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Lottizzazione Abusiva: confisca anche con reato prescritto

La Corte di Cassazione conferma la confisca di terreni e ville di lusso edificati su un’area agricola, nonostante la prescrizione del reato di lottizzazione abusiva. La sentenza chiarisce che la trasformazione urbanistica del territorio giustifica la misura, anche quando i beni sono intestati a una società risultata essere un mero schermo dell’imputato.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Lottizzazione Abusiva: la Cassazione conferma la confisca anche con reato prescritto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di reati edilizi: la lottizzazione abusiva comporta la confisca dei terreni e degli immobili anche qualora il reato sia dichiarato estinto per prescrizione. Questo caso, che ha visto la trasformazione di un’area agricola in un complesso residenziale di lusso, offre importanti spunti sulla natura del reato, sulla distinzione con il semplice abuso edilizio e sul ruolo delle società utilizzate come schermo.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla realizzazione di quattro ville di lusso, con relative opere di urbanizzazione e strada di servizio, su un’area avente destinazione agricola. L’operazione immobiliare era stata condotta da un imprenditore, in concorso con un altro soggetto, attraverso una società a responsabilità limitata formalmente proprietaria di alcuni beni.

La Corte di Appello, pur dichiarando la prescrizione del reato di lottizzazione abusiva, aveva confermato la confisca dei beni. L’imprenditore ha quindi proposto ricorso in Cassazione, contestando la configurabilità stessa del reato, l’elemento soggettivo e l’estensione della confisca a beni di proprietà della società, ritenuta terza estranea ai fatti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. La sentenza si basa su una solida ricostruzione dei principi che governano la materia della lottizzazione abusiva, sottolineando come l’intervento realizzato avesse inequivocabilmente alterato l’assetto del territorio, in palese violazione degli strumenti urbanistici.

Le Motivazioni della Sentenza sulla Lottizzazione Abusiva

Le argomentazioni della Corte si snodano attraverso tre punti fondamentali che meritano un’analisi approfondita.

La Distinzione tra Lottizzazione e Semplice Abuso Edilizio

Il primo punto chiave è la netta distinzione tra un semplice abuso edilizio e il più grave reato di lottizzazione abusiva. Secondo la Cassazione, non si è trattato di singole violazioni isolate, ma di un'”operazione di complessiva gestione del territorio coordinata e sviluppata di comune accordo”. La realizzazione di più villette, connesse da infrastrutture, in un’area a destinazione agricola, non costituisce una mera difformità edilizia, ma una vera e propria trasformazione urbanistica. Tale intervento crea di fatto una “nuova maglia di tessuto urbano”, alterando la destinazione di zona e pregiudicando la potestà di pianificazione dell’ente pubblico. Questo è il nucleo essenziale della lottizzazione materiale: un impatto significativo sull’assetto territoriale che va oltre il singolo manufatto.

Il “Dolo Particolarmente Intenso” e l’Elemento Soggettivo

La difesa aveva contestato la sussistenza dell’elemento soggettivo, ma la Corte ha ritenuto provata la piena consapevolezza e volontà degli imputati. La genesi dell’operazione, frutto di un accordo comune, e la totale estraneità dei soggetti coinvolti al settore agricolo sono stati elementi indicativi. La Corte ha parlato di un “dolo particolarmente intenso”, connotato non solo dalla determinazione nel realizzare il progetto, ma anche dalla “dissimulazione” dell’intervento. Le iniziative, definite “fraudolente quanto tardive”, volte a mascherare a posteriori la reale destinazione residenziale dell’area, hanno confermato l’intento di aggirare le norme urbanistiche.

La Confisca e il Ruolo della Società “Mero Schermo”

Un aspetto cruciale della decisione riguarda l’estensione della confisca ai beni di proprietà della società. La Cassazione ha stabilito che la persona giuridica non può essere considerata un “terzo estraneo” al reato quando funge da “mero schermo” attraverso cui agisce il reo. Nel caso specifico, è emerso che la società era amministrata in via esclusiva dall’imputato e agiva come una sorta di “longa manus” sua e della sua famiglia. Mancando il requisito della buona fede, la società non poteva beneficiare della tutela accordata ai terzi, poiché di fatto era lo strumento per la realizzazione dell’illecito e la destinataria dei suoi vantaggi. La confisca, pertanto, si estende a tutti i beni che costituiscono il prodotto della lottizzazione, a prescindere dall’intestazione formale, in quanto l’intera operazione è considerata un unicum inscindibile.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce con forza alcuni principi cardine del diritto penale dell’urbanistica. In primo luogo, la lottizzazione abusiva è un reato contro il territorio la cui gravità risiede nella compromissione della pianificazione pubblica. In secondo luogo, la confisca è una conseguenza diretta e obbligatoria di tale reato, che prescinde dalla condanna penale e sopravvive alla prescrizione, in quanto mira a ristabilire l’ordine violato rimuovendo i beni che sono il corpo del reato. Infine, la Corte lancia un chiaro monito: gli schermi societari non possono essere utilizzati per eludere le conseguenze patrimoniali di attività illecite, soprattutto quando è evidente che la persona giuridica non è in buona fede ma è parte integrante del disegno criminoso.

Quando si configura il reato di lottizzazione abusiva invece di un semplice abuso edilizio?
Si configura la lottizzazione abusiva quando l’intervento edilizio, per le sue caratteristiche e dimensioni (come la costruzione di più edifici con opere di urbanizzazione), comporta una trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio in violazione degli strumenti di pianificazione, alterando l’assetto dell’area e la sua destinazione d’uso.

La prescrizione del reato di lottizzazione abusiva impedisce la confisca dei terreni e degli immobili?
No, la prescrizione del reato non impedisce la confisca. Secondo la Corte, la confisca dei beni oggetto di lottizzazione abusiva è una misura obbligatoria che mira a ripristinare l’ordine giuridico violato e non è subordinata a una sentenza di condanna.

Perché sono stati confiscati anche i beni di una società che non era l’imputato diretto?
I beni della società sono stati confiscati perché i giudici hanno ritenuto che essa agisse come un “mero schermo” e una “longa manus” dell’imputato. La società non è stata considerata un terzo estraneo in buona fede, ma lo strumento giuridico attraverso cui è stato realizzato l’illecito e che ne ha ricevuto i vantaggi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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