LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Legittimazione PM revoca confisca: il caso di terzi

La Corte di Cassazione ha stabilito che il Pubblico Ministero possiede la legittimazione per richiedere la revoca di una confisca, anche se il bene è ora di proprietà di un terzo in buona fede che non ha presentato istanza. La sentenza si basa sul ruolo del PM come garante della legalità e sull’economia processuale. Il caso riguardava un’autovettura, confiscata a un condannato, ma che era stata venduta e reimmatricolata all’estero prima del sequestro, e successivamente acquistata da una cittadina straniera ignara. La Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile la richiesta del PM, riconoscendo la sua piena legittimazione ad agire.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Legittimazione PM: Quando l’Accusa Agisce a Favore del Terzo

La recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 23905/2024) affronta un tema di grande interesse pratico nella fase esecutiva del processo penale: la legittimazione del PM (Pubblico Ministero) a richiedere la revoca di una confisca su un bene che, nel frattempo, è stato acquistato in buona fede da un terzo estraneo al reato. La Corte ha chiarito che il PM non solo può, ma in certi casi deve, agire per ripristinare la legalità, anche quando ciò vada a vantaggio di un privato.

I Fatti del Caso: Un’Auto Contesa tra Italia e Spagna

La vicenda ha origine da una condanna per reati legati agli stupefacenti, a seguito della quale viene disposta la confisca per equivalente dei beni del condannato. Tra questi beni, il Procuratore Generale individua un’autovettura di pregio. Tuttavia, il veicolo non viene trovato in Italia. Viene quindi inserito nel sistema di ricerca Schengen (S.D.I.).

Tempo dopo, l’auto viene localizzata a Barcellona. Le indagini rivelano una situazione complessa:
1. Il veicolo era stato reimmatricolato in Spagna anni prima, in una data anteriore sia al provvedimento di sequestro preventivo sia all’inserimento nei database di ricerca.
2. L’attuale proprietaria è una cittadina spagnola che ha acquistato l’auto in buona fede da un rivenditore locale, del tutto estranea ai fatti contestati al condannato italiano.

Di fronte a questo quadro, il Procuratore Generale presso la Corte di Appello, riconoscendo l’impossibilità e l’ingiustizia di procedere con la confisca, chiede alla stessa Corte di revocare il provvedimento. Sorprendentemente, la Corte di Appello dichiara la richiesta inammissibile, sostenendo che solo la terza proprietaria avrebbe la legittimazione per presentare tale istanza.

La Questione della Legittimazione del PM

Il Procuratore Generale ricorre in Cassazione, sostenendo di aver agito nel pieno rispetto del proprio ruolo istituzionale. La questione giuridica centrale è se il PM, organo dell’accusa, possa farsi promotore di un’istanza che, di fatto, favorisce un soggetto terzo. Secondo la Corte d’Appello, l’interesse del PM si esaurisce con l’esecuzione della condanna, mentre la tutela dei diritti dei terzi spetterebbe solo a questi ultimi.

Il ricorrente, invece, basa la sua argomentazione sul ruolo del Pubblico Ministero come ‘garante della legalità’, un principio sancito dall’art. 73 dell’Ordinamento Giudiziario. Il PM ha il dovere di vigilare sulla corretta applicazione delle leggi, e procedere con una confisca palesemente ingiusta e difficilmente eseguibile sarebbe contrario a tale principio e a quello di economia processuale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione accoglie pienamente la tesi del Procuratore Generale, annullando l’ordinanza impugnata. La Suprema Corte ribadisce che il Pubblico Ministero è titolare di un interesse ad agire ogni qualvolta ravvisi una violazione o un’erronea applicazione della legge, purché tale interesse sia concreto e attuale.

Nel caso specifico, l’interesse era evidente: evitare di dare esecuzione a un provvedimento ablativo che avrebbe leso i diritti di una terza acquirente in buona fede. La Corte sottolinea che insistere con la confisca avrebbe comportato:

* L’attivazione di una complessa e costosa procedura internazionale.
* Un’altissima probabilità che la proprietaria spagnola, una volta azionatasi, ottenesse la restituzione del bene, dimostrando la sua buona fede.
* Un inutile dispendio di risorse giudiziarie e un potenziale contenzioso con le autorità spagnole.

L’azione del PM, quindi, non era un’indebita ingerenza a favore di un privato, ma un atto necessario per garantire una ‘pronta e regolare amministrazione della giustizia’ e per perseguire un risultato ‘non solo teoricamente corretto, ma anche praticamente favorevole’. La legittimazione del PM a chiedere la revoca era, pertanto, pienamente sussistente.

Conclusioni

La sentenza n. 23905/2024 è di fondamentale importanza perché rafforza il ruolo del Pubblico Ministero come organo di giustizia e non meramente come ‘parte’ accusatoria. Si afferma il principio che l’interesse pubblico alla legalità comprende anche la tutela dei diritti dei terzi ingiustamente pregiudicati da un’azione giudiziaria. In un’ottica di efficienza e giustizia sostanziale, il PM ha il potere e il dovere di intervenire per correggere un errore, evitando procedure inutili e dannose. Questa pronuncia chiarisce che la legittimazione del PM non è limitata alla sola fase di accertamento della responsabilità, ma si estende a tutta la fase esecutiva, garantendo che l’applicazione della legge sia sempre equa e razionale.

Il Pubblico Ministero può chiedere la revoca di una confisca a favore di un terzo che non ha fatto richiesta?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il Pubblico Ministero ha la legittimazione ad agire per chiedere la revoca di un provvedimento di confisca quando la sua esecuzione lederebbe i diritti di un terzo in buona fede, in virtù del suo ruolo di garante della legalità e per ragioni di economia processuale.

Perché il PM ha interesse a chiedere la revoca della confisca in un caso come questo?
L’interesse del PM è concreto e attuale e consiste nel garantire la corretta e sollecita applicazione della legge, evitando procedure complesse, costose e destinate all’insuccesso. Perseguire la confisca di un bene legittimamente acquistato da un terzo in buona fede sarebbe contrario a una pronta e regolare amministrazione della giustizia.

Quali sono i diritti del terzo proprietario di un bene confiscato?
Il terzo estraneo al reato può far valere il proprio diritto alla restituzione del bene in sede di incidente di esecuzione, dimostrando la sussistenza del suo diritto di proprietà e l’assenza di qualsiasi negligenza nell’acquisto, ovvero la sua completa buona fede.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati