arresto europeo

La Corte di Appello, nel decidere di non posticipare la consegna, aveva operato una scelta basata su una valutazione di merito. Aveva infatti ritenuto ‘più urgente consentire la celebrazione del processo’ in Germania. Questa valutazione rientra in quella che la legge definisce una ‘facoltà discrezionale’ del giudice. L’art. 24 della legge sul MAE prevede che la Corte possa disporre il rinvio della consegna, ma non lo impone come un obbligo.

Il ricorrente contestava proprio il modo in cui questa discrezionalità era stata esercitata, ritenendolo non sufficientemente argomentato e lesivo dei suoi diritti.

Le motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo un punto fondamentale del procedimento relativo al Mandato d’arresto europeo. La Suprema Corte ha ribadito che la scelta di rinviare o meno la consegna è una decisione puramente discrezionale del giudice di merito (in questo caso, la Corte di Appello).

Questo tipo di valutazione non può essere oggetto di un riesame in sede di legittimità, a meno che la motivazione sia totalmente assente, contraddittoria o manifestamente illogica. Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva fornito una ragione chiara per la sua decisione: l’urgenza di celebrare il processo nello Stato richiedente. Sebbene sintetica, questa motivazione è stata ritenuta sufficiente e logicamente valida dalla Cassazione. Pertanto, il ricorso, mirando a contestare il merito di una scelta discrezionale e non un errore di diritto, è stato respinto.

Conclusioni

La sentenza consolida il principio secondo cui il giudizio della Corte di Cassazione non entra nel merito delle scelte discrezionali dei giudici dei gradi inferiori, limitandosi a un controllo sulla legalità e sulla coerenza logica delle motivazioni. In materia di Mandato d’arresto europeo, la decisione di posticipare la consegna per consentire l’espiazione di una pena interna è una facoltà, non un obbligo. Il giudice può legittimamente dare priorità alle esigenze processuali dello Stato richiedente, purché motivi, anche sinteticamente, la sua scelta. Questa pronuncia riafferma l’equilibrio tra la tutela dei diritti del singolo e la necessità di garantire un’efficace e celere cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea.

La Corte d’Appello è obbligata a rinviare la consegna se la persona ricercata deve scontare un’altra pena in Italia?
No, la legge (art. 24, l. 69/2005) prevede questa possibilità come una facoltà discrezionale, non come un obbligo. La Corte può decidere di non rinviare la consegna se ritiene prevalenti altre esigenze, come l’urgenza del processo nello Stato richiedente.

È possibile fare ricorso in Cassazione contro la decisione del giudice di non rinviare la consegna?
No, se il ricorso contesta il merito della scelta discrezionale. La Cassazione può intervenire solo se la motivazione a supporto della decisione è inesistente, manifestamente illogica o contraddittoria, ma non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.

Quale principio è stato ritenuto prevalente dalla Corte d’Appello in questo caso?
La Corte d’Appello ha ritenuto prevalente l’urgenza di consentire la celebrazione del processo in Germania, lo Stato che aveva emesso il mandato d’arresto europeo, rispetto all’esigenza del ricorrente di scontare prima una pena pregressa in Italia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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