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Mandato Arresto Europeo: Limiti al Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19355 del 2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una decisione di consegna basata su un mandato d’arresto europeo. La sentenza chiarisce che il ricorso è limitato alle sole violazioni di legge, escludendo questioni di merito come la valutazione degli indizi di colpevolezza o le esigenze cautelari.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato d’arresto europeo: quando il ricorso in Cassazione è un vicolo cieco

Il mandato d’arresto europeo (MAE) rappresenta uno strumento fondamentale per la cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea, ma quali sono i limiti per opporsi alla sua esecuzione? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 19355 del 2024, offre chiarimenti cruciali, stabilendo paletti molto rigidi per l’ammissibilità dei ricorsi contro le decisioni di consegna. La pronuncia sottolinea come, a seguito delle recenti riforme, il sindacato della Suprema Corte sia confinato esclusivamente alla ‘violazione di legge’, escludendo ogni valutazione sul merito della vicenda.

I fatti del caso

Il caso trae origine da un mandato d’arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria austriaca nei confronti di un cittadino italiano. L’accusa era grave: aver partecipato, insieme a due complici, a una rapina avvenuta a Vienna, durante la quale era stato sottratto un orologio di lusso del valore di 100.000 euro.

La Corte di Appello di Napoli, investita della questione, aveva dato il via libera alla consegna, ritenendo sussistenti le condizioni previste dalla legge. Contro questa decisione, l’interessato ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando due principali obiezioni:
1. La presunta violazione di legge nella valutazione dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, criticando la Corte d’Appello per non aver considerato il suo corretto comportamento processuale in un altro procedimento pendente in Italia.
2. Un’errata gestione del concorso di richieste di consegna, sostenendo che la Corte avrebbe dovuto risolvere il conflitto e consultare Eurojust.

I limiti al ricorso per il mandato d’arresto europeo

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato e inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine, rafforzato dalla riforma del d.lgs. n. 10 del 2021: il ricorso per cassazione avverso le sentenze che decidono su un mandato d’arresto europeo è ammesso solo per motivi di violazione di legge.

Questo significa che non è possibile contestare davanti alla Suprema Corte:
* La valutazione nel merito dei fatti (ad esempio, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza).
* L’esercizio dei poteri discrezionali della Corte di Appello (come la valutazione del pericolo di fuga o la gestione di più richieste di consegna).

Queste valutazioni, sebbene debbano essere motivate dal giudice di merito, non costituiscono una ‘violazione di legge’ e, pertanto, sono sottratte al controllo di legittimità della Cassazione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha spiegato che il ricorrente, criticando l’analisi degli indizi e delle esigenze cautelari, stava in realtà tentando di ottenere un riesame del merito della vicenda, attività preclusa in sede di legittimità. La legge ha deliberatamente ristretto il perimetro del ricorso per accelerare le procedure di consegna e rafforzare la fiducia reciproca tra gli Stati membri.

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla gestione di più mandati di arresto concorrenti, è stato giudicato inammissibile. La Corte ha chiarito che la decisione su quale richiesta di consegna eseguire prioritariamente rientra nei poteri discrezionali della Corte di Appello, come previsto dall’art. 20 della legge n. 69/2005. L’omessa ponderazione dei criteri previsti da tale articolo potrebbe essere oggetto di doglianza solo se il diretto interessato l’avesse specificamente richiesta in sede di merito, adducendo un interesse concreto, cosa non avvenuta nel caso di specie.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce un orientamento consolidato e rafforza la natura del procedimento di consegna basato sul mandato d’arresto europeo come strumento rapido ed efficace. La decisione della Cassazione chiarisce che la difesa non può utilizzare il ricorso di legittimità per rimettere in discussione le valutazioni di fatto compiute dalla Corte di Appello. Le uniche censure ammissibili sono quelle che denunciano una palese e diretta violazione di una norma di legge, come un errore nell’applicazione delle cause di rifiuto obbligatorio o facoltativo della consegna. Per gli indagati e i loro difensori, ciò significa che le battaglie sul merito della colpevolezza e sulle valutazioni discrezionali devono essere combattute interamente davanti alla Corte di Appello, poiché le porte della Cassazione, su questi temi, sono e rimarranno chiuse.

Per quali motivi si può fare ricorso in Cassazione contro una sentenza che autorizza la consegna in base a un mandato d’arresto europeo?
In base alla normativa vigente (art. 22, comma 1, della legge n. 69 del 2005, come modificato dal d.lgs. n. 10 del 2021), il ricorso è ammesso solo per motivi di violazione di legge.

La valutazione dei gravi indizi di colpevolezza da parte della Corte d’Appello può essere contestata in Cassazione in un procedimento di mandato d’arresto europeo?
No, la valutazione riguardante il merito della vicenda sostanziale, come la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza o il pericolo di fuga, è sottratta alla verifica di legittimità della Corte di Cassazione e non può essere motivo di ricorso.

Cosa succede se ci sono più richieste di consegna per la stessa persona da parte di Stati diversi?
La gestione del concorso di più mandati di arresto europei è rimessa alla scelta discrezionale della Corte di Appello, ai sensi dell’art. 20 della legge n. 69 del 2005. Tale scelta non è sindacabile in Cassazione, a meno che l’interessato non abbia specificamente sollecitato una ponderazione di interessi particolari durante il giudizio di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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