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Mandato ad impugnare: appello inammissibile se manca

La Corte di Cassazione ha confermato l’inammissibilità di un appello presentato senza lo specifico mandato ad impugnare richiesto dall’art. 581, comma 1-quater, c.p.p. La Corte ha ritenuto irrilevante la questione di costituzionalità sollevata dal difensore, relativa alla presunta impossibilità dell’imputato residente all’estero di conferire tale mandato, poiché la difesa non aveva mai allegato o provato tale circostanza nel corso del giudizio di merito, rendendo la questione puramente astratta e ipotetica.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad Impugnare: Appello a Rischio Senza l’Incarico Specifico

Le recenti riforme del processo penale hanno introdotto nuovi e stringenti requisiti di ammissibilità per le impugnazioni. Tra questi, spicca la necessità per il difensore di un imputato assente di essere munito di uno specifico mandato ad impugnare. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 20151 del 2024, ribadisce il rigore di questa norma, chiarendo le conseguenze del suo mancato rispetto e i limiti delle eccezioni di incostituzionalità sollevate in astratto.

I Fatti del Caso: Un Appello Dichiarato Inammissibile

Il caso trae origine da una condanna per furto in abitazione emessa dal Tribunale di Torino. La difesa dell’imputato, che era stato giudicato in assenza, proponeva appello. Tuttavia, la Corte di Appello di Torino dichiarava l’impugnazione inammissibile. La ragione era puramente formale ma decisiva: il difensore non aveva allegato all’atto di appello lo specifico mandato ad impugnare e l’elezione di domicilio, come richiesto dall’articolo 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale. In quella sede, la Corte territoriale aveva anche rigettato l’eccezione di incostituzionalità della norma sollevata dalla difesa.

La Questione di Costituzionalità del Mandato ad Impugnare

Contro la decisione della Corte d’Appello, il difensore proponeva ricorso per Cassazione, articolando un unico motivo: la presunta incostituzionalità dell’art. 581, comma 1-quater, c.p.p. La tesi difensiva, pur riconoscendo la validità generale della norma, ne lamentava l’illegittimità nella parte in cui non prevede un’eccezione per il caso specifico dell’imputato che, pur legittimamente dichiarato assente, si trovi materialmente impossibilitato a conferire il mandato perché residente all’estero e impossibilitato a rientrare.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. La decisione non entra nel merito della questione di costituzionalità, ma la blocca a monte, giudicandola irrilevante per il caso di specie.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nel concetto di “rilevanza” della questione di costituzionalità. I giudici hanno osservato che, per poter valutare se una norma sia incostituzionale in una specifica situazione (imputato all’estero), è indispensabile che quella situazione sia stata concretamente dedotta e provata nel processo.

Nel caso in esame, né nell’atto di appello né nel successivo ricorso per Cassazione, la difesa aveva mai affermato che l’imputato si trovasse effettivamente all’estero e che fosse impossibilitato a conferire il mandato. L’eccezione era stata sollevata in termini puramente ipotetici e astratti. La Corte sottolinea che la presunta collocazione all’estero del prevenuto avrebbe dovuto essere rappresentata già alla Corte d’Appello, la quale avrebbe avuto il potere e il dovere di verificare tale circostanza di fatto.

Mancando questo presupposto fattuale, la questione di costituzionalità perde ogni rilevanza per la decisione del caso concreto (la “regiudicanda”). Di conseguenza, il ricorso, basandosi unicamente su tale questione, è stato giudicato inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica per gli operatori del diritto. L’obbligo di allegare un mandato ad impugnare specifico per l’imputato assente è un requisito formale inderogabile. Qualsiasi eccezione, inclusa quella basata sull’impossibilità materiale di ottenere il mandato, deve essere fondata su circostanze di fatto concrete, specifiche e debitamente provate in giudizio. Non è sufficiente sollevare questioni di costituzionalità in via astratta o ipotetica. La difesa ha l’onere di allegare e, se necessario, provare i fatti che rendono rilevante la questione di legittimità costituzionale. In assenza di tale allegazione, il vizio formale dell’impugnazione rimane insuperabile, con la conseguenza drastica dell’inammissibilità.

È possibile presentare appello per un imputato assente senza un mandato ad impugnare specifico?
No, l’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale richiede, a pena di inammissibilità, che il difensore dell’imputato assente sia munito di uno specifico mandato ad impugnare, rilasciato dopo la pronuncia della sentenza.

Quando è rilevante sollevare una questione di incostituzionalità riguardo all’impossibilità di conferire il mandato dall’estero?
La questione di costituzionalità diventa rilevante solo se la difesa allega e dimostra concretamente nel processo che l’imputato si trova effettivamente all’estero e che esiste una reale impossibilità materiale di conferire il mandato. Non è sufficiente sollevare la questione in via ipotetica.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione si basa unicamente su una questione di costituzionalità ritenuta irrilevante?
Se l’unica questione posta nel ricorso è una censura di costituzionalità che la Corte ritiene non rilevante per la decisione del caso concreto, il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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