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Mandato d’Arresto Europeo: consegna senza doppia punibilità

La Corte di Cassazione conferma la consegna di un cittadino rumeno sulla base di un Mandato d’Arresto Europeo per traffico di stupefacenti. La sentenza chiarisce che per reati gravi, come il traffico di droga, la procedura non richiede la verifica della doppia punibilità, ovvero che il fatto sia reato anche in Italia. La Corte distingue nettamente tale fattispecie dal possesso per uso personale, per il quale la consegna era stata negata.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato d’Arresto Europeo: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Doppia Punibilità

Il Mandato d’Arresto Europeo (M.A.E.) è uno strumento fondamentale per la cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea, ma la sua applicazione solleva spesso questioni complesse. Con la sentenza n. 22376/2025, la Corte di Cassazione è intervenuta su un caso di traffico di stupefacenti, fornendo chiarimenti cruciali sulla non applicabilità del principio di doppia punibilità per determinate categorie di reati. Questa decisione ribadisce la fiducia reciproca tra i sistemi giudiziari degli Stati membri e delinea i poteri del giudice nazionale nel processo di consegna.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Consegna

Il caso ha origine da un Mandato d’Arresto Europeo emesso da un tribunale rumeno nei confronti di un cittadino per due distinti capi d’imputazione legati agli stupefacenti:

1. Traffico di sostanze stupefacenti (detenzione a fini di vendita).
2. Possesso di stupefacenti per uso personale.

La Corte di Appello di Roma, chiamata a decidere sulla richiesta di consegna, aveva adottato una decisione differenziata: accoglieva la richiesta per il primo capo (traffico), ma la respingeva per il secondo (uso personale). La difesa del cittadino rumeno ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che anche la condotta di traffico fosse in realtà finalizzata all’uso personale e, di conseguenza, non punibile secondo la legge italiana, chiedendo l’applicazione del principio di specialità e il rigetto integrale della richiesta.

La Decisione della Cassazione sul Mandato d’Arresto Europeo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno confermato la decisione della Corte d’Appello, stabilendo che la consegna per il reato di traffico di stupefacenti era legittima e non richiedeva alcuna verifica sulla doppia punibilità. La Corte ha sottolineato che la normativa di riferimento non è l’articolo 7 della legge 69/2005, che prevede la regola generale della doppia incriminazione, bensì l’articolo 8 della stessa legge.

Le Motivazioni: L’eccezione alla Doppia Punibilità

La motivazione della sentenza si fonda su una precisa distinzione normativa. L’articolo 8 della legge sul Mandato d’Arresto Europeo, in linea con la Decisione Quadro 2002/584/GAI, elenca una serie di reati gravi (tra cui il traffico di sostanze stupefacenti) per i quali la consegna è obbligatoria, indipendentemente dal fatto che la condotta sia considerata reato anche nello Stato di esecuzione. L’unica condizione è che il reato sia punito nello Stato emittente con una pena massima non inferiore a tre anni.

La Corte ha specificato che la normativa europea (in particolare la Decisione Quadro 2004/757/GAI) mira a creare un’armonizzazione minima nella lotta al traffico di droga, escludendo esplicitamente dal suo campo di applicazione il consumo personale. Di conseguenza, quando un M.A.E. riguarda una condotta qualificata come ‘traffico’ dall’autorità straniera, il giudice italiano non ha il potere di riqualificare il fatto o di sindacare tale valutazione.

Inoltre, con le modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 10 del 2021, l’ambito di controllo del giudice italiano si è ulteriormente ristretto. Non è più richiesto di verificare se la definizione del reato secondo la legge dello Stato emittente corrisponda a una fattispecie prevista dalla legge italiana. Il controllo è limitato a verificare che il reato rientri nell’elenco dell’art. 8 e rispetti il requisito di pena.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida un principio chiave della cooperazione giudiziaria europea: per i reati di particolare allarme sociale, il sistema del Mandato d’Arresto Europeo si basa su un meccanismo quasi automatico di consegna, fondato sulla fiducia reciproca. Le conclusioni pratiche sono significative:

* Poteri Limitati del Giudice Nazionale: Il giudice dello Stato di esecuzione non può entrare nel merito della qualificazione giuridica del fatto operata dall’autorità emittente per i reati-elenco.
* Irrilevanza della Doppia Punibilità: Per reati come il traffico di droga, è irrilevante che la specifica condotta sia o meno punibile in Italia. Ciò che conta è la sua classificazione nella categoria prevista dalla normativa europea.
* Distinzione Netta tra Traffico e Uso Personale: La sentenza riafferma la linea di demarcazione tracciata a livello europeo: il M.A.E. semplificato si applica al traffico, ma non al mero consumo personale, che resta soggetto alle singole legislazioni nazionali.

È sempre necessario il requisito della doppia punibilità per eseguire un Mandato d’Arresto Europeo?
No, per un elenco di reati gravi, tra cui il traffico di stupefacenti, la legge prevede che la consegna avvenga indipendentemente dal fatto che la condotta sia reato anche nello Stato di esecuzione, a condizione che nel paese emittente sia punito con una pena di almeno tre anni.

Quale differenza fa la legge tra traffico di stupefacenti e uso personale nel contesto di un Mandato d’Arresto Europeo?
La normativa europea distingue nettamente: le condotte di traffico (vendita, produzione, detenzione a fini di spaccio) rientrano nell’elenco dei reati per cui non è richiesta la doppia punibilità. L’acquisto e la detenzione per mero consumo personale, invece, sono esplicitamente esclusi da questa procedura semplificata e restano soggetti alla valutazione della doppia punibilità.

Quali poteri ha il giudice italiano quando valuta un Mandato d’Arresto Europeo per traffico di droga?
I poteri del giudice italiano sono limitati. Deve verificare che il reato rientri nell’elenco di quelli per cui è esclusa la doppia punibilità e che sia rispettato il limite minimo di pena previsto nello Stato emittente. Non può riqualificare il fatto né sindacare la valutazione giuridica effettuata dall’autorità giudiziaria straniera.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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