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Lista testi parte civile: quando è valida?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per usura, il quale lamentava la presunta tardività della lista testi parte civile. La Corte ha stabilito che il termine per il deposito della lista si riferisce all’udienza di effettiva apertura del dibattimento e non a quelle di mero rinvio. Inoltre, ha confermato che la persona offesa può depositare la lista anche prima di costituirsi formalmente parte civile, garantendo così il diritto di difesa dell’imputato.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Lista Testi Parte Civile: i Chiarimenti della Cassazione su Termini e Modalità

La presentazione della lista testi parte civile è un momento cruciale nel processo penale, che bilancia il diritto alla prova della persona danneggiata e il diritto di difesa dell’imputato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. N. 4769/2025) ha offerto importanti chiarimenti sui termini e le modalità di deposito di tale lista, ribadendo un approccio che favorisce la sostanza sulla forma. Analizziamo la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un uomo condannato in appello per diversi reati di usura. L’imputato, tramite il suo difensore, si rivolgeva alla Corte di Cassazione lamentando presunte irregolarità procedurali avvenute nel giudizio di primo grado. In particolare, il ricorso si concentrava su due aspetti relativi alla lista testi parte civile: la sua presunta tardività e il fatto che fosse stata depositata dalla persona offesa prima ancora che questa si fosse formalmente costituita parte civile nel processo.
Secondo la difesa, queste violazioni avrebbero dovuto comportare la nullità della sentenza.

La Validità della lista testi parte civile: i motivi del ricorso

I motivi del ricorso erano strettamente procedurali e miravano a invalidare l’acquisizione delle testimonianze a carico dell’imputato.

La presunta tardività del deposito

Il primo motivo di doglianza riguardava i tempi di deposito. La lista era stata depositata pochi giorni prima di un’udienza che, tuttavia, si era risolta in un mero rinvio. La difesa sosteneva che il termine perentorio previsto dall’articolo 468 del codice di procedura penale fosse stato violato, rendendo le testimonianze inammissibili.

Il deposito prima della costituzione di parte civile

Il secondo motivo, altrettanto tecnico, contestava il fatto che la persona offesa avesse depositato la lista testimoniale prima di formalizzare la sua costituzione di parte civile. Secondo il ricorrente, solo un soggetto formalmente parte del processo avrebbe potuto esercitare tale facoltà.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile con argomentazioni chiare e in linea con il suo orientamento consolidato.

La Corte ha innanzitutto precisato che l’eventuale ammissione di prove indicate tardivamente non è causa di nullità. Rientra infatti nei poteri del giudice ammettere d’ufficio i mezzi di prova ritenuti necessari ai fini della decisione, sanando di fatto l’eventuale ritardo.

Ma l’argomento centrale è un altro: il termine previsto dall’art. 468 c.p.p. per il deposito della lista testi va riferito non a una qualsiasi udienza, ma alla prima udienza di effettiva trattazione, ovvero quella in cui viene formalmente aperto il dibattimento. Nel caso specifico, le prime udienze erano state di mero rinvio per questioni procedurali, e l’apertura del dibattimento era avvenuta molto tempo dopo. Di conseguenza, la lista testi parte civile, depositata prima di tale udienza, era da considerarsi assolutamente tempestiva.

Anche il secondo motivo è stato ritenuto infondato. La giurisprudenza di legittimità è costante nell’affermare che la persona offesa che intende costituirsi parte civile ha la facoltà di depositare la lista testimoniale prima della notifica della dichiarazione di costituzione. Questo orientamento mira a tutelare il diritto di difesa dell’imputato, mettendolo nella condizione di conoscere in anticipo l’ambito delle prove a suo carico e di poter così organizzare adeguatamente la propria strategia difensiva. L’atto, pur provenendo da un soggetto non ancora formalmente parte, è pienamente efficace una volta che la costituzione si perfeziona.

Le conclusioni

La sentenza consolida due principi fondamentali in materia di prova testimoniale. In primo luogo, la flessibilità nell’interpretazione dei termini procedurali, ancorando la scadenza per il deposito della lista testi parte civile a un momento sostanziale come l’apertura del dibattimento. In secondo luogo, la tutela anticipata del contraddittorio, consentendo all’imputato di conoscere le intenzioni probatorie della futura parte civile ancor prima della sua formale costituzione. La decisione della Corte, nel dichiarare inammissibile il ricorso, riafferma un principio di non formalismo, dove le regole procedurali sono interpretate per garantire l’effettivo esercizio dei diritti delle parti e l’accertamento della verità.

Entro quale udienza va depositata la lista testi della parte civile?
La lista dei testimoni deve essere depositata entro il termine previsto dalla legge (solitamente sette giorni prima), ma con riferimento all’udienza di effettiva apertura del dibattimento, non alle precedenti udienze di mero rinvio.

La persona offesa può depositare la lista testi prima di costituirsi formalmente parte civile?
Sì, secondo la giurisprudenza consolidata, la persona offesa che intende costituirsi parte civile può depositare la lista testimoniale prima di formalizzare tale costituzione. Ciò consente all’imputato di conoscere in anticipo le prove a suo carico.

Cosa succede se una prova testimoniale viene ammessa tardivamente?
L’ammissione di una prova testimoniale indicata tardivamente non è di per sé causa di nullità della sentenza. Rientra nei poteri del giudice ammettere d’ufficio le prove che ritiene necessarie per la decisione, e si considera che la prova tardivamente indicata ed espletata sia stata ammessa d’ufficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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