LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Mandato d’arresto europeo: consenso dello Stato emittente

La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di una Corte d’appello che rifiutava la consegna di un cittadino italiano al Belgio sulla base di un mandato d’arresto europeo, disponendo l’esecuzione della pena in Italia. La Suprema Corte, applicando una recente sentenza della Corte di Giustizia UE, ha stabilito che l’esecuzione della pena nello Stato di residenza è possibile solo con il consenso formale dello Stato emittente del mandato. In assenza di tale consenso, la consegna deve essere effettuata per evitare l’impunità del condannato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato d’arresto europeo: il Consenso dello Stato Emittente è Obbligatorio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha profondamente innovato la procedura di gestione del mandato d’arresto europeo in Italia, stabilendo un principio fondamentale: per rifiutare la consegna di un cittadino e disporre l’esecuzione della pena sul territorio nazionale, è indispensabile ottenere il consenso preventivo dello Stato che ha emesso il mandato. Questa decisione, allineandosi a un’interpretazione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, segna un punto di svolta rispetto alla prassi precedente e rafforza il principio di leale cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda un giovane cittadino italiano condannato in Belgio a tre anni di reclusione per i reati di rapina e associazione per delinquere. Le autorità giudiziarie belghe emettevano un mandato d’arresto europeo per l’esecuzione della pena. La Corte di appello di Genova, investita della questione, decideva di rifiutare la consegna del condannato, disponendo che la pena venisse eseguita in Italia. La motivazione di tale scelta risiedeva nell’obiettivo di favorire il reinserimento sociale del giovane, essendo egli residente in Italia. La difesa del condannato presentava ricorso in Cassazione, contestando aspetti tecnici legati alla qualificazione giuridica dei reati contestati.

La Decisione della Corte di Cassazione: Annullamento con Rinvio

La Suprema Corte ha annullato la sentenza della Corte di appello, ma per una ragione del tutto diversa da quella sollevata dalla difesa. I giudici hanno rilevato d’ufficio un vizio procedurale fondamentale, alla luce di una recente e dirimente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il problema non risiedeva nella qualificazione del reato, ma nella procedura seguita dalla Corte d’appello per rifiutare la consegna e disporre l’esecuzione della pena in Italia.

Le Motivazioni: Il Principio del Consenso nel Mandato d’Arresto Europeo

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nell’applicazione diretta dei principi espressi dalla Corte di Giustizia UE. La possibilità per uno Stato membro di rifiutare la consegna di un proprio cittadino o residente per fargli scontare la pena “a casa” (prevista dall’art. 4, punto 6, della decisione quadro sul mandato d’arresto europeo) non è un potere unilaterale e discrezionale. Al contrario, è una facoltà strettamente subordinata a una condizione precisa: il consenso dello Stato membro che ha emesso il mandato.

La Corte ha chiarito che la prassi consolidata in Italia, che permetteva ai giudici di procedere autonomamente al riconoscimento della sentenza straniera basandosi sulla semplice acquisizione di una copia della stessa, non è conforme al diritto dell’Unione. La procedura corretta impone l’attivazione di un dialogo formale tra le autorità giudiziarie coinvolte. Lo Stato di esecuzione (l’Italia, in questo caso) deve:

1. Richiedere il consenso allo Stato di emissione (il Belgio).
2. Attendere la trasmissione della sentenza di condanna e di un apposito certificato previsto dalla Decisione Quadro 2008/909/GAI.

Questo meccanismo garantisce il rispetto della sovranità dello Stato che ha pronunciato la condanna, il quale mantiene il potere decisionale finale sull’esecuzione della propria pena. Se lo Stato emittente nega il consenso, lo Stato di esecuzione ha l’obbligo di procedere alla consegna della persona richiesta. Tale obbligo è finalizzato a prevenire il rischio di impunità, un pilastro fondamentale dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia europeo. La Cassazione ha sottolineato che le sentenze interpretative della Corte di Giustizia hanno efficacia retroattiva (ex tunc), obbligando i giudici nazionali ad applicarle immediatamente anche ai procedimenti già in corso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza modifica radicalmente le procedure relative al mandato d’arresto europeo in Italia. Le Corti d’appello non potranno più decidere unilateralmente di trattenere un cittadino per l’esecuzione di una pena inflitta all’estero. Sarà necessario instaurare una consultazione formale con l’autorità giudiziaria emittente e ottenere il suo esplicito assenso.

Le implicazioni sono significative:
Rafforzamento della cooperazione: La decisione promuove un dialogo più strutturato e basato sul principio di fiducia reciproca tra gli Stati membri.
Certezza del diritto: Vengono definite regole procedurali chiare, riducendo la discrezionalità e garantendo un’applicazione uniforme del diritto europeo.
Lotta all’impunità: Il meccanismo del consenso impedisce che un rifiuto di consegna si traduca in una mancata esecuzione della pena. La Corte di appello, in sede di rinvio, dovrà quindi attenersi scrupolosamente a questa nuova procedura: richiedere il consenso al Belgio e, in caso di diniego, disporre la consegna del condannato.

Può un giudice italiano rifiutare di consegnare un cittadino ad un altro Stato UE e decidere autonomamente di fargli scontare la pena in Italia?
No. La Corte di Cassazione, basandosi su una sentenza della Corte di giustizia europea, ha stabilito che la decisione di eseguire la pena in Italia è subordinata al consenso formale dello Stato che ha emesso il mandato d’arresto europeo.

Cosa succede se lo Stato che ha emesso il mandato d’arresto europeo non dà il suo consenso all’esecuzione della pena in Italia?
In questo caso, il giudice italiano deve disporre la consegna della persona richiesta, per evitare che la condanna resti ineseguita e per non creare un rischio di impunità.

La nuova procedura introdotta dalla Corte di giustizia europea si applica anche ai casi già in corso?
Sì. Le sentenze interpretative della Corte di giustizia hanno efficacia retroattiva (ex tunc), il che significa che chiariscono il significato della norma fin dalla sua entrata in vigore. Pertanto, i giudici devono applicare questi principi anche ai procedimenti sorti prima della sentenza stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati