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Mandato ad impugnare: Cassazione sulla Riforma Cartabia

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso, confermando che, dopo la Riforma Cartabia, il difensore di un imputato assente deve essere munito di un specifico mandato ad impugnare rilasciato dopo la sentenza. La Corte ha chiarito che un potere di impugnazione generico conferito nella nomina di primo grado non è più sufficiente, poiché la nuova norma (art. 581, co. 1-quater c.p.p.) mira a verificare l’effettiva e attuale volontà dell’imputato di contestare la decisione e a fornire un domicilio certo per le notifiche.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad impugnare: perché la procura di primo grado non basta più

Con la recente ordinanza n. 30170/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sugli effetti della Riforma Cartabia nel processo penale, soffermandosi su un punto cruciale: il mandato ad impugnare per l’imputato giudicato in assenza. La decisione chiarisce in modo definitivo che la nomina fiduciaria conferita al difensore nel primo grado di giudizio, pur contenente un generico potere di presentare appello, non è più sufficiente a soddisfare i nuovi requisiti di ammissibilità. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Corte.

I fatti del processo

Il caso ha origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale. L’imputato, giudicato in assenza, aveva nominato un difensore di fiducia fin dal primo grado, conferendogli il potere di impugnare. Forte di questa nomina, il legale presentava appello. Tuttavia, la Corte d’Appello dichiarava il gravame inammissibile per violazione dell’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta dalla Riforma Cartabia, richiede che l’atto di impugnazione del difensore dell’imputato assente sia accompagnato, a pena di inammissibilità, da uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dopo la pronuncia della sentenza. Contro questa decisione, il difensore proponeva ricorso per Cassazione, sostenendo la validità della procura originaria.

L’importanza del mandato ad impugnare specifico

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo inammissibile e confermando la linea interpretativa della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno spiegato che l’art. 581, comma 1-quater, c.p.p. ha una finalità ben precisa e non può essere aggirato da una nomina precedente. La norma risponde a una duplice esigenza:

1. Verificare la volontà attuale dell’imputato: La legge vuole assicurarsi che la decisione di impugnare provenga effettivamente dall’imputato assente e che sia una scelta consapevole e attuale, successiva alla conoscenza della sentenza di condanna.
2. Garantire la certezza delle notifiche: Il mandato deve contenere la dichiarazione o l’elezione di domicilio, fornendo alla cancelleria del giudice dell’impugnazione (giudice ad quem) un riferimento certo e aggiornato per notificare il decreto di citazione a giudizio.

le motivazioni

La Corte Suprema ha sottolineato che il tenore letterale della norma è inequivocabile e non lascia spazio a interpretazioni estensive. Il legislatore ha voluto superare la presunzione di conoscenza e volontà legata a una procura generica conferita all’inizio del processo. Per bilanciare questo nuovo onere, la stessa Riforma Cartabia ha introdotto l’art. 585, comma 1-bis, c.p.p., che concede al difensore 15 giorni in più per presentare l’impugnazione, proprio per dargli il tempo materiale di ottenere dal suo assistito assente lo specifico mandato ad impugnare. Queste ragioni, logiche e sistematiche, impediscono di considerare sufficiente un potere impugnatorio contenuto in una nomina fiduciaria conferita in primo grado. Pertanto, l’appello presentato senza tale specifico mandato è stato correttamente dichiarato inammissibile.

le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale introdotto dalla Riforma Cartabia: la partecipazione, anche a distanza, dell’imputato al processo deve essere effettiva e consapevole. Per i difensori, ciò significa che, in caso di imputato assente, non è più possibile fare affidamento sulla procura iniziale. È indispensabile attivarsi immediatamente dopo la sentenza per ottenere un nuovo e specifico mandato, rispettando i requisiti di forma e contenuto previsti dalla legge, al fine di evitare una declaratoria di inammissibilità che precluderebbe la possibilità di un secondo grado di giudizio.

Dopo la Riforma Cartabia, è sufficiente la nomina fiduciaria di primo grado per impugnare una sentenza se l’imputato è assente?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che è necessario uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dopo la pronuncia della sentenza, come richiesto dall’art. 581, comma 1-quater, c.p.p.

Qual è lo scopo della norma che richiede un mandato ad impugnare specifico per l’imputato assente?
La norma ha un duplice scopo: primo, riscontrare un’effettiva e attuale volontà di impugnazione da parte dell’imputato assente; secondo, fornire alla cancelleria del giudice un riferimento certo e aggiornato per la notificazione del decreto di citazione a giudizio.

Cosa succede se il difensore presenta appello per un imputato assente senza questo specifico mandato ad impugnare?
L’appello viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non esaminerà il merito del ricorso, e la sentenza di primo grado diventerà definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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