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Mandato d’arresto europeo: inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro la decisione della Corte d’Appello di disporne la consegna alla Spagna in esecuzione di un mandato d’arresto europeo per lesioni personali. Il ricorso si basava sul presunto radicamento del soggetto in Italia, ma la Suprema Corte ha chiarito che, a seguito delle recenti riforme, non può più esaminare vizi di motivazione, ma solo specifiche violazioni di legge. L’accertamento del radicamento territoriale è una valutazione di merito non sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato d’arresto europeo: i limiti del ricorso in Cassazione

La cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri dell’Unione Europea è un pilastro fondamentale per garantire la sicurezza e la giustizia. Uno degli strumenti più efficaci in questo ambito è il mandato d’arresto europeo (MAE), che semplifica le procedure di consegna delle persone ricercate. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 15282 del 2025, offre un chiarimento cruciale sui limiti del ricorso contro le decisioni che dispongono la consegna, specialmente dopo le riforme legislative del 2021.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un mandato d’arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria spagnola nei confronti di un cittadino per il reato di lesioni personali. La Corte di Appello di Torino, in accoglimento della richiesta, disponeva la consegna dell’uomo alla Spagna.

Contro questa decisione, il difensore dell’interessato proponeva ricorso alla Corte di Cassazione. La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel non considerare adeguatamente il forte ‘radicamento’ del suo assistito sul territorio italiano. A prova di ciò, venivano addotti elementi come una relazione affettiva stabile, formalizzata con un matrimonio, e la facile reperibilità da parte delle forze dell’ordine italiane. Secondo la tesi difensiva, queste circostanze avrebbero dovuto portare a una decisione diversa, magari consentendo all’uomo di scontare la pena in Italia.

Il Ricorso e i motivi del mandato d’arresto europeo

Il ricorso si fondava sull’erronea applicazione della legge, in particolare dell’art. 18-bis della L. n. 69/2005, che disciplina i motivi di rifiuto facoltativo della consegna. La difesa ha tentato di presentare la valutazione sul radicamento territoriale non come una questione di fatto, ma come un errore nell’applicazione della norma.

Tuttavia, la Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha da subito chiesto il rigetto del ricorso, ritenendolo infondato.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la propria decisione sulle modifiche legislative introdotte dal d.lgs. n. 10 del 2021. Questa riforma ha significativamente ristretto l’ambito del sindacato della Cassazione in materia di mandato d’arresto europeo.

In passato, il ricorso poteva essere proposto ‘anche nel merito’, consentendo alla Corte di riesaminare le valutazioni fattuali dei giudici dei gradi inferiori. Oggi, invece, il potere di controllo è circoscritto ai soli motivi previsti dall’art. 606, lettere a), b) e c) del codice di procedura penale, che riguardano essenzialmente violazioni di legge e non vizi di motivazione (come la contraddittorietà o l’illogicità).

La Corte ha ribadito un principio ormai consolidato: non è più ‘giudice del merito’ in questi procedimenti. Di conseguenza, le censure che riguardano l’accertamento del radicamento del soggetto in Italia, pur se presentate come violazioni di legge, attengono in realtà alla motivazione della decisione e alla valutazione dei fatti. Tali valutazioni sono di esclusiva competenza della Corte di Appello e non possono essere riesaminate in sede di legittimità.

In sintesi, il tentativo della difesa di trasformare una critica alla valutazione del giudice di merito in un errore di diritto è stato respinto. La Cassazione ha confermato che le argomentazioni relative ai legami personali e sociali in Italia rientrano nell’ambito della discrezionalità del giudice che decide sulla consegna, e un eventuale disaccordo su tale valutazione non costituisce un valido motivo di ricorso.

Conclusioni

Questa sentenza conferma un indirizzo giurisprudenziale molto netto. Chi è destinatario di un mandato d’arresto europeo non può più sperare di bloccare la consegna appellandosi alla Corte di Cassazione per contestare il modo in cui il giudice di merito ha valutato i suoi legami con l’Italia. Il ricorso in Cassazione è ammissibile solo se si possono dimostrare specifiche e dirette violazioni di norme giuridiche, escludendo ogni riesame delle circostanze di fatto. La decisione rafforza l’efficacia e la celerità del MAE, limitando le possibilità di impugnazione a questioni di pura legittimità giuridica.

È possibile fare ricorso in Cassazione contro una sentenza che dispone la consegna per un mandato d’arresto europeo, lamentando una valutazione sbagliata dei fatti?
No. La sentenza chiarisce che, a seguito della riforma del 2021, il ricorso per cassazione non è ammissibile per vizi di motivazione, come la contraddittorietà o l’illogicità, né per contestare la valutazione dei fatti (giudizio di merito) compiuta dalla Corte di Appello, come quella sul radicamento territoriale.

Quali sono i motivi per cui si può fare ricorso in Cassazione in materia di mandato d’arresto europeo dopo le recenti riforme?
Il ricorso è circoscritto ai soli motivi previsti dall’art. 606, lettere a), b) e c) del codice di procedura penale, che attengono a violazioni di norme processuali o sostanziali (errori di diritto) e non a come il giudice ha interpretato le prove o i fatti.

Avere forti legami con l’Italia (radicamento) è un motivo sufficiente per evitare la consegna secondo la Cassazione in questo caso?
No. La Corte di Cassazione non entra nel merito della questione del radicamento. Stabilisce che la valutazione di tali legami è di competenza esclusiva della Corte di Appello e non può essere oggetto di un nuovo esame in sede di Cassazione, in quanto rappresenta una questione di fatto e non un errore di diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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