LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Mandato ad impugnare: appello inammissibile senza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso poiché il difensore di un imputato assente non aveva depositato lo specifico mandato ad impugnare richiesto dalla Riforma Cartabia. La Corte ha ribadito che tale mandato, da rilasciarsi dopo la sentenza, è necessario per dimostrare la volontà consapevole dell’imputato di procedere con l’impugnazione, un principio che si estende anche al giudizio di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad Impugnare: Senza di Esso, l’Appello dell’Assente è Inammissibile

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale introdotto dalla Riforma Cartabia: l’inammissibilità del ricorso presentato nell’interesse dell’imputato assente se il difensore non deposita uno specifico mandato ad impugnare rilasciato dopo la sentenza. Questa decisione consolida un orientamento volto a garantire la partecipazione consapevole e volontaria dell’imputato in ogni fase del procedimento, compreso il giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso: Un Appello Senza Mandato

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello che, in parziale riforma di una precedente decisione, aveva rideterminato la pena per un imputato per reati contro il patrimonio. Il difensore dell’imputato, che era stato giudicato in assenza ed era detenuto per altra causa, proponeva ricorso per Cassazione.

Tuttavia, l’atto di impugnazione non era accompagnato dallo specifico mandato a impugnare, rilasciato dopo la pronuncia della sentenza d’appello e contenente la dichiarazione o elezione di domicilio, come richiesto a pena di inammissibilità dall’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale.

La Decisione della Cassazione e l’Importanza del Mandato ad Impugnare

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, aderendo all’orientamento, ormai consolidato, sull’applicabilità di questa nuova norma anche al giudizio di legittimità. La decisione si fonda su una precisa interpretazione della volontà del legislatore con la Riforma Cartabia.

L’Applicazione dell’Art. 581 c.p.p. al Giudizio di Cassazione

Sebbene la norma menzioni formalmente la “citazione a giudizio”, tipica del processo di merito, la Corte ha chiarito che la sua collocazione sistematica nel libro dedicato alle impugnazioni in generale e la sua ratio ne impongono l’applicazione anche ai ricorsi per Cassazione. L’intento è quello di selezionare le impugnazioni, garantendo che esse provengano da una scelta ponderata dell’imputato.

La Ratio della Norma: Garantire una Partecipazione Consapevole

Il cuore della riforma e di questa decisione risiede nell’esigenza di assicurare una partecipazione consapevole e volontaria dell’imputato al processo. L’impugnazione non deve essere una scelta quasi automatica del difensore, ma l’espressione di un personale interesse dell’imputato a proseguire la contesa giudiziaria. Il mandato specifico, rilasciato dopo aver conosciuto l’esito della sentenza, è la prova di tale volontà.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la propria decisione sottolineando come l’intero impianto della Riforma Cartabia sia permeato dall’obiettivo di rafforzare le garanzie partecipative dell’imputato. L’onere di depositare un mandato specifico post-sentenza non lede i principi del giusto processo, poiché l’imputato che dimostri una mancata conoscenza incolpevole del procedimento ha a disposizione specifici rimedi restitutori per essere reintegrato nelle sue facoltà processuali.

La Suprema Corte ha quindi affermato che la richiesta di un mandato ad impugnare è pienamente compatibile con le dinamiche del giudizio di Cassazione. Questo requisito serve a semplificare l’attività della Corte e a garantire la corretta amministrazione della giustizia, senza creare un pregiudizio ingiustificato per l’imputato. Nel caso specifico, essendo mancato tale adempimento fondamentale, il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un’importante conferma dell’impatto della Riforma Cartabia sulle modalità di proposizione delle impugnazioni. Per i difensori, diventa imprescindibile, in caso di imputato assente, procurarsi un mandato specifico e successivo alla sentenza da impugnare, completo di elezione di domicilio, prima di depositare il ricorso. In assenza di questo documento, l’impugnazione sarà inevitabilmente destinata a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna del proprio assistito al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, e l’impossibilità di far valere le proprie ragioni nel merito.

La Riforma Cartabia richiede un mandato specifico per l’appello anche nel giudizio di Cassazione?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la norma introdotta dalla Riforma Cartabia (art. 581, comma 1-quater c.p.p.), che richiede un mandato ad impugnare specifico e rilasciato dopo la sentenza per l’imputato assente, si applica anche al ricorso per Cassazione.

Qual è lo scopo del mandato ad impugnare specifico per l’imputato assente?
Lo scopo è garantire che l’impugnazione sia espressione di un interesse personale e di una scelta consapevole e volontaria dell’imputato, e non una decisione quasi automatica del difensore. La legge mira ad assicurare una partecipazione cosciente dell’imputato al processo in ogni sua fase.

Cosa succede se il difensore presenta ricorso per un imputato assente senza il mandato specifico?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile, come avvenuto nel caso di specie. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, senza che la Corte possa esaminare il merito dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati