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Mandato ad impugnare: appello inammissibile senza

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso poiché il difensore di un imputato, assente nel giudizio d’appello, non ha depositato uno specifico mandato ad impugnare rilasciato successivamente alla sentenza. La Corte sottolinea come questa formalità, introdotta dalla Riforma Cartabia, sia essenziale per garantire la consapevolezza dell’assente e la sua volontà di procedere con l’impugnazione.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad Impugnare: L’Onere Decisivo per l’Imputato Assente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale introdotto dalla Riforma Cartabia, cruciale per la difesa degli imputati assenti. La mancanza di un mandato ad impugnare specifico, rilasciato dopo la sentenza, rende il ricorso inammissibile. Analizziamo questa decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte di Appello di Lecce. L’imputato, già condannato in primo grado dal Tribunale di Lecce, era rimasto assente durante tutto il giudizio di appello. A seguito della conferma della condanna in secondo grado, il suo difensore proponeva ricorso per cassazione, lamentando vizi di motivazione e violazioni di legge.

Tuttavia, la questione centrale su cui si è concentrata la Suprema Corte non riguardava il merito delle censure, ma un aspetto puramente procedurale, rivelatosi fatale per l’esito dell’impugnazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro alla cassa delle ammende, ravvisando una colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Le Motivazioni: Il Mandato ad Impugnare e la Riforma Cartabia

La decisione si fonda interamente sull’applicazione dell’articolo 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), ha stabilito un nuovo e stringente onere formale per l’impugnazione proposta nell’interesse di un imputato rimasto assente.

La legge ora prevede che, in questi casi, il difensore debba depositare, unitamente all’atto di impugnazione, uno specifico mandato ad impugnare rilasciato dall’imputato successivamente alla pronuncia della sentenza da impugnare. In alternativa, è necessaria una dichiarazione o elezione di domicilio fatta dall’imputato dopo la sentenza.

Lo scopo di questa previsione è garantire che anche un imputato assente sia “consapevole”. La Corte sottolinea che l’impugnazione non può essere un atto automatico del difensore, ma deve provenire da una volontà espressa e attuale dell’interessato, manifestata dopo aver avuto conoscenza della decisione a lui sfavorevole. Nel caso di specie, non risultava che dopo la sentenza della Corte d’Appello fosse stato conferito questo specifico mandato, rendendo così l’impugnazione priva di un requisito essenziale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza serve da monito per tutti i difensori. La gestione del processo per un cliente assente richiede un’attenzione ancora maggiore dopo la Riforma Cartabia. Non è più sufficiente il mandato originario conferito all’inizio del procedimento. Per ogni grado di impugnazione, se l’assistito è assente, è imperativo ottenere un nuovo e specifico mandato ad impugnare post-sentenza. Omettere questo passaggio non è una mera irregolarità, ma un vizio che conduce direttamente all’inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria per il cliente, e chiude definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti a un giudice superiore.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il difensore non ha depositato uno specifico mandato ad impugnare rilasciato dall’imputato assente in data successiva alla pronuncia della sentenza impugnata, come richiesto dall’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale.

Qual è lo scopo della norma che richiede un mandato specifico per l’imputato assente?
Lo scopo è garantire che l’imputato assente sia “consapevole” e manifesti una volontà attuale e informata di voler procedere con l’impugnazione, evitando che questa sia un’iniziativa autonoma del difensore non condivisa dall’assistito.

Quali sono le conseguenze economiche dell’inammissibilità del ricorso in questo caso?
L’inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma, fissata in euro tremila, in favore della cassa delle ammende, a causa della colpa ravvisata nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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