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Mandato ad impugnare: la nuova legge si applica subito

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità di un appello, stabilendo un principio chiave sulla successione delle leggi processuali. La controversia verteva sull’obbligo di un mandato ad impugnare specifico per il difensore di fiducia. Con la legge n. 114/2024, tale obbligo è stato rimosso. La Corte ha chiarito che, in base al principio ‘tempus regit actum’, la nuova normativa, più favorevole, si applica a tutte le impugnazioni presentate dopo la sua entrata in vigore (25 agosto 2024), anche se relative a sentenze precedenti. Di conseguenza, l’appello, presentato il 28 agosto 2024, era ammissibile.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad Impugnare: La Cassazione Applica la Nuova Legge agli Appelli Recenti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale di diritto intertemporale in materia processuale penale, relativa all’obbligo del mandato ad impugnare. La decisione chiarisce l’ambito di applicazione della Legge 9 agosto 2024, n. 114, che ha modificato i requisiti per l’impugnazione presentata dal difensore di fiducia per l’imputato assente. La Corte ha stabilito che la nuova disciplina, più favorevole, si applica a tutti gli atti di appello depositati dopo la sua entrata in vigore.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’ordinanza della Corte di Appello di Bologna, che aveva dichiarato inammissibile l’appello proposto nell’interesse di un imputato giudicato in primo grado in assenza. La ragione dell’inammissibilità risiedeva nella mancanza dello specifico mandato ad impugnare, un requisito precedentemente imposto dall’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, introdotto dalla Riforma Cartabia.

Contro tale ordinanza, il difensore di fiducia dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione. Il motivo del ricorso era fondato sull’erronea applicazione della legge penale. Il legale ha evidenziato che, nel frattempo, era entrata in vigore la Legge n. 114 del 9 agosto 2024, la quale, a partire dal 25 agosto 2024, ha modificato la norma in questione. La nuova formulazione ha limitato l’obbligo di deposito del mandato specifico al solo caso del difensore d’ufficio, escludendolo per il difensore di fiducia. Poiché l’appello era stato depositato il 28 agosto 2024, quindi dopo l’entrata in vigore della nuova legge, secondo il ricorrente avrebbe dovuto essere considerato ammissibile.

La Decisione della Corte sul mandato ad impugnare

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata e rinviando gli atti alla Corte di Appello di Bologna per il giudizio di merito. La Suprema Corte ha affermato un principio fondamentale: la norma processuale da applicare per valutare l’ammissibilità di un’impugnazione è quella in vigore al momento in cui l’atto di impugnazione viene presentato.

La Successione delle Leggi Processuali

Il punto centrale della decisione riguarda la gestione della successione di leggi processuali nel tempo. La Legge n. 114/2024 non prevedeva alcuna norma transitoria per disciplinare le impugnazioni proposte prima della sua entrata in vigore. La Cassazione, richiamando una recentissima pronuncia delle Sezioni Unite (del 24 ottobre 2024), ha ribadito la validità del principio generale tempus regit actum (il tempo regola l’atto). In base a tale principio, ogni atto processuale è disciplinato dalla legge vigente nel momento in cui viene compiuto.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa applicazione del principio tempus regit actum. I giudici hanno spiegato che la Corte di Appello ha commesso un errore nel fare riferimento alla normativa in vigore al momento della pronuncia della sentenza di primo grado, anziché a quella vigente al momento della presentazione dell’appello.
L’appello in questione è stato depositato il 28 agosto 2024, ovvero tre giorni dopo l’entrata in vigore della Legge n. 114/2024. A quella data, la nuova formulazione dell’art. 581, comma 1-quater, c.p.p. aveva già eliminato l’obbligo per il difensore di fiducia di allegare uno specifico mandato ad impugnare. L’obbligo era stato, infatti, circoscritto alla sola posizione dell’imputato difeso d’ufficio.
Di conseguenza, la Corte di Appello avrebbe dovuto valutare l’ammissibilità dell’atto secondo la nuova e più favorevole disciplina, concludendo per la sua piena validità.

Le Conclusioni

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche. Essa stabilisce con chiarezza che la modifica legislativa che ha semplificato i requisiti per l’impugnazione da parte del difensore di fiducia è immediatamente applicabile. Tutti gli appelli presentati a partire dal 25 agosto 2024 sono soggetti alla nuova disciplina, che non richiede più il deposito di un mandato specifico per il difensore di fiducia. Viene così rimosso un adempimento che aveva generato notevoli incertezze e numerose declaratorie di inammissibilità, rafforzando il diritto di difesa e la possibilità di accedere al secondo grado di giudizio.

Qual era la questione giuridica principale della sentenza?
La questione principale era determinare quale legge applicare per valutare l’ammissibilità di un appello presentato dopo l’entrata in vigore di una nuova norma processuale (Legge n. 114/2024) che ha modificato i requisiti per il mandato ad impugnare.

Perché l’ordinanza della Corte di Appello è stata annullata?
È stata annullata perché ha applicato erroneamente la vecchia normativa, più restrittiva, che richiedeva un mandato ad impugnare specifico anche al difensore di fiducia. Avrebbe invece dovuto applicare la nuova legge, in vigore al momento della presentazione dell’appello (28 agosto 2024), che non prevedeva più tale obbligo.

Secondo la nuova legge, quando è ancora necessario il mandato ad impugnare specifico?
In base alla nuova formulazione dell’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, il mandato ad impugnare specifico è richiesto solo quando l’impugnazione per un imputato assente è proposta dal difensore d’ufficio, e non più quando è presentata dal difensore di fiducia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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