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Mandato ad impugnare: appello inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato dal difensore di un imputato assente perché privo dello specifico mandato ad impugnare. La decisione, basata sulla Riforma Cartabia (art. 581, co. 1-quater c.p.p.), stabilisce che tale requisito è essenziale per garantire la partecipazione consapevole dell’imputato al processo di impugnazione, anche nel giudizio di legittimità, e non è una mera scelta automatica del legale.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad impugnare: la Cassazione chiarisce i requisiti dopo la Riforma Cartabia

La recente Riforma Cartabia ha introdotto significative novità nella procedura penale, una delle quali riguarda il mandato ad impugnare per l’imputato assente. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione consolida un orientamento rigoroso, dichiarando inammissibile un ricorso presentato senza questo specifico requisito, sottolineando l’importanza della partecipazione consapevole dell’imputato al processo.

Il Caso in Esame

Un individuo, a seguito di un accordo di patteggiamento, era stato condannato dal Tribunale di Varese a una pena di tre anni di reclusione e a una multa di sedicimila euro per un reato legato agli stupefacenti. Il difensore dell’imputato, che era assente durante il processo, ha proposto ricorso per Cassazione, contestando unicamente la statuizione relativa alla confisca di una somma di denaro sequestrata.

La Decisione sul Mandato ad Impugnare

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sull’applicazione dell’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, introdotto dalla Riforma Cartabia. Questa norma prevede che, nel caso di un imputato giudicato in assenza, l’atto di impugnazione presentato dal difensore deve essere accompagnato, a pena di inammissibilità, da uno specifico mandato ad impugnare. Tale mandato deve essere rilasciato dopo la pronuncia della sentenza e deve contenere la dichiarazione o l’elezione di domicilio.

Nel caso di specie, il difensore aveva presentato il ricorso per conto del suo assistito, libero e assente, senza depositare il necessario mandato speciale post-sentenza. Questo, secondo la Corte, ha reso l’impugnazione proceduralmente invalida.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la ratio della norma è garantire una partecipazione consapevole e volontaria dell’imputato al processo. L’impugnazione non deve essere una scelta quasi automatica del difensore, ma l’espressione di un interesse personale e concreto dell’assistito a proseguire nel giudizio. L’intento del legislatore è quello di selezionare le impugnazioni, assicurando che solo quelle effettivamente volute dalla parte arrivino al vaglio del giudice.

Inoltre, i giudici hanno chiarito che questa regola si applica pienamente anche al giudizio di Cassazione. Sebbene la norma menzioni la “citazione a giudizio”, termine più tipico dei processi di merito, la sua collocazione sistematica nel libro delle impugnazioni e la sua finalità la rendono applicabile a ogni fase di gravame. La Corte ha ribadito che questa disciplina non lede i diritti di difesa, poiché l’imputato che dimostri di essere stato assente per mancata conoscenza incolpevole del processo ha a disposizione altri rimedi per essere reintegrato nei suoi diritti processuali.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio fondamentale introdotto dalla Riforma Cartabia: la necessità di un atto formale e specifico per avviare un’impugnazione per conto di un imputato assente. Per i difensori, ciò significa che non è più sufficiente il mandato originario per proporre appello o ricorso. È indispensabile ottenere dal proprio assistito, dopo la sentenza, uno specifico mandato ad impugnare e depositarlo insieme all’atto di gravame. In assenza di questo documento, il rischio concreto è una declaratoria di inammissibilità, con la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È necessario un mandato specifico per impugnare una sentenza se l’imputato è stato giudicato in assenza?
Sì, secondo l’art. 581, comma 1-quater del codice di procedura penale, il difensore deve depositare, a pena di inammissibilità, uno specifico mandato ad impugnare rilasciato dall’imputato dopo la pronuncia della sentenza.

Questa regola si applica anche ai ricorsi presentati alla Corte di Cassazione?
Sì, la Corte di Cassazione ha affermato che la norma si applica anche al giudizio di legittimità, in quanto la sua finalità è garantire la consapevole partecipazione dell’imputato a ogni fase di impugnazione.

Cosa accade se il difensore presenta un ricorso per un imputato assente senza questo mandato specifico?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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