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Mancata traduzione atto: quando la nullità si sana

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di un imputato straniero avverso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il motivo principale del ricorso era la mancata traduzione atto in una lingua a lui comprensibile. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la nullità derivante dalla mancata traduzione è ‘a regime intermedio’ e deve essere eccepita con il primo atto di impugnazione (l’appello cautelare), altrimenti si considera sanata. La presentazione tardiva dell’eccezione, tramite una memoria successiva, non è sufficiente a far valere il vizio. Gli altri motivi, relativi alla valutazione delle esigenze cautelari, sono stati ritenuti un tentativo inammissibile di riesaminare il merito dei fatti.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mancata traduzione atto: quando la nullità si sana e quando no

Il diritto alla difesa nel processo penale è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento e si estende, con particolare attenzione, a chi non comprende la lingua italiana. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sez. 2, Sent. Num. 27469/2025) offre un’analisi cruciale sulla mancata traduzione atto giudiziario, delineando i confini procedurali entro cui tale vizio può essere fatto valere. La pronuncia chiarisce che il diritto alla traduzione non è assoluto, ma va esercitato secondo precise regole, pena la perdita della possibilità di contestare la validità dell’atto.

I Fatti del Caso: un Percorso Cautelare Aggravato

Il caso riguarda un cittadino straniero, sottoposto a una serie di misure cautelari di gravità crescente. Inizialmente, gli era stato imposto un divieto di dimora in alcune province, misura poi estesa all’intera regione e, infine, aggravata con la custodia cautelare in carcere a seguito di violazioni. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, lamentando principalmente un vizio procedurale: l’ordinanza che aggravava la misura cautelare, disponendo la detenzione, non era stata tradotta in inglese, lingua conosciuta dall’imputato, impedendogli di comprendere appieno le ragioni del provvedimento e di difendersi adeguatamente.

La Questione della mancata traduzione atto: Regole e Termini

Il cuore della controversia giuridica ruota attorno alla natura della nullità derivante dalla mancata traduzione atto e alle modalità per farla valere. L’articolo 143 del codice di procedura penale garantisce all’imputato che non conosce la lingua italiana il diritto di essere assistito da un interprete e di ottenere la traduzione degli atti fondamentali.

La Natura della Nullità

La Corte di Cassazione, richiamando consolidati orientamenti giurisprudenziali, qualifica la nullità per omessa traduzione come una ‘nullità generale a regime intermedio’. Questo significa che non si tratta di una nullità ‘assoluta’ (rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento), ma di un vizio che deve essere eccepito dalla parte interessata entro specifici termini di decadenza. L’obiettivo è bilanciare il diritto di difesa con l’esigenza di certezza e stabilità degli atti processuali.

I Termini per l’Eccezione

La sentenza è categorica su un punto: la nullità deve essere eccepita con il primo strumento di impugnazione disponibile. Nel caso di un’ordinanza cautelare, questo strumento è l’appello o il ricorso al Tribunale del riesame. La difesa, nel caso di specie, non aveva sollevato la questione nei motivi di appello originari, ma solo in una memoria successiva depositata il giorno stesso dell’udienza di riesame. Questo, secondo la Corte, è troppo tardi.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Sanatoria

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo motivazioni chiare sia sulla questione procedurale principale che sugli altri motivi di ricorso.

Le Motivazioni

La Corte ha stabilito che, non avendo la difesa eccepito tempestivamente la nullità per la mancata traduzione atto nei motivi di appello cautelare, il vizio si è ‘sanato’. La cognizione del giudice dell’appello è infatti limitata ai motivi specificamente dedotti dall’appellante. Proporre la questione solo in una memoria successiva equivale a introdurre un motivo nuovo, non consentito in quella sede. La nullità, essendo a regime intermedio e non assoluta, non poteva essere rilevata d’ufficio dal giudice.

Per quanto riguarda gli altri motivi, relativi alla presunta carenza delle esigenze cautelari e all’inadeguatezza della misura carceraria, la Cassazione li ha rigettati. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di controllare la logicità e la correttezza giuridica della motivazione del provvedimento impugnato. In questo caso, il Tribunale del riesame aveva adeguatamente motivato la sua decisione, valorizzando la personalità trasgressiva dell’imputato, le continue violazioni delle misure precedenti e i numerosi precedenti penali come elementi indicativi di un concreto e attuale pericolo di recidiva.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio procedurale di fondamentale importanza: i diritti, incluso quello fondamentale alla comprensione degli atti processuali, devono essere esercitati nei modi e nei tempi previsti dalla legge. La mancata traduzione atto è un vizio grave che incide sul diritto di difesa, ma la sua denuncia deve essere tempestiva. La decisione sottolinea come la difesa tecnica abbia l’onere di vigilare attentamente e di sollevare immediatamente le eccezioni procedurali, poiché la negligenza in questa fase può comportare la ‘sanatoria’ del vizio e precludere future contestazioni. Per gli operatori del diritto, è un monito a non sottovalutare la tempistica delle eccezioni nel delicato ambito delle misure cautelari.

La mancata traduzione di un’ordinanza cautelare a un imputato che non parla italiano rende sempre nullo il provvedimento?
No. La mancata traduzione genera una nullità definita ‘a regime intermedio’. Questo significa che il provvedimento è annullabile, ma il vizio deve essere eccepito dalla difesa entro termini precisi. Se non viene contestato tempestivamente, il vizio si ‘sana’ e il provvedimento rimane valido.

Entro quale momento deve essere contestata la nullità per la mancata traduzione di un atto?
Secondo la sentenza, la nullità deve essere eccepita con il primo atto di impugnazione utile contro il provvedimento non tradotto. Nel caso di un’ordinanza cautelare, ciò significa che l’eccezione deve essere inserita nei motivi di appello presentati al Tribunale del riesame. Proporla successivamente, ad esempio con una memoria, è considerato tardivo.

La Corte di Cassazione può riesaminare le ragioni di fatto che hanno portato all’applicazione di una misura cautelare?
No. Il ruolo della Corte di Cassazione è limitato al controllo di legittimità, ovvero verificare se la legge è stata applicata correttamente e se la motivazione del provvedimento impugnato è logica e non contraddittoria. Non può effettuare una nuova valutazione dei fatti o dell’attendibilità delle prove, che è compito dei giudici di merito (come il Tribunale del riesame).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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