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Mandato Arresto Europeo e Salute: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17535/2024, ha rigettato il ricorso contro una decisione di consegna basata su un mandato d’arresto europeo. Il caso riguardava un cittadino straniero, condannato in Francia, le cui gravi condizioni di salute erano state poste a fondamento della richiesta di non esecuzione del mandato. La Corte ha stabilito che le assicurazioni fornite dallo Stato richiedente sulla garanzia di cure adeguate sono sufficienti per procedere alla consegna, anche senza l’indicazione preventiva della specifica struttura detentiva. Inoltre, ha ribadito che ai fini del mandato d’arresto europeo rileva l’esecutività della sentenza estera, non la sua irrevocabilità.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato d’Arresto Europeo e Diritto alla Salute: La Cassazione fa il Punto

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 17535 del 30 aprile 2024, è intervenuta su un tema delicato che interseca la cooperazione giudiziaria internazionale e la tutela dei diritti fondamentali: l’esecuzione di un mandato d’arresto europeo nei confronti di una persona affetta da gravi patologie. La decisione offre chiarimenti cruciali sui presupposti per la consegna e sui limiti del diritto alla salute come motivo di rifiuto.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda la richiesta di consegna, da parte delle autorità giudiziarie francesi, di un cittadino pakistano per l’esecuzione di una condanna a sei anni di reclusione. La condanna era stata emessa per associazione a delinquere finalizzata a reati di frode fiscale, riciclaggio e truffa. La Corte di appello di Genova aveva autorizzato la consegna, ma la difesa dell’uomo aveva presentato ricorso in Cassazione, sollevando tre questioni principali.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Cassazione

La difesa ha contestato la decisione della Corte di appello su tre fronti:

1. Mancata definitività della sentenza: Si sosteneva che il mandato d’arresto europeo fosse illegittimo perché basato su una sentenza di condanna non ancora definitiva, essendo ancora pendenti i termini per l’appello secondo l’ordinamento francese.
2. Violazione del diritto alla salute: Il ricorrente, affetto da leucemia mieloide, diabete e cardiopatia, rischiava un trattamento inumano e degradante a causa delle note condizioni di sovraffollamento delle carceri francesi e della presunta genericità delle assicurazioni fornite dalle autorità francesi riguardo alle cure mediche necessarie.
3. Violazione del diritto di difesa: Si lamentava la mancata traduzione scritta, in una lingua comprensibile all’imputato, degli atti fondamentali del procedimento, come i verbali di arresto e i mandati stessi.

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo infondati tutti i motivi di doglianza.

Esecutività della Sentenza nel Mandato d’Arresto Europeo

Sul primo punto, la Corte ha ribadito un principio consolidato: ai fini dell’emissione di un mandato d’arresto europeo esecutivo, ciò che conta è l'”esecutività” della sentenza secondo la legge dello Stato emittente, non la sua “irrevocabilità”. Anche se la persona condannata in absentia ha la possibilità di proporre opposizione e ottenere un nuovo processo, la sentenza è considerata esecutiva e, pertanto, idonea a fondare la richiesta di consegna.

La Tutela della Salute di Fronte al Mandato d’Arresto Europeo

La questione più complessa riguardava la tutela della salute. La Cassazione, richiamando la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Corte Costituzionale, ha spiegato che la consegna può essere rifiutata solo in circostanze eccezionali. È necessario dimostrare l’esistenza di un rischio reale di riduzione significativa dell’aspettativa di vita o di un deterioramento rapido, significativo e irrimediabile dello stato di salute.

In questi casi, l’autorità giudiziaria dello Stato di esecuzione deve avviare un dialogo con lo Stato emittente per ottenere informazioni e assicurazioni specifiche sulle condizioni di detenzione e sulle cure che verranno prestate. Nel caso di specie, la Corte di appello di Genova aveva correttamente attivato questa interlocuzione. Le autorità francesi avevano assicurato la disponibilità di piena assistenza sanitaria, ipotizzando il collocamento in un penitenziario dotato di un centro medico specializzato. Secondo la Cassazione, tali rassicurazioni sono sufficienti, anche se non indicano preventivamente e con certezza la specifica prigione. Il principio di fiducia reciproca tra Stati membri impone di “prendere atto” di tali garanzie, senza poter richiedere un livello di tutela superiore a quello previsto dal diritto dell’Unione.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha fondato la sua decisione su un’attenta ponderazione tra il principio del mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie, pilastro della cooperazione europea, e la tutela dei diritti fondamentali della persona. La motivazione sottolinea che il rifiuto di esecuzione di un mandato d’arresto europeo è un’eccezione da interpretare restrittivamente. Non basta la presenza di una patologia, anche grave, per bloccare la consegna. È necessario che l’autorità giudiziaria, dopo aver dialogato con lo Stato richiedente, concluda che permanga un rischio concreto e non ovviabile di conseguenze gravissime per la salute della persona.

Per quanto riguarda il diritto alla traduzione, la Corte ha chiarito che non esiste un obbligo assoluto di fornire la traduzione scritta di ogni singolo atto. L’assistenza di un interprete durante le udienze e la fornitura di un riassunto orale degli atti fondamentali, come il mandato d’arresto, sono sufficienti a garantire l’equità del procedimento, a condizione che il diritto di difesa non venga concretamente pregiudicato. Il fatto che il ricorrente sia stato in grado di proporre un’articolata impugnazione è stato considerato prova del pieno esercizio di tale diritto.

Le Conclusioni

La sentenza rafforza l’efficacia del mandato d’arresto europeo, chiarendo i confini entro cui possono operare le eccezioni basate sulla tutela della salute. La decisione conferma che il sistema si basa su un dialogo costruttivo e sulla fiducia reciproca tra le autorità giudiziarie degli Stati membri. Se lo Stato richiedente fornisce assicurazioni credibili sulla capacità di prestare cure adeguate, lo Stato di esecuzione è tenuto a procedere alla consegna. Viene così tracciata una linea netta: la tutela della salute è un diritto inviolabile, ma non può essere utilizzata in modo strumentale per sottrarsi alla giustizia, a meno che non si dimostri un pericolo eccezionale, grave e attuale per la vita o l’integrità fisica della persona.

È possibile rifiutare un mandato d’arresto europeo se la sentenza di condanna non è ancora definitiva?
No. Per la validità di un mandato di arresto europeo finalizzato all’esecuzione di una pena, è sufficiente che la sentenza sia ‘esecutiva’ secondo l’ordinamento dello Stato che l’ha emessa, anche se non è ancora ‘irrevocabile’ e sono possibili ulteriori impugnazioni.

Le gravi condizioni di salute possono sempre impedire la consegna di una persona richiesta?
No, non sempre. La consegna può essere rifiutata solo in circostanze eccezionali, quando sussistono motivi seri e comprovati per ritenere che essa esporrebbe la persona a un rischio reale di deterioramento rapido, significativo e irrimediabile della sua salute. L’autorità giudiziaria deve ottenere assicurazioni dallo Stato richiedente sulla garanzia di cure adeguate.

La persona richiesta in consegna ha diritto alla traduzione scritta di tutti gli atti del procedimento?
No. Non sussiste un obbligo di traduzione scritta di tutti i documenti. È sufficiente garantire una traduzione orale o un riassunto orale degli atti fondamentali (come il mandato d’arresto) e l’assistenza di un interprete durante le udienze, a condizione che ciò non pregiudichi l’equità del procedimento e il concreto esercizio del diritto di difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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