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Mandato d’Arresto Europeo: cosa succede se cambia?

Un cittadino doveva essere consegnato alla Romania sulla base di un Mandato d’Arresto Europeo per reati di guida. Dopo la decisione della Corte d’Appello italiana, la Romania ha emesso un nuovo mandato in sostituzione del precedente. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che un nuovo Mandato d’Arresto Europeo, se emesso dopo la decisione di merito, invalida la procedura, che deve essere riesaminata dalla Corte d’Appello competente.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato d’Arresto Europeo: cosa succede se il titolo viene sostituito in corso di causa?

La cooperazione giudiziaria in ambito europeo si fonda su strumenti efficaci come il Mandato d’Arresto Europeo (MAE), che semplifica le procedure di consegna tra Stati membri. Tuttavia, la procedura può presentare delle complessità, specialmente quando il titolo su cui si basa la richiesta di consegna viene modificato. Con la sentenza n. 34990/2024, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: la tempistica della sostituzione del MAE è determinante per la validità della procedura e per la tutela dei diritti di difesa.

I fatti del caso: Una richiesta di consegna complessa

Il caso riguarda un cittadino rumeno colpito da un Mandato d’Arresto Europeo esecutivo emesso dalle autorità rumene per l’espiazione di pene relative a tre distinti episodi di guida senza patente, commessi nel 2018, 2021 e 2022. La Corte d’Appello di Perugia aveva concesso la consegna per i due reati più recenti, escludendo quello del 2018. L’interessato, tramite il suo legale, ha proposto ricorso in Cassazione lamentando diverse violazioni procedurali e la mancata considerazione delle precarie condizioni carcerarie in Romania.

L’elemento decisivo, però, è emerso durante il giudizio di legittimità: l’autorità giudiziaria rumena aveva revocato i precedenti mandati, sostituendoli con un unico nuovo MAE che comprendeva tutti e tre gli episodi. Questo nuovo atto è stato emesso dopo la decisione della Corte d’Appello.

La questione giuridica e la validità del Mandato d’Arresto Europeo

Il quesito giuridico fondamentale sottoposto alla Corte era se una procedura di consegna potesse proseguire validamente sulla base di un titolo (il vecchio MAE) che era stato formalmente revocato e sostituito. Inoltre, si poneva il problema di stabilire quale giudice fosse competente a valutare il nuovo mandato e con quali garanzie per la difesa.

La difesa ha sostenuto che la sostituzione del titolo rendeva inefficace la richiesta originaria e, di conseguenza, illegittima la decisione della Corte d’Appello che su di essa si fondava. Il nuovo Mandato d’Arresto Europeo introduceva un quadro giuridico diverso che non era stato oggetto di valutazione e contraddittorio nel giudizio di merito.

Le motivazioni della Cassazione: la sostituzione del titolo deve avvenire prima della decisione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio la sentenza impugnata. Il ragionamento dei giudici si è basato su un principio di garanzia processuale fondamentale.

La Corte ha ribadito che la sostituzione del titolo su cui si fonda la richiesta di consegna è ammissibile, ma a una condizione inderogabile: deve avvenire prima della decisione del giudice di merito, ovvero la Corte d’Appello. Questo requisito è essenziale per consentire alla persona richiesta in consegna di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa nel contraddittorio tra le parti. La difesa deve avere la possibilità di esaminare il nuovo titolo e presentare le proprie argomentazioni davanti al giudice competente a decidere nel merito.

Poiché nel caso di specie il nuovo Mandato d’Arresto Europeo è stato emesso successivamente alla pronuncia della Corte d’Appello, la richiesta di consegna originaria ha perso la sua efficacia giuridica. La Suprema Corte ha specificato di non poter procedere a una valutazione del nuovo mandato, poiché il suo ruolo è quello di giudice di legittimità e non di merito. La valutazione dei presupposti per la consegna sulla base del nuovo titolo deve essere necessariamente svolta in prima istanza dalla Corte d’Appello competente.

Conclusioni: le implicazioni della sentenza

Questa decisione rafforza le garanzie difensive nell’ambito delle procedure di consegna basate sul Mandato d’Arresto Europeo. Stabilisce un confine temporale netto per la modifica del titolo che legittima la richiesta: qualsiasi sostituzione deve avvenire in una fase processuale che consenta un pieno contraddittorio davanti al giudice di merito. Un cambiamento del titolo successivo alla decisione della Corte d’Appello determina l’annullamento della stessa, poiché basata su un presupposto giuridico venuto meno. La palla torna quindi alla Corte d’Appello, che dovrà avviare una nuova valutazione sulla base del nuovo mandato emesso dallo Stato richiedente.

È possibile sostituire un Mandato d’Arresto Europeo (MAE) con uno nuovo durante la procedura di consegna?
Sì, è possibile, ma la Corte di Cassazione chiarisce che la sostituzione deve avvenire prima della decisione della Corte d’Appello, per consentire il pieno esercizio dei diritti di difesa nel contraddittorio tra le parti.

Cosa succede se il nuovo MAE viene emesso dopo la decisione della Corte d’Appello?
Se il nuovo mandato viene emesso dopo la decisione di merito, la richiesta di consegna originaria perde la sua efficacia. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello, basata su un titolo non più valido, deve essere annullata.

Perché la Corte di Cassazione non può decidere direttamente sul nuovo MAE?
La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito. Non può condurre una valutazione di primo grado sui presupposti di un nuovo mandato; tale compito spetta necessariamente alla Corte d’Appello competente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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