LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Mandato Arresto Europeo: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro la consegna di un cittadino a Malta, basata su un mandato di arresto europeo per traffico di stupefacenti. I motivi del ricorso, relativi al rifiuto facoltativo della consegna e alla violazione del diritto a un processo di durata ragionevole, sono stati giudicati generici e tardivi. La decisione conferma l’ordine di consegna, subordinato al rientro in Italia per l’eventuale esecuzione della pena.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato di Arresto Europeo: Quando un Ricorso è Inammissibile?

La cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea si fonda su strumenti efficaci come il mandato di arresto europeo (MAE), che semplifica le procedure di consegna tra Stati membri. Tuttavia, la sua applicazione deve bilanciare le esigenze di giustizia con la tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i requisiti di ammissibilità di un ricorso contro la decisione di consegna, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi.

I Fatti del Caso

La Corte di Appello di Palermo aveva autorizzato la consegna di un cittadino italiano alle autorità giudiziarie di Malta, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso per il reato di traffico illecito di sostanze stupefacenti. La Corte aveva però posto una condizione: l’individuo, una volta concluso il processo a Malta, sarebbe dovuto essere restituito all’Italia per scontare l’eventuale pena.

Contro questa decisione, la difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni procedurali e di diritto sostanziale.

I Motivi del Ricorso e la questione del mandato di arresto europeo

La difesa ha basato il proprio ricorso su tre motivi principali:

1. Rifiuto facoltativo della consegna: Si lamentava la violazione dell’art. 18-bis della legge n. 69/2005, sostenendo che la Corte di Appello non avesse correttamente esercitato il proprio potere discrezionale di rifiutare la consegna, trascurando il diritto del ricorrente di essere giudicato in Italia per fatti che costituiscono reato anche nel nostro ordinamento.
2. Violazione del diritto a un processo di durata ragionevole: Il secondo motivo denunciava la violazione degli artt. 2 e 18 della legge n. 69/2005, nonché dell’art. 111 della Costituzione e dell’art. 6 della CEDU. Secondo la difesa, la consegna avrebbe leso il diritto a un processo di durata ragionevole, dato che l’interessato era già stato sottoposto a misure cautelari per quasi cinque anni.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo integralmente le argomentazioni della difesa. La decisione si fonda su un principio procedurale cardine: la genericità e la novità delle censure presentate.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorso fossero stati formulati in termini eccessivamente generici e, in parte, proposti per la prima volta in sede di legittimità, senza essere stati prima sottoposti alla valutazione della Corte di Appello.

In merito al rifiuto facoltativo della consegna (art. 18-bis), i giudici hanno osservato che l’impugnazione non specificava in modo concreto le ragioni per cui, nel caso specifico, si sarebbe dovuta applicare tale causa di rifiuto. La semplice enunciazione della norma non è sufficiente a fondare un valido motivo di ricorso.

Riguardo alla presunta violazione del diritto a un processo di durata ragionevole, la Cassazione ha evidenziato come l’argomentazione fosse stata presentata in modo assertivo e non dettagliato. Inoltre, la Corte ha sottolineato che davanti alla Corte di Appello la difesa si era concentrata su un’altra questione (l’assenza di termini massimi di custodia cautelare nell’ordinamento maltese), questione peraltro superata dalla riforma legislativa del 2021 che ha modificato le cause obbligatorie di rifiuto della consegna. Il ricorso in Cassazione, quindi, non solo era generico, ma trascurava completamente l’argomentazione e la decisione della Corte di merito sul punto.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: per contestare efficacemente l’esecuzione di un mandato di arresto europeo, non basta invocare genericamente la violazione di norme o diritti. È necessario che i motivi di ricorso siano specifici, dettagliati e supportati da elementi concreti, preferibilmente già discussi nei gradi di merito. La genericità delle censure porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, confermando la decisione impugnata e rendendo esecutiva la consegna. Questa pronuncia consolida l’orientamento secondo cui la cooperazione giudiziaria europea prevale quando le obiezioni sollevate sono prive della necessaria concretezza e specificità.

Un ricorso contro un mandato di arresto europeo può essere basato su motivi generici?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che i motivi di ricorso devono essere specifici, dettagliati e non possono essere presentati in termini di marcata genericità. Un’impugnazione vaga è destinata all’inammissibilità.

È possibile opporsi alla consegna sostenendo che il processo nello Stato richiedente violerebbe il diritto alla ragionevole durata?
Sì, in teoria è possibile, ma la difesa deve fornire argomentazioni concrete e dettagliate che dimostrino tale rischio. Una semplice affermazione assertiva, non supportata da elementi specifici, non è sufficiente per bloccare la consegna, come chiarito in questa sentenza.

Cosa succede se un ricorso contro un ordine di consegna viene dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità rende definitiva la decisione precedente. Nel caso specifico, l’ordine di consegna della persona alle autorità maltesi diventa esecutivo. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati