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Mandato ad impugnare: appello inammissibile senza

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché il difensore dell’imputato, giudicato in assenza, non ha depositato lo specifico mandato ad impugnare richiesto dalla Riforma Cartabia. La sentenza sottolinea come questa nuova condizione di procedibilità sia inderogabile per le sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022, respingendo la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla difesa.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad impugnare: senza, l’appello dell’assente è inammissibile

La Riforma Cartabia ha introdotto nuove e stringenti regole procedurali nel processo penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 47030/2024, chiarisce un punto fondamentale: l’obbligo per il difensore di depositare uno specifico mandato ad impugnare quando si appella una sentenza contro un imputato giudicato in assenza. La mancanza di questo documento rende l’impugnazione immediatamente inammissibile, senza possibilità di discutere il merito della questione. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso

Un imputato veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Caltagirone per il reato di guida in stato di ebbrezza. Successivamente, la Corte d’Appello di Catania confermava la sentenza. L’imputato, che era stato dichiarato assente durante il processo di primo grado, decideva, tramite il suo difensore di fiducia, di presentare ricorso per Cassazione.

L’Appello e la Questione sul Mandato ad Impugnare

Il ricorso della difesa si basava su due motivi principali, tra cui la presunta violazione di legge relativa alla prescrizione del reato. Tuttavia, in via preliminare, il difensore sollevava una questione di legittimità costituzionale riguardo alla nuova normativa introdotta dalla Riforma Cartabia, in particolare l’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. Questa norma impone, a pena di inammissibilità, che il difensore di un imputato giudicato in assenza depositi uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dopo la sentenza, insieme all’atto di impugnazione. Secondo la difesa, tale obbligo rappresentava una violazione del diritto di difesa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile, concentrandosi esclusivamente sulla questione procedurale. I giudici hanno chiarito che la nuova norma è pienamente applicabile a tutte le impugnazioni proposte contro sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma, indipendentemente da quando sia stata dichiarata l’assenza dell’imputato.

Nel caso specifico, la sentenza d’appello era del febbraio 2024, quindi successiva a tale data. Di conseguenza, il difensore avrebbe dovuto obbligatoriamente depositare lo specifico mandato ad impugnare. Non avendolo fatto, il ricorso è stato viziato da un difetto di legittimazione che ne ha causato l’immediata inammissibilità.

La Corte ha inoltre respinto la questione di legittimità costituzionale, definendola manifestamente infondata. Citando un orientamento ormai consolidato, i giudici hanno spiegato che tale norma non limita il diritto personale dell’imputato a impugnare, ma si limita a regolare le modalità con cui il difensore può esercitare questa facoltà. Non si tratta di una limitazione del diritto di difesa, ma di una precisa scelta del legislatore per garantire che l’impugnazione proposta dal difensore per conto dell’imputato assente sia espressione di una volontà effettiva e attuale di quest’ultimo.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cruciale per la difesa tecnica nel processo penale post-Riforma Cartabia: la mancata produzione dello specifico mandato ad impugnare per l’imputato assente costituisce una causa di inammissibilità insanabile del ricorso. Questa decisione sottolinea l’importanza per i difensori di adeguarsi scrupolosamente alle nuove formalità procedurali per evitare che le impugnazioni vengano respinte per vizi di forma, precludendo ogni discussione sul merito della causa. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando è necessario per il difensore depositare lo specifico mandato ad impugnare?
È obbligatorio quando si impugna una sentenza emessa nei confronti di un imputato che è stato giudicato in assenza, a condizione che la sentenza stessa sia stata pronunciata dopo il 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della Riforma Cartabia.

La norma che impone il mandato ad impugnare per l’imputato assente è stata considerata incostituzionale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la questione di legittimità costituzionale è manifestamente infondata. La norma non limita il diritto di difesa dell’imputato, ma si limita a regolare le modalità di esercizio del potere di impugnazione da parte del suo difensore, garantendo che ci sia una volontà specifica e attuale dell’assistito.

Cosa accade se il difensore non deposita il mandato ad impugnare nei casi previsti?
L’impugnazione (appello o ricorso per cassazione) viene dichiarata inammissibile. Ciò significa che il giudice non esamina nel merito i motivi del ricorso e la sentenza di condanna precedente diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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