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Mandato ad impugnare: appello inammissibile (Cass.)

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante l’obbligo di un mandato ad impugnare specifico per un imputato giudicato in assenza. La sentenza chiarisce l’applicazione temporale delle norme introdotte dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), stabilendo che i requisiti per l’impugnazione sono disciplinati dalla legge in vigore al momento dell’emissione della sentenza, mentre lo status di ‘assente’ è regolato dalla legge vigente al momento della sua dichiarazione, in base al principio ‘tempus regit actum’.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad impugnare: L’appello dell’assente e le trappole della successione di leggi

La recente Riforma Cartabia ha introdotto significative modifiche al codice di procedura penale, generando complessi quesiti interpretativi, specialmente in materia di impugnazioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce sull’applicazione del nuovo mandato ad impugnare per l’imputato assente, delineando i confini tra vecchia e nuova disciplina in base al principio tempus regit actum.

I Fatti del Caso: Un Appello Dichiarato Inammissibile

Il caso trae origine dall’opposizione a un decreto penale di condanna. Nel corso del giudizio di primo grado, celebrato nel maggio 2022, gli imputati venivano dichiarati assenti. Successivamente, nel luglio 2023, il Tribunale emetteva la sentenza di condanna. È importante notare le date: la dichiarazione di assenza avveniva prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia (30 dicembre 2022), mentre la sentenza veniva pronunciata dopo.

Gli imputati, tramite il loro difensore, proponevano appello. La Corte di appello, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile. La ragione? La mancata produzione, da parte del difensore di fiducia, dello specifico mandato ad impugnare previsto dal nuovo articolo 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, introdotto proprio dalla Riforma Cartabia per i casi di imputato giudicato in assenza.

Le Questioni Giuridiche e l’obbligo di Mandato ad Impugnare

Il ricorso in Cassazione si basava su due argomenti principali:
1. Errata qualificazione dell’assenza: Secondo la difesa, gli imputati non avrebbero dovuto essere considerati ‘assenti’ ma ‘presenti’ ai sensi delle nuove norme, poiché il giudizio era scaturito dalla loro opposizione a decreto penale, manifestando così la conoscenza del procedimento.
2. Inapplicabilità ratione temporis: La difesa sosteneva che le nuove e più stringenti regole sull’appello non dovessero applicarsi a un procedimento in cui l’assenza era stata dichiarata sotto la vigenza della vecchia disciplina.

La Dichiarazione di Assenza: Vale la Legge del Momento

La Corte Suprema ha respinto il primo motivo. Ha chiarito che la norma transitoria della Riforma (art. 89, D.Lgs. 150/2022) è inequivocabile: se l’ordinanza con cui si procede in assenza è stata pronunciata prima dell’entrata in vigore della riforma, continuano ad applicarsi le norme precedenti. Poiché l’assenza era stata dichiarata nel maggio 2022, era corretto applicare le vecchie regole, secondo cui l’opposizione a decreto penale non era di per sé sufficiente a considerare l’imputato ‘presente’.

I Requisiti dell’Appello e il Mandato ad Impugnare

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Cassazione ha ribadito che, secondo un altro principio delle norme transitorie, le nuove disposizioni sulle impugnazioni (incluso l’obbligo di mandato ad impugnare specifico per l’assente) si applicano a tutte le impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate dopo l’entrata in vigore della riforma. Poiché la sentenza di primo grado era del luglio 2023, l’appello era pienamente soggetto alla nuova disciplina, che ne imponeva l’inammissibilità in mancanza del mandato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Corte si fonda sul principio fondamentale tempus regit actum, secondo cui ogni atto processuale è disciplinato dalla legge in vigore nel momento in cui viene compiuto. La Corte ha operato una distinzione cruciale:
* La dichiarazione di assenza è un atto compiuto nel maggio 2022 e, pertanto, correttamente regolato dalla legge allora vigente.
* L’impugnazione è un atto compiuto dopo la sentenza del luglio 2023 e, di conseguenza, deve rispettare le forme e i requisiti previsti dalla legge in vigore in quel momento, ovvero la Riforma Cartabia.

La Corte ha inoltre affrontato la questione della successiva modifica legislativa (Legge n. 114/2024), che ha limitato l’obbligo del mandato specifico al solo difensore d’ufficio. Citando un recentissimo intervento delle Sezioni Unite, ha confermato che tale modifica non ha effetto retroattivo. Le impugnazioni proposte prima della sua entrata in vigore (25 agosto 2024) restano soggette alla disciplina precedente.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio cardine della successione delle leggi processuali nel tempo: la normativa da applicare è quella vigente al momento del compimento dell’atto. Questa decisione sottolinea l’importanza per i difensori di prestare la massima attenzione alle disposizioni transitorie introdotte dalle riforme, poiché un errore procedurale, come la mancata produzione di un mandato ad impugnare, può avere conseguenze drastiche come la declaratoria di inammissibilità dell’appello, precludendo un intero grado di giudizio.

Se l’assenza dell’imputato è stata dichiarata prima della Riforma Cartabia, si applicano le nuove regole sulla ‘presenza’ (art. 420, co. 2-ter c.p.p.)?
No, la sentenza chiarisce che in base alle norme transitorie (art. 89, d.lgs. 150/2022), se l’ordinanza che dichiara l’assenza è anteriore alla riforma, continuano ad applicarsi le disposizioni previgenti in materia.

L’obbligo di depositare un mandato ad impugnare specifico (art. 581, co. 1-quater c.p.p.) si applica se la sentenza è stata emessa dopo la Riforma Cartabia?
Sì, la Corte afferma che tale obbligo si applica a tutte le impugnazioni proposte contro sentenze emesse dopo l’entrata in vigore del d.lgs. 150/2022, a prescindere da quando sia stato dichiarato assente l’imputato.

La modifica del 2024, che ha limitato l’obbligo del mandato ad impugnare al solo difensore d’ufficio, è retroattiva?
No, secondo l’orientamento delle Sezioni Unite citato nella sentenza, la nuova disciplina non è retroattiva. Le impugnazioni proposte prima della sua entrata in vigore (25 agosto 2024) restano soggette alla normativa precedente, in base al principio tempus regit actum.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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