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Liquidazione spese processuali: il criterio globale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26585/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di liquidazione spese processuali. In un caso di risarcimento per ingiusta detenzione, la Corte ha annullato la decisione di un giudice che aveva liquidato le spese solo per una fase del processo. La Suprema Corte ha chiarito che la valutazione della soccombenza deve essere unitaria e globale, comprendendo tutti i gradi di giudizio, per garantire un rimborso completo alla parte vittoriosa.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Liquidazione Spese Processuali: La Cassazione Sancisce il Principio della Valutazione Globale

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, interviene per fare chiarezza su un tema cruciale della procedura legale: la liquidazione spese processuali. Il principio affermato è tanto semplice quanto fondamentale: la valutazione di chi vince e chi perde (la cosiddetta soccombenza) non può essere frammentata, ma deve essere considerata in modo unitario e globale, abbracciando l’intero percorso del giudizio. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per chiunque si trovi ad affrontare un contenzioso legale lungo e articolato su più gradi di giudizio.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una richiesta di riparazione per ingiusta detenzione presentata da un cittadino. Dopo un complesso iter giudiziario, la Corte di Appello, pur accogliendo la domanda, aveva liquidato le spese legali in modo parziale. Nello specifico, il giudice di merito aveva condannato l’Amministrazione statale a pagare solo le spese della prima fase del giudizio, escludendo quelle sostenute per il successivo giudizio in Cassazione e compensando quelle del giudizio di rinvio.

Il cittadino ha quindi presentato un nuovo ricorso in Cassazione, sostenendo che tale liquidazione ‘a pezzi’ violasse il principio fondamentale secondo cui la parte che perde l’intera causa deve farsi carico di tutte le spese, di ogni fase e grado. L’errore della Corte territoriale, secondo il ricorrente, è stato quello di non considerare l’esito finale del processo nel suo complesso.

La Decisione della Corte e il Principio della Soccombenza Globale

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, censurando l’operato del giudice di merito. Gli Ermellini hanno ribadito che la valutazione della soccombenza, ai fini della condanna alle spese, non può essere parcellizzata. Il giudice non può considerare una parte vincitrice in un grado e soccombente in un altro; deve, al contrario, guardare all’esito finale e complessivo della lite.

Il principio cardine, richiamato dalla Corte, è quello sancito dall’art. 91 del codice di procedura civile. La condanna alle spese è una conseguenza diretta della soccombenza totale e deve coprire l’interezza dei costi sostenuti dalla parte vittoriosa. Dividere la liquidazione in base alle singole fasi processuali è un errore che viola questa regola fondamentale.

L’Errore del Giudice del Rinvio nella Liquidazione Spese Processuali

La Corte di Cassazione ha evidenziato come il giudice del rinvio abbia commesso un duplice errore. In primo luogo, ha limitato la condanna alle spese alla sola fase di merito originaria. In secondo luogo, ha erroneamente compensato le spese del giudizio di rinvio, basandosi sul presupposto che l’Amministrazione non si fosse costituita e che la Cassazione non avesse esplicitamente demandato la liquidazione delle spese di legittimità.

Questo approccio è stato giudicato errato. Il giudice del rinvio, infatti, ha il dovere di provvedere alla regolamentazione di tutte le spese processuali, incluse quelle del giudizio di cassazione che ha portato all’annullamento, anche in assenza di una specifica indicazione nella sentenza rescindente. La sua decisione deve fondarsi sull’esito globale del processo.

Le Motivazioni

La motivazione della sentenza si fonda su un orientamento giurisprudenziale consolidato. Il principio della soccombenza globale impone una valutazione unitaria che tenga conto dell’intero svolgimento del processo. La vittoria o la sconfitta si determinano solo alla fine, e da questo esito discende l’obbligo di rifondere le spese. Qualsiasi liquidazione che si riferisca solo a singole fasi o gradi di giudizio è contraria alla legge. La Corte ha sottolineato che, anche in procedimenti come quello per ingiusta detenzione, le spese sono regolate dai criteri del codice di procedura civile, tra cui spiccano gli articoli 91 e 92. Pertanto, di fronte a una parte totalmente soccombente (in questo caso il Ministero), il giudice non può esimersi dal condannarla al pagamento di tutte le spese sostenute dalla controparte vittoriosa.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio di certezza del diritto: chi vince una causa ha diritto al rimborso integrale delle spese legali sostenute in ogni fase del giudizio. La decisione della Cassazione annulla nuovamente l’ordinanza impugnata, ma solo per quanto riguarda le spese, e rinvia la causa alla Corte di Appello. Quest’ultima dovrà ora procedere a una nuova liquidazione che sia globale e onnicomprensiva, applicando correttamente il principio della soccombenza sull’esito finale dell’intera controversia, comprese le spese del giudizio di legittimità appena concluso.

Chi paga le spese legali al termine di un processo?
Di norma, la parte che perde il processo (definita ‘soccombente’) è tenuta a rimborsare tutte le spese legali sostenute dalla parte vincitrice. La valutazione si basa sull’esito complessivo e finale della causa.

Il giudice può liquidare le spese solo per una parte del processo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la valutazione della soccombenza e la conseguente liquidazione delle spese devono seguire un criterio unitario e globale. Non è corretto ‘parcellizzare’ la liquidazione riferendola solo ad alcune fasi del giudizio.

Cosa deve fare il giudice del rinvio riguardo alle spese del giudizio in Cassazione?
Il giudice del rinvio, a cui la causa viene rimandata dopo un annullamento da parte della Cassazione, deve provvedere alla liquidazione delle spese di tutte le fasi precedenti, compresa quella del giudizio di Cassazione, anche se non espressamente indicato nella sentenza di rinvio. La sua decisione deve basarsi sul principio della soccombenza applicato all’esito globale del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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