Legittimo Impedimento del Difensore: Cosa Serve per Ottenere il Rinvio dell’Udienza
Il legittimo impedimento del difensore è un principio fondamentale del diritto processuale penale, che tutela il diritto di difesa. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce, ancora una volta, i rigorosi oneri che l’avvocato deve adempiere per ottenere il rinvio di un’udienza a causa di un impegno professionale concomitante. Vediamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.
Il Caso: Rinvio Negato e Ricorso in Cassazione
Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato una condanna per furto aggravato. Tra i motivi del ricorso, la difesa lamentava la violazione della legge processuale, poiché il giudice di primo grado aveva negato una richiesta di rinvio dell’udienza presentata per un legittimo impedimento del legale.
L’avvocato aveva infatti un altro impegno professionale nello stesso giorno e alla stessa ora. Nonostante la richiesta, il giudice aveva proceduto, e la difesa sosteneva che tale decisione avesse leso il diritto dell’imputato a essere assistito dal proprio legale di fiducia.
I Requisiti del Legittimo Impedimento del Difensore secondo la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, cogliendo l’occasione per ribadire i consolidati principi in materia di legittimo impedimento del difensore. Secondo gli Ermellini, non è sufficiente che l’avvocato documenti l’esistenza di un impegno professionale simultaneo per ottenere automaticamente il rinvio.
Non Basta la Prova del Concomitante Impegno
Il primo punto chiave è che la semplice comunicazione dell’esistenza di un altro impegno non basta. Il giudice ha il dovere di effettuare una valutazione comparativa tra i diversi impegni per bilanciare le esigenze della difesa con quelle della giurisdizione, come la ragionevole durata del processo.
L’Onere di Dimostrare l’Insostituibilità
Per consentire al giudice questa valutazione, il difensore ha un onere probatorio specifico e dettagliato. Non può limitarsi a documentare la contemporaneità degli impegni, ma deve fornire:
1. L’attestazione dell’assenza di un codifensore nel procedimento per cui si chiede il rinvio.
2. Le specifiche ragioni per le quali non è possibile farsi sostituire da un altro avvocato (ai sensi dell’art. 102 c.p.p.) in nessuno dei due processi.
3. I motivi che rendono indispensabile la sua presenza personale nell’altro processo, in relazione alla particolare natura dell’attività da svolgere (ad esempio, un’arringa complessa, un esame testimoniale delicato, etc.).
Lo scopo di questi requisiti è dimostrare che l’impedimento è reale, non strumentale a manovre dilatorie, e che l’avvocato ha fatto tutto il possibile per evitare il conflitto di impegni.
La Decisione della Corte
Alla luce di questi principi, la Corte ha ritenuto corretto l’operato del giudice di merito.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte territoriale aveva correttamente evidenziato che il primo giudice aveva motivato il rigetto dell’istanza proprio sulla base della carenza di motivazione da parte del difensore. L’avvocato, infatti, non aveva indicato le precise ragioni per cui non avrebbe potuto farsi sostituire da un collega in uno dei due procedimenti concomitanti. Mancando questa allegazione fondamentale, il giudice non era stato messo in condizione di valutare la prevalenza di un impegno sull’altro e ha legittimamente rigettato la richiesta.
Le Conclusioni: Un Monito per i Difensori
L’ordinanza si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito per i difensori: la richiesta di rinvio per legittimo impedimento è un diritto, ma va esercitato con diligenza e rigore. È essenziale fornire al giudice tutti gli elementi necessari per una valutazione completa, dimostrando in modo inequivocabile l’assoluta impossibilità di presenziare all’udienza e l’impraticabilità di una sostituzione. In caso contrario, il rischio è non solo il rigetto dell’istanza, ma anche l’inammissibilità di un eventuale ricorso basato su tale diniego.
È sufficiente per un avvocato documentare un altro impegno professionale per ottenere il rinvio di un’udienza per legittimo impedimento?
No, non è sufficiente. Secondo la Corte, il difensore deve anche fornire l’attestazione dell’assenza di un codifensore e prospettare le specifiche ragioni per le quali non può farsi sostituire né nell’uno né nell’altro dei processi contemporanei.
Qual è lo scopo di richiedere al difensore una giustificazione così dettagliata per il rinvio?
Lo scopo è dimostrare che l’impedimento non è funzionale a manovre dilatorie e consentire al giudice di effettuare una valutazione comparativa tra i diversi impegni per contemperare le esigenze della difesa e quelle della giurisdizione.
Cosa succede se l’istanza di rinvio per legittimo impedimento del difensore non è adeguatamente motivata?
Il giudice può rigettare l’istanza. Nell’ordinanza in esame, il rigetto è stato considerato legittimo e il ricorso basato su tale motivo è stato dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 42906 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 42906 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 17/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOMECUI CODICE_FISCALE) nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 22/02/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
Il ricorrente in epigrafe ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte d’appello dì Bologna in relazione al reato di furto aggravato. Deduce vizio violazione della legge processuale e vizio di motivazione in relazione alla mancata concessione del rinvio di udienza richiesto al primo giudice per legittimo impedimento.
Il ricorso è manifestamente infondato. E’ infatti acquisito che nel caso di istanza di rinvio per concomitante impegno professionale del difensore, spetta al giudice effettuare una valutazione comparativa dei diversi impegni al fine di contemperare le esigenze della difesa e quelle della giurisdizione, accertando se sia effettivamente prevalente l’impegno privilegiato dal difensore per le ragioni rappresentate nell’istanza e da riferire alla particolare natura dell’attivit cui occorre presenziare, alla mancanza o assenza di un codifensore nonché all’impossibilità di avvalersi COGNOME di COGNOME un COGNOME sostituto COGNOME a COGNOME norma COGNOME dell’art. COGNOME 102 COGNOME cod. COGNOME proc. pen. (Sez. U, n. 29529 del 25/06/2009 Ud. (dep. 17/07/2009) Rv. 244109 – 01). Si è quindi chiarito che Il difensore che chiede il rinvio del dibattimento per assoluta impossibilità di comparire per legittimo impedimento per concomitante impegno professionale non può limitarsi a documentare la contemporanea esistenza di questo, ma deve fornire l’attestazione dell’assenza di un codifensore nell’altro procedimento e prospettare le specifiche ragioni per le quali non possa farsi sostituire nell’uno o nell’altro dei due processi contemporanei, nonché i motivi che impongono la sua presenza nell’altro processo, in relazione alla particolare natura dell’attività che deve svolgervi, al fine di dimostrare che l’impedimento non sia funzionale a manovre dilatorie COGNOME (Sez. 5, n. 7418 del 06/11/2013 Ud. (dep. 17/02/2014) COGNOME Rv. 259520 COGNOME -01; Sez. 5, n. 41148 del 28/10/2010 Ud. (dep. 22/11/2010) Rv. 248905 – 01).
La Corte territoriale ( cfr. pag. 2), in applicazione dei princìpi sopra riportati, dà atto che il pri giudice aveva motivato il rigetto dell’istanza rilevando che mancava l’indicazione delle precise ragioni per cui il difensore non avrebbe potuto farsi sostituire da altri nei procedimenti che si celebravano in contemporanea.
Il ricorso va dunque dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila, determinata secondo equità, in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 17 ottobre 2024
COGNOME