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Mandato ad impugnare: appello inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata giudicata in assenza, poiché il difensore non era munito dello specifico mandato ad impugnare richiesto dalla Riforma Cartabia (art. 581, comma 1-quater, c.p.p.) per le sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022. La Corte stabilisce che tale mancanza costituisce un difetto di legittimazione che consente la declaratoria di inammissibilità senza formalità di procedura (de plano).

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mandato ad Impugnare: la Cassazione chiarisce le nuove regole per l’imputato assente

Introduzione

Con la recente ordinanza n. 4800 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di cruciale importanza procedurale introdotto dalla Riforma Cartabia: l’obbligo per il difensore di un imputato giudicato in assenza di essere munito di uno specifico mandato ad impugnare. Questa pronuncia non solo consolida un orientamento giurisprudenziale ormai granitico, ma introduce anche un’importante novità sulla possibilità di dichiarare l’inammissibilità del ricorso con una procedura semplificata. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le sue implicazioni.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Milano nel luglio 2022, confermata in appello nel settembre 2023. L’imputata, dichiarata assente sin dal primo grado di giudizio, decideva di ricorrere per Cassazione tramite il proprio difensore. L’appello si era svolto con trattazione cartolare, ovvero senza udienza orale.

Il punto nodale della questione risiede nella normativa applicabile. La sentenza di appello, infatti, era stata pronunciata dopo il 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022). Questa riforma ha introdotto l’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, che impone una nuova condizione di ammissibilità per le impugnazioni.

L’Applicazione del mandato ad impugnare specifico

Il ricorso presentato in Cassazione è stato ritenuto inammissibile proprio per la mancanza di questo requisito fondamentale. La nuova norma prevede che, nel caso di imputato giudicato in assenza, l’atto di impugnazione del difensore debba essere accompagnato, a pena di inammissibilità, da uno specifico mandato ad impugnare. Tale mandato deve essere rilasciato dall’imputato dopo la pronuncia della sentenza da impugnare e deve contenere l’elezione di domicilio.

La Corte ha ribadito che questa regola si applica a tutte le impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate dopo il 30 dicembre 2022, indipendentemente da quando sia stata dichiarata l’assenza. La ratio della norma è chiara: garantire che l’imputato assente abbia effettiva conoscenza della sentenza emessa nei suoi confronti e manifesti una volontà concreta di contestarla, rafforzando così le garanzie del giusto processo.

La Decisione della Cassazione: Procedura de plano

L’aspetto più innovativo della pronuncia riguarda la modalità con cui l’inammissibilità è stata dichiarata. La Corte ha affrontato la questione se fosse possibile procedere de plano, ovvero senza le formalità di un’udienza, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis, c.p.p.

Sebbene la norma sembri escludere i vizi relativi all’art. 581 c.p.p. da questa procedura semplificata, i giudici hanno operato un’interpretazione sistematica. Hanno concluso che la mancanza dello specifico mandato ad impugnare integra un ‘difetto di legittimazione’ del difensore. Questo vizio, considerato particolarmente grave, prevale sulla generica esclusione, consentendo alla Corte di dichiarare l’inammissibilità del ricorso in modo rapido e senza udienza. La Corte ha ritenuto che il riferimento all’art. 581 nella norma sulla procedura de plano sia il risultato di un difetto di coordinamento legislativo.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su una giurisprudenza ormai costante e consolidata. L’intenzione del legislatore, con la Riforma Cartabia, è stata quella di selezionare le impugnazioni e assicurare che il processo, specialmente quello in absentia, non prosegua senza una reale e consapevole partecipazione, anche se mediata, dell’imputato. L’obbligo del mandato specifico post-sentenza è lo strumento scelto per raggiungere questo obiettivo.

Inoltre, la Corte ha risolto il contrasto normativo tra l’art. 610, comma 5-bis e l’art. 591 c.p.p. dando prevalenza alla natura del vizio. La mancanza di legittimazione è un difetto radicale che impedisce l’instaurazione stessa di un valido rapporto processuale nel grado di impugnazione. Pertanto, consentire la procedura semplificata de plano è coerente con la gravità del vizio e con i principi di economia processuale, evitando di fissare un’udienza per un ricorso che è ab origine privo di un presupposto essenziale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma in modo netto che, per gli imputati assenti, il percorso per impugnare una sentenza è diventato più stringente. I difensori devono prestare la massima attenzione, assicurandosi di ottenere dal proprio assistito uno specifico mandato ad impugnare dopo ogni sentenza sfavorevole. La mancata osservanza di questo onere conduce a una declaratoria di inammissibilità, che, come chiarito, può essere pronunciata anche con una procedura accelerata, senza la necessità di un’udienza pubblica. Questa decisione rafforza le garanzie di conoscenza del processo per l’imputato, ma allo stesso tempo impone un rigore procedurale ineludibile per la difesa.

Quando è necessario un mandato ad impugnare specifico per il difensore?
È necessario quando l’imputato è stato giudicato in assenza e l’impugnazione è proposta contro una sentenza emessa dopo il 30 dicembre 2022. Il mandato deve essere rilasciato dall’imputato dopo la pronuncia della sentenza e contenere la dichiarazione o elezione di domicilio.

La regola del mandato specifico vale anche per il ricorso in Cassazione?
Sì, la Corte ha confermato che la norma, per la sua collocazione sistematica nel libro delle impugnazioni in generale e per la sua ratio, si applica anche al ricorso per cassazione, non solo all’appello.

La mancanza del mandato specifico può essere dichiarata con procedura semplificata (de plano)?
Sì. Secondo la Corte, la mancanza del mandato specifico integra un ‘difetto di legittimazione’ del difensore. Questo vizio è così grave da consentire alla Corte di dichiarare l’inammissibilità del ricorso senza le formalità di un’udienza, nonostante un’apparente incongruenza normativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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