LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Litispendenza internazionale e mandato d’arresto europeo

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che disponeva la consegna di un individuo al Portogallo in esecuzione di un mandato d’arresto europeo. Il motivo è la mancata e approfondita valutazione sulla sussistenza della litispendenza internazionale, ovvero la pendenza di un procedimento per i medesimi fatti in Italia. La Corte ha ribadito che il giudice deve confrontare concretamente le vicende storiche, non limitandosi alla qualificazione giuridica del reato, prima di decidere sulla consegna.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Litispendenza Internazionale: la Cassazione frena la consegna su Mandato d’Arresto Europeo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 41166/2024) ha riaffermato un principio cruciale nella cooperazione giudiziaria europea: la litispendenza internazionale. Questo principio può bloccare la consegna di una persona richiesta da un altro Stato membro se in Italia è già in corso un procedimento per i medesimi fatti. La Corte ha annullato la decisione di una Corte d’appello che aveva disposto la consegna di un individuo al Portogallo, criticandone la motivazione superficiale e apodittica.

I Fatti del Caso: un Mandato d’Arresto dal Portogallo e un Procedimento in Italia

Il caso riguarda un mandato d’arresto europeo emesso dal Procuratore della Repubblica di Lisbona per il reato di traffico internazionale di ingenti quantitativi di cocaina. La Corte d’appello di Roma aveva inizialmente disposto la consegna dell’imputato all’autorità portoghese.

Contro questa decisione, la difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando un unico, ma decisivo, motivo: la violazione dell’art. 18-bis della legge n. 69 del 2005. La difesa sosteneva che la Corte d’appello avesse ignorato l’esistenza di un procedimento penale pendente in Italia, presso la Procura di Reggio Calabria, per fatti identici a quelli contestati nel mandato d’arresto. In sostanza, si contestava che la persona rischiasse di essere processata due volte per la stessa vicenda storica, una volta in Portogallo e una in Italia.

La Questione della Litispendenza Internazionale nel Mandato d’Arresto

Il cuore della questione giuridica risiede nel concetto di litispendenza internazionale. La legge italiana, in linea con le normative europee (in particolare l’Accordo di Schengen), prevede che la Corte d’appello possa rifiutare la consegna di una persona se, per lo stesso fatto, è in corso un procedimento penale in Italia. Questa norma ha una funzione di garanzia, volta a evitare che un giudicato formatosi all’estero possa precludere l’esercizio dell’azione penale da parte dell’autorità giudiziaria italiana per lo stesso evento.

La Definizione di “Medesimi Fatti”

Perché si possa parlare di litispendenza internazionale, è necessario che il fatto di reato oggetto del mandato d’arresto europeo sia “lo stesso” di quello per cui si procede in Italia. La giurisprudenza, sia nazionale che europea, ha chiarito che questo concetto non va inteso in senso strettamente giuridico. Non rileva, infatti, il ‘nomen iuris’ (la qualificazione del reato), che può variare da un ordinamento all’altro.

Ciò che conta è l’identità della vicenda storica, analizzata nei suoi profili concreti:
* Temporali: il periodo in cui si è svolta l’azione.
* Spaziali: i luoghi coinvolti.
* Modali: le modalità concrete della condotta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo fondata la censura della difesa. I giudici hanno sottolineato come la Corte d’appello avesse affermato la diversità dei fatti in modo “apodittico”, cioè senza un’analisi concreta e comparativa delle due vicende processuali.

Secondo la Cassazione, il giudice della consegna non può limitarsi a una valutazione astratta. Deve, invece, operare uno specifico raffronto tra le condotte contestate nei due procedimenti, analizzando gli atti per verificare le circostanze di tempo, di luogo e di persona. Solo attraverso questa analisi approfondita è possibile stabilire se si tratti o meno della medesima vicenda storica.

La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata, rinviando il caso alla Corte d’appello per un nuovo esame che tenga conto di questi principi. Ha inoltre precisato che, qualora venisse accertata l’identità dei fatti, la decisione di rifiutare la consegna rimane facoltativa. Pertanto, la Corte d’appello dovrà motivare adeguatamente anche le ragioni per cui, eventualmente, decidesse di procedere comunque alla consegna o di rigettarla.

Le Conclusioni: l’Importanza di una Valutazione Concreta

Questa sentenza ribadisce l’importanza delle garanzie individuali nel contesto della cooperazione giudiziaria europea. Il meccanismo del mandato d’arresto europeo, pur essendo improntato alla massima efficienza e rapidità, non può prescindere da una verifica sostanziale delle condizioni ostative alla consegna, come la litispendenza internazionale. La decisione insegna che l’accertamento dei “medesimi fatti” non può essere un esercizio superficiale, ma richiede un’analisi dettagliata e motivata, a tutela del principio fondamentale del ne bis in idem, ovvero il divieto di essere processati due volte per lo stesso crimine.

Avere un procedimento penale in corso in Italia può impedire la consegna a un altro Stato UE?
Sì, la pendenza di un procedimento penale in Italia per i medesimi fatti che sono alla base del mandato d’arresto europeo costituisce un motivo di rifiuto facoltativo della consegna, secondo il principio di litispendenza internazionale.

Cosa si intende per “medesimi fatti” quando si confrontano due procedimenti penali in Stati diversi?
Per “medesimi fatti” si intende la stessa vicenda storica, considerata nei suoi elementi concreti come il tempo, il luogo e le modalità dell’azione. La valutazione è indipendente dalla qualificazione giuridica che i diversi Stati attribuiscono al reato.

Se i fatti sono gli stessi, il giudice italiano è obbligato a rifiutare la consegna?
No, il rifiuto della consegna in caso di litispendenza internazionale è facoltativo, non obbligatorio. La Corte d’appello ha la discrezionalità di decidere se consegnare o meno la persona, ma deve motivare in modo adeguato le ragioni della sua scelta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati