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Legittimo impedimento: no rinvio in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, stabilendo che in un giudizio con trattazione scritta (cartolare), il legittimo impedimento del difensore non è motivo di rinvio, poiché non è richiesta la sua presenza fisica. L’istanza di rinvio non equivale a una richiesta di udienza orale.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Udienza Scritta in Cassazione: il Legittimo Impedimento del Difensore non Vale

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione procedurale di grande rilevanza, specialmente alla luce delle normative emergenziali introdotte per la pandemia. Il caso riguarda il legittimo impedimento del difensore in un giudizio di cassazione celebrato con rito cartolare, ovvero scritto. La decisione chiarisce i confini applicativi di questo istituto, confermando un orientamento rigoroso che privilegia il rispetto delle forme processuali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso presentato avverso una sentenza della Corte di Appello. Il difensore dell’imputato aveva sollevato la nullità della sentenza, lamentando la violazione delle norme sul legittimo impedimento a comparire. In particolare, il giudizio dinanzi alla Suprema Corte era stato fissato secondo la modalità del contraddittorio cartolare, una procedura che non prevede la discussione orale ma si basa sullo scambio di atti scritti. Questo rito era stato introdotto dalla disciplina emergenziale per il contenimento della pandemia da Covid-19.

Il difensore aveva presentato un’istanza per legittimo impedimento, chiedendo il rinvio dell’udienza. Tuttavia, non aveva formulato una tempestiva e separata richiesta di trattazione orale, come invece richiesto dalle norme speciali.

La Decisione sul Legittimo Impedimento in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Secondo i giudici, nel contesto di un giudizio di cassazione che si svolge con contraddittorio cartolare, la normativa sul legittimo impedimento a comparire (art. 420-ter cod. proc. pen.) non trova applicazione. Questa conclusione si basa su un presupposto logico e giuridico molto chiaro: se la presenza fisica del difensore non è richiesta, non può sussistere un impedimento alla sua comparizione personale.

La distinzione tra trattazione orale e scritta

La Corte ha inoltre precisato un punto fondamentale: l’istanza di rinvio per legittimo impedimento, anche se presentata nei termini di legge (quindici giorni prima dell’udienza), non può essere interpretata come una richiesta implicita di trattazione orale. La volontà di discutere oralmente la causa deve essere manifestata in modo esplicito e autonomo. In assenza di tale richiesta, il rito rimane cartolare e le relative regole procedurali si applicano pienamente.

Le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un’interpretazione rigorosa delle norme processuali, in particolare quelle introdotte durante l’emergenza sanitaria. Il legislatore, nel prevedere il rito cartolare come modalità standard per i giudizi di cassazione, ha inteso semplificare e accelerare le procedure, rendendo la presenza fisica delle parti un’eccezione da richiedere esplicitamente.

L’articolo 420-ter del codice di procedura penale, che disciplina il legittimo impedimento, è concepito per le udienze che richiedono la comparizione fisica dell’imputato o del suo difensore. Quando il contraddittorio si svolge interamente per iscritto, viene meno il presupposto stesso dell’istituto: l’impossibilità di essere fisicamente presenti. Di conseguenza, invocare un impedimento a ‘comparire’ in un’udienza dove non si deve comparire è un controsenso giuridico. La Corte, richiamando precedenti conformi, ha ribadito che la richiesta di trattazione orale è un onere della parte interessata, non un diritto che scaturisce implicitamente da altre istanze.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio chiave per la difesa tecnica nei giudizi di legittimità: la forma è sostanza. Gli avvocati devono prestare la massima attenzione alle modalità di svolgimento del processo e agli oneri procedurali specifici. Pretendere l’applicazione di istituti pensati per il rito orale in un contesto cartolare è un errore che può costare l’inammissibilità del ricorso. La decisione sottolinea l’importanza di formulare richieste chiare ed esplicite, come quella per la trattazione orale, senza fare affidamento su interpretazioni estensive o implicite delle norme. In conclusione, la pronuncia funge da monito sull’importanza del rispetto rigoroso delle forme e dei termini processuali, specialmente quando si opera all’interno di regimi normativi speciali o derogatori.

In un giudizio di Cassazione con trattazione scritta, il legittimo impedimento del difensore è un motivo valido per chiedere il rinvio?
No, la Cassazione ha stabilito che, non essendo prevista la comparizione personale del difensore nella procedura cartolare, la norma sul legittimo impedimento a comparire (art. 420-ter c.p.p.) non si applica.

La richiesta di rinvio per legittimo impedimento può essere considerata come una richiesta implicita di trattazione orale?
No, la Corte ha chiarito che la richiesta di trattazione orale deve essere formulata in modo esplicito e tempestivo. Non può essere desunta implicitamente da un’istanza presentata per altri motivi, come il legittimo impedimento.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in questo caso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (nel caso specifico, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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